NEW del 7 settembre 2005

 
     

Egitto : elezioni e media dominati da Hosni Mubaraq
di Rico Guillermo

I media che hanno coperto la campagna elettorale per il voto di oggi in Egitto hanno dato molto piu' spazio al presidente uscente, Hosni Mubarak, che agli altri candidati, mentre gli osservatori indipendenti sono stati esclusi dal controllo di quanto avviene nei seggi.

Lo denuncia una relazione dell'istituto del Cairo per i diritti dell'uomo che dal lancio della campagna elettorale per quelle che sono le prime elezioni presidenziali multi-partitiche e democratiche del Paese, il 17 agosto 2005, ha controllato la copertura di quattro reti televisive nazionali, i Canali 1, 2 3 e Notizie dal Nilo, di due reti indipendenti e 17 giornali e riviste statali e non.

In Egitto il governo possiede e dirige tutte le stazioni radio e tv a diffusione terrestre e le poche stazioni private della televisione satellitare abilitate sono possedute da soggetti che hanno legami con il governo. I tre quotidiani leader del Paese sono controllati dallo Stato ed i loro direttori sono nominati dal presidente, mentre la programmazione delle poche reti radiofoniche private abilitate di recente si limita all'intrattenimento.

Durante la prima settimana di controllo, CIHRS ha trovato che le reti televisive di Stato hanno assegnato molto pił tempo alla campagna del presidente uscente Mubarak che ai suoi nove candidati rivali ed anche le reti private hanno dedicato la parte del leone all'attuale presidente. Il progetto di monitoraggio e la relazione provvisoria sono stati ampiamente diffuse sui media egiziani, ma i media di Stato hanno prestato attenzione ai risultati, pubblicando solo cio' che era positivo per loro, piuttosto che qualsiasi critica. La stampa - soprattutto quella indipendente - e' stata invece piu' equilibrata. Parecchi giornali indipendenti, come "El-Masri El-Youm" e "Nahdet Masr", hanno realizzato servizi eccellenti sulle elezioni sia al livello di informazioni che di analisi.

I rappresentanti dell'Istituto hanno anche incontrato i funzionari del governo per discutere i risultati del progetto, esprimendo preoccupazione per il fatto che le organizzazioni per la liberta' di stampa nazionali e internazionali fossero stati esclusi dal gruppo di osservatori delle elezioni. Ma la commissione elettorale egiziana per le elezioni ha dichiarato che non permettera' che i gruppi indipendenti controllino l'elezione presidenziale, nonostante un'ordinanza del tribunale. Soltanto ai soprintendenti di detta commissione, ai candidati ed ai loro rappresentanti sara' permessa la presenza presso i seggi.

"Il rifiuto del governo da cooperare con gli osservatori internazionali e nazionali solleva le questioni circa l'imparzialita' delle elezioni" ha detto il direttore del progetto. La commissione elettorale nazionale ha anche rifiutato di escludere un candidato secondo quanto invece disposto dal tribunale, e favorito l'incombente Hosni Mubarak assegnandogli - con un cambiamento dell'ultimo minuto - il simbolo principe dell'Islam, la mezzaluna, fatto molto importante in un Paese a maggioranza musulmana ed in cui vi e' un elevato grado di analfabetismo.

Anche grazie a questi fattori si pensa che il presidente Mubarak vincera' con ampio margine. Mubarak ha condotto una campagna molto ben orchestrata, dando risalto alla sua esperienza e alla stabilita' dell'Egitto nella turbolenta regione mediorientale, nonostante gli ultimi attentati - come quello di Sharm el-Sheikh, per il quale non a caso e' stato appena in tempo dato l'annuncio dell'individuazione dei colpevoli - smentiscano in parte tale asserzione.

Ma per la prima volta l'attenzione pubblica e' stata diretta verso i problemi interni piuttosto che ai rapporti con Israele, le questioni della Lega Araba o la violenza in Iraq e i pricipali avversari del presidente hanno promesso una riforma costituzionale molto radicale.

Speciale libera informazione

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