NOTIZIARIO del 24 luglio 2004

 
     

Firenze : Comune si serva di banche etiche , non armate
di red

Un regolamento comunale relativo alle banche con le quali avere rapporti finanziari, favorendo gli istituti di credito che non abbiano effettuato transazioni bancarie connesse al mercato delle armi. E' quanto chiede una mozione presentata da Ornella De Zordo, esponente della societa' civile e capogruppo di "Unaltracittà / unaltromondo" in Comune a Firenze.

La mozione e' stata sottoscritta da esponenti del centrosinistra in consiglio e dal presidente del consiglio comunale. Sostanzialmente si chiede al Comune di adeguarsi ai principi e al dettato della legge 185/90 relativamente agli Istituti di credito che offrono i propri servizi e servono come appoggio al commercio delle armi verso quei paesi a cui non dovrebbero essere esportate, cioè in particolare paesi dittatoriali o in guerra.

Nel documento - che sara' discusso nel consiglio comunale di lunedi' prossimo - si sottolinea "il ruolo importante svolto da Firenze nell'ultimo secolo per la pace fra i popoli e come ponte fra diverse culture" e "l'importanza della predisposizione di atti formali che indirizzino l'amministrazione comunale a impegnarsi per non intraprendere relazioni finanziarie con le cosiddette 'banche armate'".

I consiglieri ricordano una precedente mozione, approvata dal consiglio comunale nel 2002, che invitava il sindaco a scegliere le banche con le quali avere rapporti finanziari in base anche a principi etici, "mozione di fatto disattesa" a parere della De Zordo.

"I dati che riguardano le operazioni di commercio di armamenti, in base alla legge 185/10 del '90 che le regolamenta - si afferma nella mozione - sono pubblici ed è possibile verificare conseguentemente che molte banche italiane sono impegnate nel finanziamento di imprese la cui attività è rivolta al commercio di armi; tali dati sono liberamente a disposizione in quanto estratti dalla Relazione del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento nonché dell'esportazione e del transito dei prodotti ad alta tecnologia".

Tale normativa - come ricordato anche nella mozione - stabilisce che l'esportazione ed il transito di armamento sono vietati verso Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell'articolo 51 della carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia, le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere; verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell'art. 11 della Costituzione; verso Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l'embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte delle Nazioni Unite e verso Paesi i cui governi sono responsabili di accettare violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell'uomo.

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