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NEW del 16 novembre
2005
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Carita'
pelosa e rappresentanti a sbafo Le vicende della vita, imprevedibili e spesso inarrestabili, sono in grado di trasformare una vita regolare in una lotta per la sopravvivenza. Questi mutamenti improvvisi, non colpiscono solo i beni materiali, ma si propagano a macchia d'olio sull'autostima di chi ne è colpito, indeboliscono le difese morali e fanno rotolare la persona, insensibilmente, sempre più giù... Esistono decine di organizzazioni laiche o religiose, di lunga data o, improvvisate al momento, che si precipitano sugli sventurati per fornire loro un aiuto. Tanta solerzia, ci spinge a pensare o che, senza accorgercene siamo in un paradiso popolato solo di angeli, o che dietro le quinte, il fine ultimo venga accuratamente celato.... Del resto le nefandezze delle quali erano costretti a macchiarsi Papi e Principi, e altri, per mantenere intoccabile o accrescere il loro potere, avevano bisogno ogni tanto di una robusta ripulitura della loro immagine, mostrando al mondo la loro infinita bontà e pensando così di pareggiare i conti. Questa ripulitura è più frequente di quanto si pensi,anche oggi, perché non si spiegherebbero i flussi di donazioni, lasciti, oboli cospicui, etc. che fanno diventare sempre più potenti queste strutture caritatevoli. Strutture aziendali sui generis che, a conti fatti, da secoli pagano 10 e ricevono 1000, e a questo punto gradirei sapere chi è il beneficiario morale e materiale. Soldi che, come sempre, non si sa che fine fanno. Queste istituzioni sono ben attente ad aiutare il povero per la sua sopravvivenza, ma a far si' che il povero, resti sempre povero e, mai e poi mai, riesca a riacquistare la sua indipendenza economica. In politica la libertà dal bisogno non porta bene ai potenti, se non possono ricattare chi è debole. I tanto pubblicizzati pranzi di Natale dei poveri, ove si esibiscono prelati e politici, con il normale codazzo di fotografi e cineoperatori, sono il più insulso spettacolo d'ipocrisia che è sotto gli occhi di tutti. Chi mangia a Natale potrà mangiare dunque, se resiste, solo il prossimo Natale. Ma questa infinita bontà, che si manifesta frequentemente dopo i tremendi disastri naturali, condita con l'immancabile sdegno, infarcita di dichiarazioni ufficiali, utile per sfruttare a dovere l'emotività del momento e spillare quattrini agli onesti cittadini, è ancora una tecnica largamente usata anche oggi e vediamo in un esempio concreto in che cosa si è tradotta. Tutti ricordiamo la tragedia della scuola di S.Giuliano di Puglia, nel Molise, ove il terremoto del 31 ottobre 2002 fece crollare una scuola elementare ,assassinando 27 bambini e tre donne, tra le quali una maestra. Ho parlato di assassinio, perché la scuola fu costruita con procedure irregolari, perché lo Stato aveva classificato la zona come zona sismica a rischio, e non fece alcuna prevenzione, perché non fu eseguito un regolare collaudo dell'opera, una volta completata (l’ex sindaco sara' processato insieme con altre cinque persone per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, ndr)... Ma un altro aspetto di questa infinità bontà, sono i soldi che sono stati raccolti in tutto il mondo. Dal Canada al Giappone sono arrivati soldi con collette, vaglia, sms etc. 12 milioni di euro raccolti dalla sottoscrizione del Corriere della Sera e del TG5, 152 milioni destinati al Molise e decisi dal CIPE, 310 milioni destinati al Molise nelle ultime tre finanziarie, dei quali 84 milioni per San Giuliano, 21 milioni stanziati dall'UE per la Regione Molise. Facciamo quattro conti, il disastro ha fruttato al Molise (e non a San Giuliano) circa 400 milioni di euro, mentre a San Giuliano sono andati 96 milioni di euro. Ebbene, tre anni dopo, i terremotati sono ancora nel villaggio prefabbricato, aspettano una scuola nuova che ancora non c'è, le case nuove non si vedono e ufficialmente la data di fine lavori è indicata nel 2007 (forse). Non sono state nemmeno mai consegnate le 27 medaglie d'oro assegnate alle vittime da Ciampi... Tutti questi soldi sono stati rosicchiati lungo la strada dai caritatevoli sciacalli dei terremotati. E una prova chiarissima di come siano stati gestiti , l'ha fornita il nuovo sindaco di San Giuliano Luigi Barbieri. Erano rimasti, non si sa come, due milioni e mezzo di euro spediti dal mondo intero,specificatamente per San Giuliano,ma senza specificare la destinazione, e il sindaco ha deciso di dividerli tra tutti, a pioggia, dando 2.259 euro a testa. Questo contributo simbolico, è andato ai terremotati e ai non terremotati, a vecchi e neonati, a ricchi e poveri, a single e famiglie numerose... Il direttore degli appalti per la ricostruzione della chiesa, Massimiliano Di Pietro Paolo ha dichiarato che tutti i cantieri per la ricostruzione avevano l'ordine prioritario di assumere maestranze tra i terremotati. Ebbene, sebbene siano stati fatti mille solleciti, nessun operaio che lavora in questi cantieri è della zona... Pensate che una parte di questi soldi, sempre per obbedire ad una squisita generosità, sono stati utilizzati per fare adozioni a distanza per gli orfani di Beslan, dello tsunami e del Pakistan, all'insaputa dei donatori e addirittura utilizzando i contributi pro Molise destinati per legge proprio a favore delle sole zone terremotate del Molise. Di questo hanno protestato senza successo il parroco don Ulisse Marinucci, il Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, etc. Il popolo italiano, e tutti i cittadini del mondo, inviando questi aiuti, si sono comportati da persone degne di questo nome, ma vediamo i nostri rappresentanti legali come si sono invece comportati. I signori del Parlamento, disertando l'aula, in occasione della commemorazione delle vittime di San Giuliano, hanno prodotto una seduta oscena. Quell'aula vuota è stato uno spettacolo incredibile. Dove erano finiti coloro che dicevano d'impegnarsi? La verità è che hanno solo fatto finta, hanno mostrato, da ottimi attori, una commozione momentanea, magari davanti a qualche telecamera e poi se ne sono fregati, perché avevano altro a cui badare. I poveri parenti delle vittime del terremoto nel Molise erano ancora a piangere i loro morti, a combattere con il freddo e con i mille problemi che sono sorti, e loro neanche si degnavano di venire in ufficio, cioè nell'aula del Parlamento, nonostante questo loro tempo fosse pagato profumatamente. L'elenco di questi assenti, dovrebbe essere affisso in tutta Italia, accanto ai manifesti della prossima campagna elettorale, per ricordare a tutti, quali sono le persone indegne di farsi chiamare onorevoli. In questo caso i loro se e ma sono ingiustificati, ma è ancora più ingiustificato il fatto che esistano. *dall'intervento su Radio Gamma 5 del 16.11.2005 ___________ NB:
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