NOTIZIARIO del 03 gennaio 2005

 
     

Caso Dal Bosco : sintomatiche e allarmanti le reazioni della CdL
di Nino Condorelli *

Le reazioni di alcuni uomini di Governo e di esponenti della Maggioranza alle decisioni de libertate del Giudice per le indagini preliminari di Roma nei confronti di una persona arrestata con l'accusa di lesioni volontarie in danno del Presidente del Consiglio costituiscono una anticipazione esemplare, ancorché di gravità inaudita, di quanto potrebbe accadere nel caso in cui il disegno di asservimento della Magistratura e di sottoposizione del PM all'Esecutivo dovesse andare in porto.

Straparlando su una presunta "mancata convalida dell'arresto" (evidentemente confusa con le misure cautelari), ed invocando "una visitina di ispettori ministeriali" al magistrato presunto responsabile di "provvedimenti che fanno vomitare", un Ministro della Repubblica ha infatti fatto intendere chiaramente quale tipo di giustizia si stia progettando, e quali funzioni si intende ad essa assegnare dopo che sarà portata a termine l'opera di completa manomissione della Costituzione, in parte già intrapresa, ed in parte preannunziata tra l'altro dal Ministro della Giustizia (appartenente allo stesso partito politico del primo).

Fino ad oggi, infatti, come conseguenza inevitabile di una impressionante serie di interferenze politiche su processi in corso o addirittura su decisioni e sentenze già pronunziate dai Tribunali italiani nei confronti di imputati con ruoli di primo piano, o addirittura assoluti protagonisti nella vita del maggior partito al Governo, di fronte al grandinare di leggi-fotografia tutte mirate a cancellare le condanne già pronunciate e/o a impedire la celebrazione stessa dei processi, l'attenzione dell'opinione pubblica o almeno dei commentatori non cooptati nel partito-azienda, è stata attratta sulle conseguenze devastanti in termini di impunità diffusa e di vanificazione del controllo di legalità.

Ora invece, con quest'ultima vicenda, deve risultare ancor più chiaro a tutti che la Controriforma, con la sostituzione (pur fermamente stigmatizzata dal Presidente della Repubblica) dei poteri del Ministro a quelli assegnati dalla Costituzione al Consiglio Superiore della Magistratura, e le future modifiche costituzionali sull'assetto del P.M., mirano non solo a proteggere i potenti che eventualmente delinquono, fornendo loro comodi salvacondotti, ma anche ad usare la magistratura come una clava, e se del caso ad impartire, anche con la carcerazione preventiva, pesanti ed "esemplari" lezioni "educative", a prescindere da leggi e commi, così ridotti ad inutili orpelli.

Se quindi non si tratta "soltanto" di garantire l'impunità di alcuni, ma anche di mettere in pericolo la libertà personale di ogni altro cittadino eventualmente inviso al Potere, la minaccia dell'azione ministeriale contro i fondamentali poteri di garanzia della magistratura giudicante in materia di custodia cautelare costituisce una gravissima e definitiva rottura delle regole fondamentali dell'ordinamento giuridico di un moderno Stato democratico.

* magistrato, segretario nazionale del Movimento per la Giustizia

Speciale Giustizia


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