NOTIZIARIO del 18 febbraio 2005

 
     

Mandato d'arresto europeo : cosa c'è dietro
di Rita Guma

Le posizioni contrapposte sul mandato d'arresto europeo in Italia derivano ufficialmente dalla necessita' da un lato (opposizione, favorevole) di adeguarsi alla legislazione europea, dall'altro (Lega, contraria) di assicurare le garanzie processuali e politiche al cittadino italiano. Da parte del governo c'e' stata una posizione di iniziale contrapposizione tradottasi nell'inerzia di fronte all'esigenza di adeguarsi al quadro europeo, ed in seguito - essendovi una proposta dell'opposizione e successivamente un impegno preso dal commissario Franco Frattini di fronte all'UE - ci si si e' adoperati per modificare la legge in modo da poterla controllare.

Il dibattito era comunque ineludibile (anche se l'Italia si e' spesso distinta per ritardi nell'applicazione delle direttive UE che - con tutti i governi - ci hanno portato davanti alla Corte di Giustizia europea e ci hanno costretto al pagamento di ingenti penali). Infatti gli altri 24 Paesi dell'Unione europea hanno gia' recepito nella loro legislazione nazionale la disciplina della decisione quadro, dato che entro il primo gennaio 2004 tutti i Paesi che avevano assunto l'impegno avrebbero dovuto dare applicazione alla decisione del Consiglio europeo del 2002.

La posizione della sinistra sul mandato d'arresto UE e' efficacemente tradotta dalle parole del deputato promotore del pdl, Giovanni Keller - gia' magistrato e vicepresidente dell'OSCE - che spiega di credere "nella costruzione di uno spazio europeo di libertà, di sicurezza e di giustizia" e quindi nella necessita' "della cooperazione giudiziaria internazionale per combattere il crimine", dove il mandato d'arresto europeo dovrebbe essere "lo strumento per facilitare, per rendere più veloce una procedura (quella dell'estradizione già esistente) che si è dimostrata lunga, complessa, inefficace e, in alcuni casi, anche ingiusta", come per i lunghi tempi di custodia cautelare e per la discrezionalita' politica concessa ai governi che debbono ratificare le richieste.

A giudizio della sinistra, il pdl italiano - dopo le modifiche che hanno indotto i promotori a ritirare le proprie firme - "contraddice in più punti lo spirito e la lettera della decisione quadro che, invece, il titolo della proposta dice di volere attuare" in quanto la maggioranza di governo con gli emendamenti, per lo piu' dovuti al relatore Pecorella, "ha stravolto il testo originario già nel corso della prima lettura alla Camera".

Spiega Kessler che "vi è un vizio di fondo del testo che ci perviene dal Senato" e cioe' "quello di ritenere che ogni richiesta di consegna di un ricercato che arrivi in Italia, comporti, da parte del giudice italiano, un esame dell'ordinamento dello Stato richiedente e perfino del singolo procedimento straniero, al fine di verificarne la corrispondenza con il nostro ordinamento, con i principi costituzionali, addirittura con il nostro modello di processo penale. Ciò è prima di tutto in contraddizione con la decisione quadro, che non prevede questo tipo di verifiche, alle quali invece i giudici italiani saranno obbligati, in virtù della legge sottoposta al nostro esame". Contraddizione per la quale, secondo l'opposizione "potremo essere chiamati a rispondere davanti alla Corte di giustizia europea" in caso di approvazione e di contrasti con altri magistrati europei.

Un altro punto dolente, quello del filtro di fatto costituito dal ministro della giustizia, era contenuto nell'articolo 4 bocciato ieri alla Camera. Inoltre la sinistra critica la consegna dei ricercati a Paesi che sono fuori dall'Unione UE. Secondo Kessler "arriveremo all'assurdo - se e quando questa proposta di legge verrà approvata - che per tutti i nostri partner europei chiederemo più condizioni e porremo maggiori difficoltà per la consegna di ricercati rispetto a quelle che poniamo a paesi che, ad esempio, aderiscono alla Convenzione europea sull'estradizione del 1957; Paesi come l'Azerbaigian e l'Armenia, ai quali noi, per tanti anni, non abbiamo chiesto, per esempio, che il processo, che ha originato la richiesta pervenuta, fosse un processo conforme al nostro ordinamento processuale".

Ed e' proprio questo, invece, il punto su cui insiste la Lega, secondo la quale "il mandato d'arresto europeo espone il cittadino italiano ai rigori di molteplici leggi straniere per fatti che il nostro diritto considera leciti" ed in contesti giudiziari diversi dal nostro. La Lega paventa anche situazioni in cui il cittadino italiano si trovi in carceri straniere dove non conosce la lingua e gli e' oggettivamente reso difficile avvalersi dell'assistenza italiana.

Secondo il deputato Bricolo, "il cittadino innocente in base ai principi italiani potrà essere incarcerato in forza di 24 legislazioni penali - per il momento, solo 24, ma in futuro molte di più -, a lui sconosciute". Ma l'opposizione risponde che gli altri "Paesi hanno aderito alla Convenzione dei diritti dell'uomo ed hanno sottoscritto un Trattato costituzionale".

Secondo Bricolo, poi "si individuano 32 tipologie di reato - e non 32 reati " che "potrebbero divenire penalmente perseguibili. La Lega fa riferimento anche ad internet ed ai reati di opinione, e non a caso, in quanto, secondo Bricolo, e' questo il "punto forse più dolente del mandato di arresto: fra le elasticissime figure di reato punibili è previsto, di fatto, anche il reato di pensiero" per cui sarebbero punti i reati di "razzismo e xenofobia" cioe' "il convincimento che la razza, il colore, la discendenza, la religione, i convincimenti, l'origine nazionale e l'origine etnica siano fattori determinanti per nutrire avversione nei confronti di singoli o di gruppi".

Dunque, secondo Bricolo, "l'opinione che la religione o le idee siano fattori determinanti per nutrire avversione verso un gruppo giustificherebbe di fatto l'arresto del reo che verrebbe tradotto in un altro Paese". Gli esponenti della Lega, quindi, mentre da un lato chiedono giustamente di circostanziare maggiormente i reati, chiedere conto delle prove esistenti e verificare le garanzie, dall'altro temono una persecuzione nei confronti propri e di propri simpatizzanti che esprimano opinioni razziste o discriminatorie.

Dal canto suo il maggiore partito di governo, Forza Italia, - che ha molto taciuto sul tema ma ben operato sia con il ritardo nell'esame della legge, sia tramite gli emendamenti dell'on. Pecorella, avvocato del premier Silvio Berlusconi - aveva osteggiato l'approvazione del mandato d'arresto europeo fin dagli albori, cioe' gia' durante la discussione europea, suscitando le critiche del presidente dell'allora ELDR, Graham Watson.

Non e' peregrino il dubbio che ci fossero timori per lo stesso presidente del Consiglio - all'epoca, ad esempio, sotto inchiesta in Spagna per Telecinco. Il giudice Garzon sospese poi quel procedimento per non procedere contro il primo ministro di un altro Paese, tuttavia - vista l'introduzione in questo pdl della supervisione del ministro della giustizia sulle richieste di mandato d'arresto UE e visto o anche il precedente caso della legge sulle rogatorie internazionali - i sospetti restano...

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