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NOTIZIARIO del 17
marzo 2005
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Bush
vuole Wolfowitz alla testa della Banca Mondiale Uno dei responsabili della guerra in Iraq alla testa della Banca Mondiale? Probabilmente si', dato che il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha raccomandato ieri per la nomina alla presidenza della Banca Mondiale il vicesegretario alla Difesa USA Paul Wolfowitz. La dichiarazione - rilasciata insolitamente durante una conferenza stampa - e' destinata a generare polemiche in alcune delle 184 nazioni che compongono l'istituzione. Wolfowitz e' infatti fra le piu' controverse figure dell'amministrazione Bush. Co-autore della teoria della guerra preventiva, compariva gia' - insieme al vicepresidente USA Dick Cheney - fra i firmatari di una lettera del 1998 con cui si chiedeva al presidente degli Stati Uniti (allora Clinton) di invadere l'Iraq e rovesciare Saddam Hussein. Mentre l'Europa sceglie di solito il candidato per il Fondo Monetario Internazionale, sono gli Stati Uniti ad individuare generalmente un candidato alla testa della Banca Mondiale. Un funzionario della Casa Bianca ha confermato che Wolfowitz gradirebbe molto il ruolo ma che non e' stato scelto ancora nessuno che lo rimpiazzi al Pentagono. Il prossimo presidente della Banca Mondiale dovra' rimpiazzare James D. Wolfensohn, australiano che guida la Banca Mondiale dal 1995 ed ha fatto sapere di non volere un nuovo mandato. Anzi, in un intervento su Bloomberg TV, il presidente uscente dell'importante Istituzione internazionale ha detto di considerare il vicesegretario alla difesa USA una persona "di grande intelligenza, ampia esperienza dentro e fuori il governo ed in possesso delle qualifiche per dirigere una banca". Bush ha tenuto a sottolineare ai media gli apprezzamenti di Wolfensohn nei confronti dell'uomo della sua amministrazione e, dopo che i giornalisti presenti alla dichiarazione di Bush hanno fatto notare al presidente che Wolfowitz e' stato protagonista di una guerra impopolare in quasi tutto il globo, Bush ha detto che stava facendo telefonate intorno al mondo per promuovere la candidatura di Wolfowitz. Era dovuta dunque a questo motivo la telefonata intercorsa con il premier italiano Silvio Berlusconi nella quale Bush ha ammesso che si era parlato della banca mondiale e non di altri argomenti.
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