NOTIZIARIO del 07 novembre 2004

 
     

Costa D' Avorio : Chirac teme per Francesi residenti
di red

Il ministro degli esteri francese Michel Barnier ha detto che il presidente della Costa D'Avorio Laurent Gbagbo "deve chiaramente assumersi le sue responsabilita' e il ruolo che gli compete per riportare il suo Paese alla calma, in particolare ad Abidjan". I disordini sono costati la vita a Bouaké ad 8 soldati francesi della forza di pace ONU ed il ferimento di altri 23, mentre sono stati circondati alcuni licei francesi.

"Occorre immediatamente ritrovare la via della pace e riprendere il processo politici tracciato dagli accordi" siglati nel 2003, ha aggiunto Barnier, che ha ammesso di essere preoccupato per la comunita' francese in Costa D'Avorio. Nel Paese vi sono infatti 14.000 Francesi di cui 8.000 hanno la doppia nazionalita' e Parigi sta prendendo tutte le misure per aiutarli.

"La Francia, in regime di legittima difesa, ha risposto immediatamente" ha sottolineato anche il ministro degli esteri francese che ha "informato personalmente il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan". Dal canto suo il presidente francese Jacques Chirac "ha chiesto ieri sera che fosse immediatamente intrapresa la distruzione degli aerei militari ivoriani che erano stati utilizzati per violare il cessate il fuoco, come annunciato dall'Eliseo in un comunicato.

Tale azione delle forze francesi si iscrive nel quadro del mandato affidato loro dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dell'operazione Liocorno per "assicurare il rispetto del cessate il fuoco e la sicurezza delle persone che sono in Costa D'Avorio", ha precisato il presidente francese. Parallelamente due compagnie supplementari e tre aerei Mirage sono stati inviati come rinforzo.

Un nutrito gruppo di Ivoriani favorevoli al presidente Laurent Gbagbo ha attaccato ieri una base militare francese vicino all'aeroporto internazionale di Abidjan, la capitale commerciale ivoriana, ed e' stato contenuto con lacrimogeni da parte dei soldati residenti.

Ma disordini vi erano stati anche nel pomeriggio del 4 novembre ad Abidjan, dove le redazioni dei quotidiani 24 Heures e Le Patriote, una testata vicina al partito repubblicano guidato dall'oppositore Alassane Ouattara, sono stati saccheggiati e poi incendiati da alcuni gruppi di "Giovani Patrioti" filogovernativi.

Tutto il materiale presente nella redazione del Nouveau Réveil, il quotidiano vicino all'ex-presidente Henri Konan Bédié, e' stato distrutto da un gruppo composto da almeno 200 civili armati di spranghe e manganelli, che indossavano le insegne del partito del presidente Laurent Gbagbo. Nella tarda serata di giovedi' una fonte militare ha dichiarato all'Agence France-Presse (AFP) di Abidjan, che alle testate vicine agli ex-ribelli e all'opposizione era stata interdetta la distribuzione delle loro pubblicazioni nelle zone controllate dal governo, con l'accusa di fare "l'apologia della ribellione".

Intanto, le forze armate ivoriane hanno condotto una serie di raid aerei contro le posizioni degli ex-ribelli a Bouaké (centro) e nel nord del Paese. Nella notte tra il 3 e il 4 novembre, la diffusione di Radio France Internationale (RFI), di BBC Radio e di Africa N°1 sono state interrotte sulla frequenza in FM, dopo il sabotaggio delle installazioni tecniche comuni da parte di un commando.

Il 27 ottobre, Reporter senza Frontiere aveva denunciato una campagna di censura, intimidazione e distruzione contro alcune testate d'opposizione in Costa d'Avorio, in seguito ad alcune testimonianze concordanti che segnalavano aggressioni nelle strade di Abidjan contro i venditori ambulanti di giornali, e dopo gli episodi di giovedi' ha nuovamente protestato e lanciato l'allarme per la liberta' di stampa.

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