NEW del 28 ottobre 2005

 
     

Immigrazione : fra Cofferati , Calderoli e i Vescovi
di Rita Guma

Gli immigrati sono l'argomento caldo di questa settimana, fra le scelte di Cofferati, la Caritas che macina dati e critiche alla politica d'immigrazione del governo e Calderoli che attacca e minaccia tolleranza zero.

Cominciamo col dire che l'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti - da sempre contro razzismo ed emarginazione degli immigrati ed assertore del diritto d'asilo - non puo' che giustificare il comportamento del sindaco di Bologna, che ha attuato una scelta di legalita', cioe' di applicazione della legge. Che la si condivida o meno, una legge va applicata (a meno che non contravvenga il diritto internazionale, come potrebbe essere invece una legge razzista o l'ordine di torturare un prigioniero). Se non la si condivide ci si potra' poi battere per cambiarla.

E' vero quanto dichiarato da Vittorio Agnoletto su La7, e cioe' che un sindaco deve non solo interpretare le esigenze dei cittadini, ma anche saper essere d'esempio, ma in questo caso la scelta non si poneva, poiche' vi e' una legge da rispettare. Che Sergio Cofferati abbia interpretato le esigenze dei cittadini e' un mero caso, e non e' dato sapere se queste esigenze fossero state contrarie alla legge cosa avrebbe fatto.

Nel nostro lavoro quotidiano ci rendiamo conto che parte dei cittadini fa confusione fra giustizia e giustizia sociale. La prima e' inopinabile, dovendosi riferire ai diritti fondamentali dell'uomo, la seconda e' oggetto di scelte di politica sociale, che possono essere piu' o meno solidaristiche, piu' o meno statocentriche, piu' o meno liberiste. Per fare un esempio, la tortura non e' mai accettabile, mentre i sussidi sociali ai disoccupati possono essere stabiliti in misura maggiore o minore, subordinati a certi requisiti, dati a vita oppure a tempo determinato e cosi' via, e lo stesso diritto al lavoro non significa che lo Stato debba assumere tutti i cittadini che non hanno un impiego, ma che non deve ostacolare chi lavora e crea lavoro e deve operare con politiche di sviluppo economico, che pero' possono essere le piu' varie e tenere piu' o meno conto dell'impegno che anche il singolo deve mettere nel prepararsi al lavoro e nel mantenerlo.

Il discorso sarebbe lungo e articolato, ma mi limito a dire che purtroppo tale visione distorta, tipica di chi ideologizza tutto - a destra come a sinistra - e' fonte di malintesi che pesano moltissimo sui conflitti sociali e spesso determinano comportamenti e persino leggi che, per soddisfare l'idea personale di giustizia di una parte della popolazione, ledono in realta' i diritti fondamentali di altri.

Ne e' un esempio l'atteggiamento di chi ritiene che i gesti di violenza e prevaricazione siano giustificati da un'ingiustizia (come nel caso della spesa proletaria). Anche la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sancito che gli atti di violenza o che ledano diritti altrui sono illegali, ancorche' fatti per una "buona causa", e illegali sono i movimenti che li teorizzano o commettono. Gli unici atti violenti ammessi sono quelli di legittima difesa da una effettiva minaccia di morte e l'unica resistenza legale e' quella contro un dittatore assassino o contro un'invasione armata.

Specularmente, non e' legale ne' accettabile invocare la legalita' per manganellare la folla inerme perche' rumoreggia o dissente dalle idee del potere. La folla, se manifesta pacificamente, non limita la liberta' altrui e non diventa una reale minaccia (anche senza armi si puo' travolgere ed uccidere), ha diritto di urlare slogan, agitare il pugno, sventolare cartelli con slogan anche scomodi, picchettare o fare sit in per giorni.

Venendo invece a Roberto Calderoli, il ministro leghista reagisce malamente ai dati forniti dalla Caritas, commentando che i numeri del dossier "dimostrano che ci troviamo di fronte ad una vera e propria invasione e l'incremento previsto da questi studi per il futuro preannuncia una progressiva sostituzione dei nostri popoli con i loro", che vogliono "cancellare la nostra identità". Il ministro preannuncia battaglia "con qualunque strumento" da parte della Lega Nord: ".... intendo proporre al governo la linea adottata da Malta... tolleranza zero, ovvero alzo zero".

Ma il ministro parte all'attacco della Caritas che, dice, "non ha mai ignorato il business immigrati". Ed infatti non sono i dati che hanno colpito Calderoli, e' l'analisi che emerge dal dossier e che fotografa una realta' diversa da quella dipinta dalla Lega e dal governo, sia per quanto riguarda l'immagine comune che si ha dell'immigrato, sia per quanto riguarda le leggi varate dal governo in materia di immigrazione. Ecco perche' la Caritas andava anche delegittimata con l'affermazione che sull'immigrazione ci guadagna. Sono Vescovi (quindi secondo il governo hanno diritto di parola e persino di indicazione elettorale), ma in questo caso dicono cose scomode, quindi occorre indurre nel cittadino il sospetto che dati e conclusioni siano influenzati da un secondo fine.

E certo non poteva far piacere al ministro il commento di Mons. Montenegro, presidente della Caritas italiana (presente alla presentazione del dossier con altri tre Vescovi), che si e' detto "turbato" nel leggere "i resoconti sui traffici di manodopera, sui rimpatri nei paesi convenzionati, sui soggiorni nei Centri di Permanenza Temporanea", aggiungendo: "non abbiamo mai creduto - e i numeri ci danno ragione, sia in Italia che nell'Unione Europea - che la repressione da sola sia una soluzione; percio' continuiamo ad auspicare che le disposizioni di contenimento dei flussi non abbiano mai a ledere diritti personali".

Monsignor Montenegro ha anche osato affermare che gli immigrati sono "nuovi cittadini" e che il diritto di voto per gli immigrati rappresenta "una battaglia di civilta’ al di sopra degli opposti schieramenti politici", come dimostra il fatto che "in Europa il diritto di voto e’ stato riconosciuto in Paesi con governi conservatori e in altri con governi progressisti".

Anche il dossier e' duro quando afferma che "Carta di soggiorno, cittadinanza, consulte, voto sono temi decisivi per una concreta e lungimirante politica di integrazione. Si può essere nello stesso tempo orgogliosi dei valori più autentici della cultura occidentale e aperti alle altre culture e al dialogo. Lo stesso Cristo non si perde, ma si può riscoprire quando si testimonia il divino anche insieme ad altri credenti, bollando tuttavia in maniera netta il terrorismo e la violenza che strumentalizzano la religione".

Il dossier spiega che "si è coscienti che una politica migratoria comporta anche azioni di contrasto ai flussi irregolari, ma la legge non deve mai entrare in collisione con la dignità della persona: la tormentata discussione sui CPT ha enfatizzato queste esigenze. Caritas e Migrantes vogliono, con papa Benedetto XV, che 'chiunque si trova lontano dal proprio Paese senta la Chiesa come una patria dove nessuno è straniero'. Perciò bisogna operare per una progettualità dell’accoglienza nella convinzione che la più grande minaccia alla sicurezza non è la diversità bensì l’esclusione sociale".

Parole sante. O non piu'?

Speciale immigrazione e razzismo

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