NOTIZIARIO del 05 febbraio 2005

 
     

Terrorismo : guerra o non guerra ?
di Viviana Vivarelli

E dunque Martino si è deciso a mandare in Irak 4 elicotteri Mangusta, elicotteri 'da guerra'. L'ambiguità per cui siamo in guerra ma fingiamo di essere in missione umanitaria ci perseguita.

A Milano la giudice Forleo scarcera 3 islamici accusati di terrorismo, che valuta 'guerriglieri' ma non terroristi, e dunque in diritto di agire per la liberazione del loro paese come combattenti legittimi. Ma a Brescia il gip Spanò incarcera 2 islamici in quanto terroristi ma non guerriglieri, e dunque criminali.

E'diritto o linciaggio? L'avvocato De Carlo dice: «O siamo in guerra e chiunque è sospettato di essere vicino al nemico va trattato come nemico fuori dal diritto ordinario, oppure siamo in missione di pace e allora devono valere le regole della legge uguale per tutti».

Gli imputati intendevano compiere nel loro paese atti di guerra contro gli aggressori; in Italia questo come deve intendersi? Fassino ha detto che non vuole nemmeno sentir parlare di resistenza! Molto strano che lo dica il leader di un partito che la resistenza contro l'occupante tedesco l'ha fatta senza sentirsi criminale ma eroe.

Il gip di Brescia insieme al Polo dice che gli imputati volevano sovvertire con atti di violenza l'ordine democratico di un paese democratico. Ma l'Irak non ha affatto un ordine democratico, è sotto aggressione militare da parte di una coalizione di stati stranieri in violazione delle più elementari norme di diritto internazionale.

L'Italia partecipa a questa congiura, giurando il falso e calpestando la Costituzione, spaccia per umanitaria la partecipazione in armi in aiuto a forze occupanti, e ora pretende anche di punire chi si ribella? Il diritto di autodifesa è riconosciuto da ogni codice sia nazionale che internazionale. Si vorrebbe affermare che chi viene aggredito, se si difende, è lui l'aggressore e deve essere punito? Siamo arrivati al punto che, per negare l'evidenza, si vìolano i termini della logica.

Il procuratore Tarquini fa distinzioni di lana caprina: "combattere è bene, abbattere no, gli islamici vedono nell'occidente un nemico da 'abbattere' e non da 'combattere'". Siamo oltre l'intelligenza umana, più che un giurista ci vorrebbe uno psichiatra. I soldati americani sono lì per 'combattere' dunque avrebbe ragione a radere al suolo città fare strage della popolazione, torturare e razziare le risorse. Invece i terroristi islamici combattono per 'abbattere' il nemico, dunque fanno male.

Insomma se ti vendi come mercenario alla coalizione attaccante e vai ad ammazzare gente che nemmeno conosci per soldi, o se sei un reclutatore, non sei un terrorista ma un eroico combattente e, anche se non sei inserito, in un esercito ufficiale, il giudice chiude un occhio e magari abbiamo anche il politico di turno che pensa a una medaglia d'oro o a una statua. Ma se difendi con armi il tuo paese e la tua gente attaccati da un nemico, sei un terrorista che deve essere incarcerato ovunque si trovi.

E questo in nome di cosa? Dell'impero del bene che lotta contro l'impero del male? E chi lo ha stabilito? Bush? Blair? Berlusconi? La Fallaci?

Le perversioni della politica stanno creando perversioni del diritto e persino della logica umana. Vediamo la fattispecie giuridica su una rivista non certo di sinistra in quanto edita da generali dell'esercito (Antonio Venier - ISTRID - Istituto Studi Ricerche Informazioni Difesa).

Qual è la differenza tra guerriglia e terrorismo? Quando Israele occupa territori palestinesi con i coloni o col muro, e i Palestinesi si ribellano, quelli sono terroristi? Quando gli Iracheni di ribellano contro chi occupa abusivamente il loro territorio, quelli sono terroristi?

Il terrorismo è definito 'forma di azione violenta 'indiretta', non rivolta contro il nemico combattente o obiettivi militari ma contro obiettivi civili, come la popolazione o un seggio elettorale o un pozzo di petrolio. Il governo americano e l'UE accettano la stessa definizione. Ma chi attacca forze o obiettivi militari è un combattente, e chi attacca un pozzo di petrolio che è in mano al nemico è un combattente. Più esattamente è in una guerra di resistenza, perché resiste a un aggressore.

Dunque, in base alla definizione militare, non sono atti di terrorismo quelli dei palestinesi contro le truppe israeliane e quelli degli iracheni contro le truppe americane o dei Ceceni contro le truppe russe. Non lo sono né se sono compiuti da civili né da militari, né isolati né in gruppo, né se sono preparati all'estero. L'atto non diventa terroristico in base al bersaglio né in base allo strumento usato.

Ma se si considerasse terrorismo solo quell'atto che ha come oggetto la popolazione civile, come dovremmo considerare la strage dei Ceceni o dei Curdi o degli Iracheni o dei Palestinesi, compiute da eserciti regolari? Il grande bombardamento aereo di Baghdag cosa sarebbe? Per quanto Bush un annetto fa ci abbia dichiarato da una portaerei che la guerra era finita, l'Irak continua a essere un Paese sotto attacco, come lo era la Polonia dal 39 al 44 sotto i tedeschi.

Il giornale dei generali ricorda: "Il governo polacco non sottoscrisse resa o capitolazione, e la lotta armata fu continuata come guerriglia sia all'interno sia all'esterno del territorio. Ai combattenti polacchi venne riconosciuto lo "status" di belligeranti, e non di banditi. Anche nella eroica "rivolta di Varsavia" del 1944 (più nota come "rivolta del ghetto"), eseguita dalle forze guerrigliere dell'interno al comando del gen. Bor-Komorowski. Il Generale, dopo la cattura, venne considerato "prigioniero" e non venne segregato, "interrogato" con pressioni fisiche più o meno moderate, etc., né ovviamente "processato"."

Tutte le convenzioni internazionali riconoscono il diritto di un popolo ad usare le armi per resistere a un aggressore straniero. Ma Berlusconi e i suoi evidentemente, come hanno falsato l'interpretazione delle leggi italiane, stanno tentando di falsificare l'interpretazione delle leggi internazionali. E che in questa forzatura Fassino sia anche dalla loro parte mi sembra davvero inaccettabile.

*Dedicato a Roberto Caricato 1954-2004

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