NOTIZIARIO del 14 ottobre 2004

 
     

Conferenza Tokio : Iraq chiede aiuto e accusa l' ONU
di red

"Lo sviluppo e la stabilita' in Iraq non possono essere condotti in punta di fucile". Lo ha affermato ieri alla conferenza dei donatori a Tokio per la ricostruzione, Barham Saleh, il vice primo ministro iracheno ad interim.

In un vibrante discorso, Saleh - accompagnato da altri quattro membri del governo iracheno - ha chiesto ai 57 Paesi donatori internazionali presenti di tener fede alle promesse di aiuti al suo Paese, ed ha lanciato accuse di mancato sostegno alle Nazioni Unite.

"L'assistenza e l'aiuto a breve termine sono la chiave per distruggere le cause del terrorismo. E' questa la sola maniera di costruire un avvenire percorribile nel lungo termine per il nostro popolo" ha detto Saleh, aggiungendo che "e' ora il momento di impegnarsi fortemente".

Egli ha riconosciuto che la sicurezza e la corruzione restano dei problemi e si e' rivolto alle organizzazioni internazionali, segnatamente all'ONU, per un impegno diretto: "chiedo alle Nazioni Unite dove sono i sostegni essenziali per il processo politico che esse sono demandate a fornire?" ha chiesto il viceministro iracheno in modo provocatorio.

Il rappresentante dell'ONU, Mark Malloch Brown, ha risposto che inviare oggi ulteriori funzionari ONu in Iraq non farebbe che offrire nuovi obiettivi alla guerriglia, ma ha ammesso che le Nazioni Unite sono consapevoli che l'azione dell'ONU "non e' sufficiente", giustificandosi con le necessita' di prudenza.

Il capo della delegazione americana, il vicesegretario di Stato Richard Armitage, ha riconosciuto che Washington era stata inizialmente troppo lenta ad inviare fondi USA in Iraq, ma ha promesso di "accelerare il ritmo".

Armitage si e' appellato alla comunita' internazionale perche' buona parte (almeno la meta') dell'enorme debito di Baghdad, stimato in 125 miliardi di dollari, sia condonato. Il contributo degli USA e' di 15 miliardi di euro.

L'Iran si e' impegnata a fornire 10 milioni di dollari, mentre il Giappone - secondo Paese donatore per l'Iraq, dopo gli Stati Uniti - ha messo in piedi in Iraq tre progetti, del valore totale di 11 milioni di euro.

La Francia e la Germania, avendo rifiutato di partecipare all'intervento armato in Iraq ed alla spartizione degli appalti, parteciperanno solo alla quota europea.

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