NEW del 30 maggio 2005

 
     

Costituzione europea : l'UE si interroga sul NO francese
di Rico Guillermo

Il 54,87% dei Francesi recatisi alle urne (il 70% degli elettori) ha votato NO alla Costituzione europea. E' un duro colpo per Chirac, per Giscard D'Estaing, per il Presidente italiano Caro Azeglio Ciampi e per coloro che credono nell'istituzione.

Chirac, rivolto ai Francesi in patria e all'estero ha detto di prendere atto della decisione maggioritaria, riconoscendo pero' che interessi e ambizioni della Francia sono profondamente legate all'Europa. Il presidente francese ha sottolineato che "la Francia, Paese fondatore dell'Unione, resta naturalmente nell'Unione" ed ha avvisato i partner europei e tutti i popoli d'Europa che la Francia continuera' a tenere il suo posto, nel rispetto dei suoi impegni".

Chirac ha rassicurato che, nel prossimo incontro del 16 giugno con i capi di Stato e di governo dell'Unione, egli difendera' le posizioni della Francia tenendo conto della volonta' dei cittadini, anche se la decisione scaturita dal referendum crea inevitabilmente un contesto difficile per la difesa degli interessi di Parigi in Europa. Sul piano interno, Chirac intende rispondere con un forte impulso all'attivita' di governo.

Proprio due giorni fa la Francia era stata fra i firmatari di un accordo a sette per intensificare la cooperazione nella lotta a terrorismo, criminalita' e immigrazione illegale con Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Olanda e Lussemburgo, in cui per la prima volta in Europa si prevede lo scambio fra Stati di dati genetici e su impronte digitali. Anche in altre occasioni Parigi era stata fra i promotori di iniziative che costituivano un progresso verso un'Europa piu' coesa o davano impulso ad una politica europea originale e non al traino di altre superpotenze. Ora gli scenari potrebbero cambiare.

Intanto reazioni di forte delusione o cautela vi sono state a Bruxelles per il NO francese. Il lussemburghese presidente di turno Jean-Claude Junker ha espresso delusione ma anche rispetto per il risultato del pronunciamento democratico. "Sara' una seria base di riflessione", ha detto Junker riferendosi al Consiglio di giugno che esaminera' cause ed effetti del No francese.

Il presidente della Commissione, Manuel Durao Barroso, ha commentato che "l'Europa continua a funzionare" ed ha aggiunto "troveremo il modo di far avanzare il progetto dell'Unione europea, cui intendiamo contribuire".

L'alto rappresentante per l'UE Javier Solana ha espresso il suo dispiacere, pur dicendo di rispettare la scelta dei Francesi, ed ha detto che l'esito del referendum francese va valutato con calma e attenzione. "L'Europa ha bisogno dei suoi popoli - ha detto Solana - ma ciascuno di noi ha bisogno di essa: l'Europa e' innanzi tutto un progetto di speranza".

Il presidente Ciampi - dispiaciuto per il voto - ha detto che "il Trattato costituzionale e' un avanzamento per l'Unione Europea; ne permette la governabilita'" ed ha aggiunto che "con l'Unione Europea, da oltre mezzo secolo abbiamo la pace. Senza l'Unione Europea, prima o dopo, ricomparirebbero i nazionalismi esasperati, gli spettri degli anni '30".

Secondo Ciampi "s'imporra' ora uno sforzo propositivo da parte di tutti i Paesi che hanno a cuore il successo del progetto europeo, a cominciare dalla Francia, nello spirito dell'ideale comunitario che essa stessa ha promosso".

Nove Paesi - che rappresentano quasi la meta' della popolazione europea - si sono gia' pronunciati per il SI al trattato costituzionale, ma fino a che tutti gli Stati membri si saranno pronunciati con un referendum, l'Unione Europea continuera' a funzionare con i trattati che attualmente ne regolano i rapporti interni ed esteri. Gli analisti politici ritengono che l'esito del referendum francese debba spingere l'Europa ad ascoltare di piu' l'opinione dei suoi abitanti e ad investire di piu' in comunicazione.

Intanto Barroso e' stato ed e' protagonista di un incidente che potrebbe aver avuto il suo peso sull'esito del voto francese. Una mozione di censura presentata dagli antieuropeisti dell'europarlamento alla vigilia del voto francese, ma sostenuta anche da altri deputati europei, chiede infatti spiegazione di un viaggio del presidente della commissione UE ospite di un armatore greco e della successiva erogazione di fondi europei alla Grecia.

La mozione e' ancora da votare, ma Barroso ha reagito con fastidio, commentando che gli stanziamenti erano stati decisi dalla precedente commissione. Diversi eurodeputati lanciano pero' accuse di scelta strumentale dei tempi da parte dei promotori del documento, data la contiguita' con il referendum francese.

Speciale Europa


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