NOTIZIARIO del 29 dicembre 2004

 
     

Coree : rischiano rimpatrio e morte i rifugiati nordcoreani
di red

Rischiano il rimpatrio i sempre piu' numerosi Nordcoreani che attraversano i fiumi Yalu e Tumen verso la Cina per cercare rifugio nel sud, dato che la Corea del Sud ha approvato nuove controverse misure finalizzate a ridurre il flusso dei richiedenti asilo.

Le regole, che saranno rese effettive il mese prossimo, rafforzano il filtro per gli immigrati e riducono la somma data a ciascun rifugiato da 28.000 a 10.000 dollari. Le autorita' della Corea del sud dicono che le nuove norme sono dirette sia a fermare Norcoreani con precedenti criminali che cercano di ottenere l'ingresso, sia a scoraggiare le persone di origine coreana che vivono in Cina dall'emigrare a sud.

Si stima infatti che circa 300.000 Nordcoreani vivano attualmente in Cina, dove le autorita' restano ferme nella loro politica di rimpatriare i fuggitivi, che e' stata contestata piu' volte dai rifugiati nordcoreani negli Stati Uniti con proteste davanti all'ambasciata Cinese a Washington.

Ma gli attivisti dei diritti umani affermano che le misure - che incideranno negativamente sugli sforzi dei dissidenti nordcoreani che fuggono dal Paese - sono il risultato delle richieste da parte della Cina e della Corea del Nord per una politica di riconciliazione. In effetti invece alcuni mesi fa la Corea del Nord aveva duramente attaccato quella del Sud per l'asilo dato ai dissidenti, considerato quasi un atto di guerra.

I difensori dei diritti umani sottolineano che coloro che cercano scampo all'estero e vengono rimpatriati rischiano oltre 17 anni di prigione, ma vivono al massimo due anni, dato che - denunciano le organizzazioni - vengono torturati e muoiono in prigione.

Speciale diritti umani


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