NEW del 08 settembre 2005

 
     

Repubblica nostra : ieri informazione negata , oggi falso stupore
di Giulia Alliani

Un vero peccato che le reti televisive italiane non abbiano mai trasmesso un film, anzi un "docufilm", che ancora, a dieci anni dall'uscita, continua a girare nelle televisioni straniere e ai festival del cinema. Si tratta di "Repubblica nostra", del regista Daniele Incalcaterra, ideato e sceneggiato insieme a Davide Pinardi (che e' stato anche l'autore della lunga intervista a Piercamillo Davigo, pubblicata da Laterza con il titolo "La giubba del re").

Girato tra marzo e dicembre del 1994, il film evoca un periodo decisivo della vita politica italiana, la morte della prima Repubblica e i primi passi della seconda. E' ambientato a Milano e i protagonisti sono dei milanesi impegnati nella vita pubblica: i magistrati del pool "mani pulite", un operaio dell'Alfa Romeo eletto deputato nella lista del PDS (Alvaro Superchi) e il direttore dell'istituto di sondaggi Diakron, poi eletto con Forza Italia, Gianni Pilo.

Si tratta della storia di due campagne elettorali, quella della sinistra, penosamente inadeguata, e quella della destra, super organizzata sulla base di sondaggi e di direttive imposte dall'alto. Peccato che pochi abbiano visto questo film, che ha fatto capolino un paio d'anni fa, quasi per sbaglio, sul satellite, sul canale Planet.

Peccato se, come e' probabile, non l'avranno visto personaggi come il professor Galli della Loggia o il professor Melograni (gia' deputato di FI), che nei giorni scorsi, hanno scritto sul Corriere della Sera criticando Forza Italia come un partito dove nessuno fiata e dove contano solo gli yes men. Stupisce che venga riconosciuto solo ora cio' che gia' risultava con disarmante sincerita' nelle scene del documentario.

Di seguito la traduzione della presentazione del film al festival del cinema di Rotterdam nel 2002: REPUBBLICA NOSTRA. Un documentario sulla politica Shakespeariana di Berlusconi. La realtà appare più fantastica della finzione.

Un documentario chiaro e di qualità sull'evoluzione politica di Berlusconi, da parte di un osservatore relativamente esterno (Incalcaterra ha vissuto lungamente lontano dall'Italia).

Incalcaterra non ha voluto fare una una serie di rapidi reportages, ma ha preferito utilizzare delle immagini calme e dettagliate che possono meglio analizzare le situazioni coperte dalle rapide informazioni televisive. Per rappresentare l'attuale politica che disorienta l'Italia, Incalcaterra ha scelto un piccolo numero di ruoli principali che agiscono come fossero dei protagonisti di un dramma Shakespeariano.

Come luogo dell'azione ha scelto Milano, sede dell'impero mediatico (e calcistico) di Berlusconi, che è anche la città dell'inchiesta sugli scandali della corruzione (la famosa Mani Pulite). Un altro ruolo importante è stato definito per Alvaro Superchi, un operaio che ha lavorato per vent'anni all'Alfa Romeo. Egli è un attivo sindacalista e candidato per il PDS (precedentemente Partito Comunista).

Berlusconi viene menzionato in modo indiretto. Il suo ruolo e la sua funzione vengono difesi da Gianni Pilo, specialista in sondaggi, che è stato uno dei consiglieri principali di Berlusconi, allo stesso modo del consigliere del Padrino. Incalcaterra ha assemblato con molta pazienza e sensibilità un materiale che si può citare con stupore.

Questo film è l'ennesima riprova che la realtà è più fantastica della finzione.

Speciale libera informazione

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