NOTIZIARIO del 22 marzo 2005

 
     

Iraq : governo a Sciiti e Curdi , esercito ai generali di Saddam ?
di Rico Guillermo

Gli ufficiali americani incaricati di costruire il nuovo esercito iracheno stanno finendo con l'addestrare gli ex generali di Saddam che in realta' due anni fa erano stati mandati ad uccidere.

L'esercito di Saddam Hussein era composto per lo piu' da Sunniti, che hanno oppresso gli Sciiti e i Curdi. Oggi la realta' del Paese e' mutata, Sciiti e Curdi sono al potere e sono cresciuti anche numericamente all'interno dell'esercito. Addirittura le due etnie uscite vincitrici dalle elezioni del 30 gennaio avrebbero gia' cominciato a dividersi tra loro i ministeri del nuovo governo.

La coalizione sciita - con 146 eletti, compresi quelli della lista di Iyad Allawi - avrebbe 16-17 ministeri, tra cui quelli dell'Interno e delle Finanze e i Curdi - con 77 eletti - otterrebbero 7-8 ministeri (tra cui gli Esteri). Ai Sunniti - che hanno in buona parte boicottato le elezioni - andrebbero forse 4 ministeri. Capo dello Stato sarebbe confermato il leader curdo Jalal Talabani e primo ministro Ibrahim Jaafari, dell'Alleanza sciita che si richiama al grande Ajatollah Al Sistani. A un sunnita sarebbe attribuita la presidenza del Parlamento.

L'esercito pero', si compone non solo di etnie fra loro divise e quindi non facili da inquadrare in una disciplina tradizionale, ma anche da ex fedeli di Saddam, premiati sul campo dal dittatore e che gli ufficiali americani stanno letteralmente abbracciando. Inoltre vi sono infiltrati della guerriglia. Pertanto, si lamentano i generali USA, e' difficile addestrare le truppe locali e trasformare un'armata corrotta e indisciplinata in un esercito efficiente, la cui formazione e' ritenuta un fattore indispensabile perche' la coalizione lasci l'Iraq.

L'addestramento degli eserciti stranieri e' lasciato normalmente alle forze speciali degli Stati Uniti, ma l'ultima volta che gli USA cercarono di formare un esercito arabo - in Libano negli anni '80 - lo sforzo falli'. Anche in Iraq le difficolta' vengono giudicate enormi, un lavoro piu' difficile di quello della guerra di due anni fa, con uomini indisciplinati che talora rubano la strumentazione e che spesso rifiutano di combattere, anche a motivo delle rivalita' etniche che comportano un rifiuto dell'autorita' se assegnata ad un graduato di diversa etnia.

I generali affermano che comunque quasi 60.000 soldati iracheni e 82.000 agenti della polizia irachena sono stati addestrati e attrezzati. Il colonnello Robert Potter, un portavoce militare degli Stati Uniti in Iraq, ha detto che oggi ci sono 40 battaglioni, con 53 altri in varie fasi di addestramento. Ogni battaglione ha approssimativamente 700 - 800 soldati.

Il governo iracheno si aspetta che 100.000 soldati siano addestrati entro la meta' dell'anno e 150.000 per la fine dell'anno, ed anche per i generali e sottoufficiali statunitensi il principale scopo e' addestrare i soldati e la polizia irachena a combattere al proprio posto. Ma i comandanti negli USA hanno rifiutato di dire se stavano per giungere a tale risultato e l'ufficio generale di contabilita' degli Stati Uniti ha detto il 15 marzo che i comandanti degli Stati Uniti stavano esagerando il numero di forze irachene in servizio.

I militari USA sperano evidentemente di tornare prima possibile a casa, giudicando veritiera o comunque appellandosi alla motivazione addotta dall'amministrazione di George W. Bush della necessita' di assicurare un'autonomia di sicurezza al Paese, ma non e' detto che dal punto di vista politico le scelte governative rispecchino le speranze date.

Occorrera' anche verificare quale concreto potere avra' il nuovo governo iracheno ed in quale equilibrio mediorientale avverranno i prossimi passi dell'Iraq.

Speciale diritti umani


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