NOTIZIARIO del 28 agosto 2004

 
     

Italiane rapite : Imam lanciano appello , Frattini, Iraq pericoloso
di red

Tre Imam iracheni, dei quali due sciiti e uno sunnita, oltre al vescovo cattolico di Baghdad - tutti a Milano per un incontro organizzato dalla Comunita' di Sant'Egidio - hanno lanciato un appello "per la liberazione immediata e senza condizioni delle due operatrici italiane e degli operatori iracheni rapiti in Iraq oggi".

Nel loro appello, Mohammad Mahdi Al Khalisi , di Jawad Mahdi Al Khalisi - membri del congresso iracheno per la Rifondazione, sciiti - e Mohammed Bachar Sharif Al Faidhi - portavoce del consiglio degli Ulema, sunnita - nonche' Shlemon Warduni, vescovo di Baghdad, chiedono "nel nome di Dio clemente e misericordioso" la liberazione delle "due ragazze italiane che lavorano in una organizzazione umanitaria benefica chiamata 'Un ponte per Baghdad', che lavora per l'interesse dell'Iraq e degli iracheni, e dei due iracheni loro collaboratori".

Secondo il quattro religiosi, in questo modo sara' onorato il nome dell'Iraq, dato che tali atti danneggiano l'interesse dell'Iraq e servono solo ai nemici dell'Iraq e del popolo iracheno. Anche la Comunita' irachena a Roma si e' appellata ai rapitori per il rilascio dei quattro.

Simona Torretta, romana, e Simona Pari di Rimini (entrambe 29 anni), da anni impegnate nel sociale, sono state prelevate con i due Iracheni (un ingegnere e una ragazza) da uomini in uniforme e armati. La televisione araba al Jazira ha riferito che i miliziani hanno costretto tutti a radunarsi nel cortile ed hanno detto di parlare a nome del governo iracheno ed hanno intimato ai due guardiani non armati di farsi da parte. Secondo il portavoce della ong invece il commando si e' definito "gruppo islamico".

L'azione e' durata meno di 5 minuti e si e' svolta nella sede della Organizzazione non governativa per la quale le due operatrici lavorano a Baghdad. Il dubbio e' pero' come abbiano fatto i sequestratori ad entrare dall'area molto sorvagliata del centro di Baghdad e ad uscirne con gli ostaggi.

La donna irachena sequestrata lavora per l'Organizzazione non governativa Intersos, mentre anche l'ingegnere iracheno fa parte dello staff di 'Un ponte per...'. L'associazione spera in un "sequestro lampo", ma dichiara per voce del suo portavoce Lello Rienzi di non avere alcuna intenzione di lasciare l'Iraq.

Simona Pari e Simona Torretta lavorano in Iraq al programma 'Farah', un progetto in collaborazione con l'Unicef dedicato all'istruzione e alla partecipazione scolastica dei bambini nelle scuole di Baghdad e Bassora. Il progetto coinvolge 35000 bambini e le loro famiglie. Gli Imam avevano parlato nelle moschee del programma, esortando le famiglie a partecipare.

Annamaria Torretta, madre di Simona, e' ottimista ed afferma che la figlia "sapra' reagire". Il padre di Simona Pari ha detto che la figlia "voleva aiutare quei bambini". Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi - che e' in contatto costante con il ministero degli Esteri - ha ha telefonato alla famiglia Torretta per manifestare la propria solidarieta'. Lo ha riferito il prefetto di Roma, Achille Serra.

La Farnesina fa notare che da mesi aveva avvertito dei pericoli corsi in Iraq dai civili "non coinvolti in funzioni istituzionali", da ultimo con un comunicato del 27 agosto. Il 27 agosto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aveva illustrato in Parlamento - parlando a proposito della vicenda Baldoni - la situazione di pericolo in Iraq e dei sequestri che si erano gia' verificati.

Fa rilevare invece aspetti nuovi nel modus operandi dei rapitori Dia Rashwan, esperto di terrorismo islamico del Centro Studi Strategici Al Ahram, per il quale il vero problema per l'Italia e per tutti i cittadini italiani in Iraq "non e' la presenza in se' delle truppe italiane, ma il fatto che il governo italiano non abbia chiarito quanto durera' la sua missione e qual e' il vero scopo della sua presenza in Iraq".

Non si hanno ancora notizie di Ajad Anwar Wali, l'uomo d'affari iracheno, fratello di un residente in Veneto, rapito la scorsa settimana a Baghdad con due soci. Nessun gruppo terroristico ha rivendicato l'episodio, cosi' come non e' giunta richiesta di riscatto. La polizia irachena avrebbe esteso le ricerche anche fuori la capitale, ma senza alcun risultato.

Ieri sera sono stati sparati numerosi colpi di armi automatiche contro un check point di militari italiani alla periferia di Nassiriya. Come riferito da fonti del comando del contingente italiano, non ci sono notizie di feriti. L'episodio e' avvenuto a 6 chilometri a nord-ovest di Nassiriya.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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