NEW del 16 giugno 2005

 
 
       
 

Giustizia : donne magistrato , ANM attacca battuta di Centaro
di red

Indignazione nel mondo della magistratura per le dichiarazioni del presidente della commissione parlamentare antimafia, sen. Roberto Centaro, che, si fa rilevare, hanno offeso le donne magistrato.

Nel corso di una intervista rilasciata il 9 giugno alla Gazzetta del Sud, Centaro aveva commentato a proposito della eccessiva durata di determinati processi: "le persone che decidono di avere figli li facciano prima o ci pensino dopo.."). L’ANM ha fatto sapere ieri di ritenere che "i problemi di funzionalità e di efficienza della giustizia non si risolvano negando i diritti e ponendo in discussione il ruolo delle donne che esercitano le funzioni di magistrato".

"Dichiarare, in occasione di una importante visita della Commissione Antimafia in Sicilia, che le donne dovrebbero astenersi dal procreare se impegnate in processi di particolare importanza" significa, secondo la giunta esecutiva centrale dell'associazione, "eludere i reali problemi che in molte occasioni gli stessi magistrati di Messina hanno evidenziato".

L’ANM auspica che l’attenzione della classe politica si indirizzi verso le concrete soluzioni dei problemi di funzionalità degli uffici giudiziari, e in particolare di quelli gravati da processi di criminalità organizzata, traducendosi in iniziative volte al rafforzamento degli organici".

Era gia' stato fatto notare di recente come le donne, che costituiscono una percentuale rilevante della magistratura, siano scarsamente presenti in incarichi superiori. Il commento di Centaro (anch'egli magistrato e ora parlamentare in quota FI) ha ora alimentato una vera polemica.

Il segretario generale di Unicost Marcello Matera ha commentato che risulta "evidente l'arretramento culturale sul ruolo del magistrato donna, anche in ambienti istituzionali che pure dovrebbero essere più sensibili verso i problemi reali della società di oggi" e che questa "oggettiva discriminazione di genere" e' "fuorviante rispetto a quelle che sono le reali cause delle lungaggini dei processi, da ricercarsi, invece, in un sistema di norme farraginose e disorganiche".

Secondo il presidente di Magistratura Democratica Franco Ippolito, "non è la realtà, fatta di un alta percentuale di donne che lavorano, che deve adeguarsi alle esigenze organizzative, ma la organizzazione giudiziaria che deve adeguarsi alla realtà. Da chi ricopre incarichi di alta responsabilità, come il Presidente della Commissione parlamentare antimafia, ci aspetteremmo piuttosto un contributo alla migliore organizzazione del sistema giudiziario".

Ippolito ricorda che "una legge approvata dal Parlamento alla fine del 2000 ha previsto un aumento di organico dei magistrati anche per consentire tempestive supplenze delle magistrate in aspettativa per maternità. Se il governo avesse tempestivamente dato esecuzione alla legge avrebbe fatto il suo dovere e fornito un concreto aiuto a risolvere i problemi oggi evidenziati dal senatore Centaro".

De 'L'INSOSTENIBILE DURATA DEL PROCESSO PENALE, Ultimo anno di Legislatura: idee, proposte, prospettive' parleranno il 23 giugno 2005 a Bologna ore 17,00, Oratorio di San Filippo Neri-via Manzoni, 5Elvio Fassone, magistrato e senatore (DS-Ulivo), Giorgio Spangher, ordinario di diritto processuale penale dell'Università di Roma-La Sapienza e Consigliere del C.S.M. (Casa delle Liberta'), Armando Spataro, Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Marco D'Orazi, magistrato del Tribunale di Ferrara e Giuseppe Pagliani - Tribunale di Modena- Segretario distrettuale del Movimento per la Giustizia.

Prevedibile qualche accenno all'intervento di Centaro sulle donne in magistratura.

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