NEW del 27 settembre 2005

 
     

Napoli : una risposta ad un commento infamante
da Massimiliano Trematerra

Si, è vero. Probabilmente Napoli sta morendo. Noi accettiamo l'"addio" che G. Bocca fa, con un certo disprezzo della gente che ci vive, alla nostra città (Espresso del 23/09/05, ndr).

Noi sappiamo, sulla nostra pelle, cosa sia lo spaccio della droga per la strada, cosa il racket, conosciamo la violenza e la miseria: siamo napoletani. Non riusciamo, però, a disperarci, pur soffrendo tanto, per la fine imminente della nostra patria.

Infatti, noi sappiamo - di certo - che la nostra città è stata ed è ancora uno dei topoi, degli anelli imprescindibili di trasmissione della civiltà umana, della cultura e dei valori, nel tempo e nello spazio.

Come beni immateriali, la musica, il teatro, la lingua, la poesia, i valori, la saggezza popolare, la gastronomia, l'arte della filosofia, tanti altri che neppure è possibile elencare, vivono ovunque l'uomo li porti, custoditi nel cuore e nella coscienza. Così, secondo la parabola del seme, vogliamo solo ricordare con umiltà che tanto è il frutto che la città ha portato al mondo.

Noi custodiremo la storia di questa città anche quando essa si sarà estinta, se le sopravviveremo; ma senza vanto, senza magnificenza, bensì soltanto per generare un confronto, sicchè anche gli altri si interroghino sulla possibile esistenza di frutti che la loro patria abbia donato all'umanità.

Speciale disastrStato

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