NEW del 19 ottobre 2005

 
 
       
 

Violenze G8 : processo a teatro o in tribunale ?
di red

Dove si deve svolgere il processo per i fatti del G8 previsto nei giorni 2, 9, 16 e 23 novembre 2005? Non in un teatro come richiesto - sembra - dal magistrato titolare del procedimento. E' quanto pensa l'on. Santori (FI), che rivolge pertanto un'interrogazione al ministro della Giustizia Roberto Castelli.

Il magistrato, il procuratore aggiunto di Genova Mario Morisani, avrebbe motivato la sua richiesta con la necessita' di consentire ai numerosi cittadini interessati di assistere comodità al dibattimento. Come e' noto, la vicenda riguarda i fatti verificatisi Genova, con pestaggi ad alcuni dei 93 manifestanti arrestati alla scuola Diaz la notte del 21 luglio del 2001 durante il G8, e pestaggi denunciati anche da alcune delle migliaia di cittadini che parteciparono ai cortei, come filmato anche da un giornalista della RAI.

Il parlamentare commenta che "la magistratura, nel nostro ordinamento, ha solo l'impegnativo compito di giudicare i fatti e non anche quello di organizzare e predisporre eventi, cosa questa che in genere riguarda altre categorie professionali". "Un teatro richiama, di per sé, il concetto di spettacolo pubblico - continua Santori - cosa che dovrebbe invece essere accuratamente evitata, trattandosi di un processo quanto mai delicato, che coinvolge l'onorabilità dei singoli e, nella fattispecie, addirittura il prestigio delle forze dell'ordine".

Il parlamentare propone di evitare la novita' e svolgere le udienze "come di regola, all'interno di aule di tribunale, così che non vi possano essere strumentalizzazioni di sorta nella celebrazione del processo anzidetto, che vede, purtroppo, coinvolte le forze dell'ordine" e chiede al ministro guardasigilli quali iniziative voglia porre in essere.

Le imputazioni sono falso, calunnia e concorso in lesioni gravi, per i pestaggi, per l'episodio del falso ritrovamento in loco di bottiglie incendiarie e per quello dell'accoltellamento di un agente. Fu archiviata invece a maggio 2003 l'accusa di associazione a delinquere per i 93 arrestati. Fra i poliziotti processati - alcuni dei quali chiesero a suo tempo l'applicazione della legge Cirami, poi caduta, per legittimo sospetto nei confronti della Procura di Genova - dirigenti ed ufficiali.

Il ministro dell'interno Giuseppe Pisanu affermo' che la polizia attende serenamente il processo, aggiungendo che "l'imputato non e' considerato colpevole sino alla condanna definitiva", una regola che dovrebbe valere sempre.

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