NEW del 05luglio 2005

 
 
       
 

Criminalità : opposizione attacca alla Camera , CdL presenta contromozioni
di Mauro Giannini

La casa delle Liberta' sta cercando di arginare alla Camera dei deputati le critiche e le richieste dell'opposizione sulla questione della sicurezza dei cittadini.

Gia'mesi fa fu presentata una mozione da esponenti del centrosinistra che ricordavano alla maggioranza come durante il governo dell'Ulivo essa avesse suonato spesso la grancassa per evidenziare i fatti di criminalita' che minavano la sicurezza dei cittadini. I proponenti sottolineano che oggi il tasso di criminalita' e' cresciuto mentre i toni di varie componenti della maggioranza di governo si sono abbassati ed in particolare non siano stati presi provvedimenti per assicurare la certezza della pena ai criminali.

Il centrodestra ha presentato quindi ieri due mozioni nelle quali si asserisce che il governo e' da tempo impegnato contro la criminlita' e sta ottenendo diversi successi pur in una congiuntura sfortunata, per cui deve solo proseguire nella sua opera.

La lunghissima e articolata mozione dell'opposizione ricorda che a suo tempo "la paura era enfatizzata a prescindere dai dati reali dei reati, che, pur mostrando un andamento decrescente - soprattutto con riferimento ai reati di criminalità diffusa - non erano accettati come motivo di rassicurazione, ma volutamente ignorati, con l'intento di alimentare l'allarme sociale e il vissuto di vittimizzazione".

I deputati dell'opposizione ricordano che nel programma elettorale 2001 di Forza Italia si parlava di "«controllo del territorio, forze dell'ordine meglio equipaggiate e meglio pagate, rapidità dei processi, certezza della pena, controllo dell'immigrazione clandestina»".

In seguito, "l'avvio dell'attuale esperienza di Governo ha coinciso con un drastico abbassamento dei toni e sono scomparse dal lessico politico del centrodestra alcune istanze di cambiamento, come, ad esempio, la necessità di intervenire sulle norme processuali penali per garantire la certezza della pena. Le polemiche roventi sulla relazione esistente tra immigrazione e criminalità hanno ceduto il passo ad una nuova normativa, la cosiddetta «legge Bossi-Fini» del 2002, che, lungi dall'arrestare i fenomeni migratori, come più volte la Lega Nord aveva chiesto, ha inasprito alcune norme della cosiddetta «legge Turco-Napolitano» e ha favorito la richiesta di regolarizzazione per oltre 700.000 immigrati, un numero complessivamente pari alla somma delle quattro legalizzazioni precedenti".

Inoltre nel 2002 l'osservatorio sui media di Pavia "ha riscontrato una diminuzione degli spazi dati da Rai e Mediaset alle notizie sull'immigrazione e sulla criminalità, scese le prime dai 963 minuti del primo trimestre 2001 ai 350 minuti del secondo trimestre 2001 e le seconde dai 2.625 ai 2.134 minuti" mentre invece "il 2001, coerentemente con i quattro anni precedenti, segnava una diminuzione del totale generale dei delitti, pari a 2.163.830, nel 2002 ne erano censiti complessivamente 2.231.550; la stessa tendenza è stata confermata dal dottor Francesco Favara nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2004".

Critiche anche al "rapporto su «Lo stato della sicurezza in Italia», presentato dal Ministro dell'interno il 15 agosto 2003" colpevole di aver "omesso in più parti il raffronto dei dati del 2002 con quelli del 2001 e non sono riconosciuti gli incrementi di alcuni delitti, tra i quali i furti e le rapine. Per quanto riguarda gli scippi, si respingono le denunce se la vittima non dichiara di avere visto personalmente l'autore del reato".

