DOMANDA del 31 maggio 2005

 
     

Referendum e Chiesa cattolica : per uno Stato laico
da Vincenzo Rocchino

Cara Presidente, l'ingerenza della Chiesa nelle questioni politiche italiane è un vizio antico che diventa, se possibile, più invadente specialmente quando i governanti del momento sono cattolici osservanti e/o soltanto compiacenti per remote utilità.

La questione dei rapporti fra Stato e Chiesa "dovrebbe" essere regolata dal Concordato. Dovrebbe. Ma non lo è affatto vista la continua invasione di campo del clero nelle questioni della politica italiana.

Non mi intendo delle questioni giuridiche che regolano quel Concordato; vorrei sapere se per la violazione di quelle norme, è possibile la denuncia e/o la revoca del Concordato medesimo?

In altre parole sarebbe possibile promuovere un referendum abrogativo del Concordato (ex patti Lateranensi)?

I più cordiali saluti.

Risponde Rita Guma:

Gentile signor Rocchino,

la Costituzione stabilisce che "non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali" (art. 75). Temo che anche i Patti Lateranensi siano comprendersi in questa eccezione.

Quanto alla violazione e conseguente possibilita' di denuncia, anche un tribunale potrebbe avere difficolta' a stabilire quali affermazioni e pressioni morali facciano parte del legittimo ministero e quali invece no. Diverso e'per aspetti come battesimi, matrimoni, prebende per sacerdoti, regole afferenti ai luoghi di culto ed agli enti ecclesiastici.

Un caso particolare e' il caso recente dell'esortazione all'astensione, che riguarda l'esercizio o meno di un diritto-dovere politico e civile.

Infatti a tale azione si potrebbe applicare l’art. 98 del Testo Unico delle leggi elettorali (Titolo VII - disposizioni penali), secondo il quale: "... il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera ... ad indurli (gli elettori, ndr) all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000".

E' ragionevole presumere infatti che detto articolo si applichi anche al referendum, pertanto si potrebbe presentare un esposto nei confronti di chi - cittadino italiano ancorche' ministro di un culto - esorti pubblicamente all'astensione, chiedendo all'autorita' giudiziaria se si tratti di reato.

Piu' complicata invece - dopo l'esposto - la procedura per chi abbia cittadinanza straniera.


by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

le altre domande

per fare una domanda scrivi alla redazione

fra le domande pervenute ne saranno scelte alcune per la pubblicazione, ma a tutte sara' comunque data risposta in tempi ragionevoli

Non si terra' conto delle domande anonime, anche se si puo' chiedere di mantenere l'anonimato.