NEW del 15 agosto 2005

 
     

Ritiro da Gaza cominciato a mezzanotte ; discorso di Ariel Sharon
di Rico Guillermo

Gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Gaza per lo storico ritiro iniziato a mezzanotte. Agli 8500 coloni nella striscia di Gaza e nelle quattro colonie in Cisgiordania e' stato rivolto l'ordine di partire entro 48 ore. L'operazione - che avviene alla presenza di 30.000 soldati israeliani schierati per prevenre disordini e sotto l'occhio, a distanza, di 7.500 agenti della sicurezza palestinese - e' stata chiamata "Mano tesa ai fratelli".

All'incrocio di Kissufim, fra Israele e Gaza, che da' accesso al gruppo di colonie ebraiche del Gush Katif, nel sud della Striscia, i soldati hanno piantato una barriera rosa con una scritta in Inglese e Israeliano che dice: "Stop, l'ingresso nella striscia di Gaza e la presenza qui sono proibiti per legge". Da quel momento i civili israeliani presenti nella striscia di Gaza sono in condizione di illegalita', ed hanno due giorni per andarsene in pace, dopo di che verranno fatti sgomberare con la forza dall'esercito. Il ministro della difesa Shaul Mofaz vorrebbe completare il ritiro entro il 4 settembre, invece che a meta' settembre, la data originariamente stabilita.

Per i Palestinesi, questo ritiro e' il primo segno di speranza in un futuro Stato autodeterminato. Per i coloni invece si tratta di un sopruso. Ieri sera un gruppo di coloni ha proclamato la secessione da Israele del territorio degli insediamenti. Sono circa 4000 i sostenitori della causa dei coloni che si sono infiltrati illegalmente negli insediamenti della Striscia di Gaza, secondo la radio militare israeliana. Anch'essi dovranno sgomberare.

Alcuni coloni hanno rotto questa notte vetri di automobili e dato fuoco a pneumatici all'entrata della principale colonia del sud della Striscia, Neve' Dekalim, dove i manifestanti hanno anche tentato di lacerare gli pneumatici di un veicolo militare. Lo ha riferito un corrispondente della France Presse. Ma ancor prima un tecnico del suono della rete televisiva France 3 e' stato sequestrato da uomini armati nella striscia di Gaza, come reso noto da fonti della sicurezza palestinese. L'uomo e' stato sequestrato davanti al suo albergo a Gaza da tre uomini armati che l'hanno costretto a salire a bordo della loro auto poco prima che cominciasse ufficialmente il ritiro israeliano.

Il primo ministro israeliano Ariel Sharon terra' oggi un discorso alla Nazione per spiegare le ragioni del ritiro dalla striscia di Gaza. Sharon - che ha fortemente voluto il progetto a costo di ben due crisi con dimissioni piu' o meno volontarie di suoi ministri e di cortei e manifestazioni di protesta da parte dei coloni e dei fondamentalisti ebraici - non chiedera' scusa ai coloni per le case e le proprieta' che dovranno abbandonare, ma spieghera' i motivi che lo hanno indotto a prendere questa decisione. Qualche giorno fa il premier aveva detto che Israele manterra' importanti stabilimenti nella West Bank qualunque sia l'accordo di pace.

Ma di pace non hanno parlato i militanti armati palestinesi. I leader politici di Hamas - riuniti in conferenza stampa sabato attorno ad una bandiera islamica, fatto verificatosi per la prima volta dopo dieci anni - hanno fatto voto di continuare a combattere Israele dopo il ritiro, e, in una sfida diretta all'autorita' palestinese, hanno affermato essere un loro diritto il possesso di armi.

Le tensioni fra l'ANP e Hamas si erano ravvivate giorni prima che Israele cominciasse il ritiro dalla striscia di Gaza, e ciascuna parte vuole aggiudicarsi la palma della vittoria per lo sgombero israeliano. La notizia della dichiarazione di Hamas e' giunta il giorno dopo che Abu Mazen aveva tenuto la prima celebrazione ufficiale per il ritiro di Israele.

Per fortuna qualcuno pensa in modo costruttivo e bilaterale al dopo-ritiro. Venerdi' una fondazione privata ha comprato la maggior parte delle serre negli stabilimenti di Gaza per 14 milioni di dollari ed ha progettato di passarle ai Palestinesi. Lo ha detto Yossi Beilin, leader del partito israeliano Yahad e direttore della fondazione. Mantenendo le serre intatte, ha spiegato, il Fondo economico di cooperazione potra' assicurare l'occupazione per migliaia di Palestinesi dopo lo sgombero.

Speciale pace e diritti umani

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