NEW del 06 ottobre 2005

 
     

Giovani e violenza : quale risposta dalla societa' ?
da Domenico Ciardulli, Roma

I due ragazzi di 16 e 17 anni hanno confessato: sono stati autori di sette roghi a Roma.

Figli di buona famiglia, volevano, a loro modo, contare di più in questa società disattenta alle loro esigenze. Ogni rogo notturno, appiccato a caso su moto o auto, riportato la mattina dopo sui giornali, li gasava sempre di più, come in un eccitante gioco d'azzardo.

La devianza minorile nelle sue variegate forme è in aumento in tutto il paese. Il fenomeno romano è paradossalmente il meno grave perchè in altre città italiane la devianza si traduce spesso in violenza contro le persone, in perdita del valore stesso della vita altrui.

Lo dimostrano i sassi gettati sulle autostrade, gli accoltellamenti per gelosie tra adolescenti o le pistolettate all'uscita della discoteca (Palermo), l'uccisione del genitore e del fratellino (Novi Ligure) o, nel caso più recente, il ragazzo ucciso e bruciato (Agrigento)o gli extracomunitari diventati bersaglio di criminali xenofobi.

Roma forse è 'la meno peggio' in fatto di criminalità minorile ma fino a quando ancora? Occorre mettere mano con urgenza alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili che risultano distratte e inefficaci.

Troppi quartieri romani stanno diventando grossi centri commerciali, disumanizzati, cementificati, deserto di cultura e socialità. Troppe famiglie disastrate sono lasciate a loro stesse.

Vivono il loro terribile disagio compresso tra le mura di casa, sforzandosi di far vedere all'esterno un'apparente normalità.

Speciale disastrStato

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