Indubbiamente, poi, affermano i proponenti, nell'ultimo decennio il numero delle vittime degli omicidi "è sceso da 746 del 2000 a 703 del 2001 e a 639 nel 2002. Tuttavia, proprio in questi ultimi tre anni, la dinamica è stata diversa per il numero dei tentati omicidi, passati da 1399 del 2000 a 1454 del 2001, sino a 1555 del 2002: l'effetto è stato un incremento complessivo dei delitti contro la vita delle persone; il dato che più suscita preoccupazione è che, nel contesto, mentre diminuiscono gli omicidi legati alla criminalità organizzata (sono stati il 16,79 per cento nel 2001 e il 15,49 per cento nel 2002), crescono quelli legati alla criminalità comune (83,21 per cento nel 2001 e 85,64 per cento nel 2002)" e "permane elevato il numero di reati relativi alla produzione, al traffico e al commercio di stupefacenti, in crescita negli anni 2001 (36.045) e 2002 (38.126) rispetto al 2000 (34.800)".

"L'esercizio del potere criminale in questo contesto realizza reati funzionali ad un modello mafia-impresa, che, come ha ricordato il dottor Favara, tende a porsi come alternativa allo Stato ed alle forze sane del Paese, anche nella capacità di creare occupazione. È cresciuto, così, il numero delle estorsioni denunciate" e "da una indagine svolta dal Censis emerge che il 75,2 per cento degli imprenditori che operano nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa rileva la presenza di fenomeni di usura, il 76,8 per cento denuncia l'esistenza del racket", mentre il sistema di sfruttamento con l'avvio alla prostituzione "sceso nel 2001 con 3.004 delitti denunciati rispetto ai 3.511 del 2000, è cresciuto nuovamente nel 2002 a 3173".

La mozione chiede che la Camera impegni il governo, fra l'altro, ad "assicurare la partecipazione e il contributo dell'Italia all'azione europea di contrasto alla criminalità e alla lotta al terrorismo, attraverso la rapida assunzione degli strumenti di cooperazione giudiziaria tra i Paesi membri; ad adottare iniziative normative volte all'istituzione di una sezione della Direzione nazionale antimafia specializzata per il coordinamento per la lotta al terrorismo nazionale e internazionale... a salvaguardare il principio di unitarietà di ispirazione e di governo della politica per l'ordine pubblico e la sicurezza... a sostenere l'organizzazione della rete di sicurezza nelle regioni meridionali... a rendere più efficace la lotta contro la criminalità organizzata attraverso iniziative normative volte all'elaborazione di un testo unico sulle misure di prevenzione personali e patrimoniali... in modo da attribuire alla Direzione nazionale antimafia un potere di proposta... per l'applicazione delle misure, prima di tutto patrimoniali, qualora l'accumulazione di proventi illeciti avvenga in un contesto nazionale o internazionale... ad adottare iniziative normative volte a modificare parzialmente la legge in materia di conservazione, per fini di giustizia, dei dati concernenti il traffico telefonico, per assicurare al pubblico ministero di poter acquisire in caso di assoluta urgenza, i tabulati telefonici senza l'autorizzazione del giudice per le indagini preliminari, in analogia al procedimento ideato in materia di intercettazioni; ad adottare iniziative normative concernenti il soccorso e il sostegno alle vittime di reati, in adempimento alla decisione-quadro del Consiglio dell'Unione europea del 15 marzo 2001" e ad adottare misure antiracket ed a sostegno di programmi di reiserimento dei detenuti, nonche' di rafforzamento finanziario delle forze di polizia e delle guardie penitenziarie.

Le due mozioni della maggioranza, sostanzialmente simili, sono brevi, generiche e discorsive, senza dati certi, con abbondanza di aggettivi e avverbi indeterminati quali "molti", "diversi" e "sensibilmente", e frasi come "innegabili successi" attribuiti al governo in merito alla lotta alla criminalita' ed impegnano il governo in un caso (FI)"a proseguire con forza nell'efficace azione intrapresa per difendere la sicurezza dei cittadini" e nell'altro (AN) "a intensificare l'azione" e "favorire la riforma del codice penale per rendere adeguata la persecuzione dei reati contro la persona e in specie la violenza sessuale, l'omicidio e la schiavizzazione".

Speciale Giustizia


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