NOTIZIARIO del 20 agosto 2004

 
     

Iraq : la conferenza ha definito il nuovo parlamento
di red

I leader politici e religiosi iracheni hanno selezionato un consiglio di transizione, scegliendo in una lista di candidati sostenuti dal governo, dopo quattro giorni di dibattito.

L'annuncio e' stato dato ieri da Walid Shaltah, un importante membro della Conferenza per la ricostruzione. Il consiglio di 100 membri sorvegliera' il governo ad interim del primo ministro Iyad Allawi ed aprira' la strada per le elezioni di gennaio.

Un delegato, Sadiq Al Musawi, ha detto che la rappresentanza sara' proporzionale: "abbiamo il 25% dei seggi del consiglio assegnati alle donne; seggi per le minoranze, i capitribu', le istituzioni della societa' civile, movimenti , i partiti politici e gli accademici. E' previsto ben equilibrato per tutti gli Iracheni in modo che nessuno sia emarginato ", ha detto.

Degli 81 seggi, infatti, 21 saranno riservati ai membri di partito, 21 ai leader provinciali, 11 alle minoranze, 10 ai capitribu', 10 alle organizzazioni della societa' civile ed otto per gli indipendenti. I 19 seggi restanti, compresi tre occupati da donne, sono gia' stati assegnati ai membri del precedente Consiglio di governo generato dalla coalizione subito dopo la caduta di Saddam Hussein nel 2003. Il consiglio potra', con il voto dei due terzi dei deputati, eleggere un nuovo presidente o primo ministro.

Sono tuttavia divampate le polemiche. I delegati indipendenti hanno detto che il consiglio era sostanzialmente allineato ai sostenitori del governo - dato che e' composto da persone gradite all'amministrazione voluta dagli Stati Uniti - e potrebbe essere nient'altro che una bolla di sapone.

Il voto conseguentemente e' stato fatto ritardare, in mezzo ad una ridda di accuse di circa 450 delegati ai partiti politici principali di ever dirottato il processo di rinascita del Paese. Parecchi membri del congresso si sono ritirati dalla conferenza per protestare contro il meccanismo di scelta dei membri del consiglio.

Nel frattempo ieri Mouqtada Al Sadr aveva chiesto al governo - tramite il suo portavoce - un negoziatore per discutere un accordo per porre fine alla crisi a Najaf. La richiesta e' avvenuta un'ora dopo un ultimatum lanciatogli dal governo il quale gli intimava di acconsentire "entro poche ore" all'accordo peraltro da lui accettato il giorno prima.

Intanto, nella citta' santa di Najaf - dove l'Armata Madhi e la polizia irachena unita ai Marines hanno combattuto per giorni - sono continuati gli scontri: proiettili di mortaio sono caduti su un posto di polizia, ferendo molti agenti. L'aviazione americana avrebbe anche bombardato ieri sera - secondo testimoni - le posizioni dei miliziani sciiti.

Questa mattina, il leader radicale sciita ha invitato i suoi miliziani asserragliati nel mausoleo dell'Imam Ali ad evacuarlo ed a consegnarlo il piu' presto possibile alla Marjaiya, la massima autorita' sciita. Sadr ha pero' rifiutato di disarmare la sua milizia, come richiesto dal primo ministro ad interim iracheno Iyad Allawi.

Testimoni hanno anche reso noto che aerei da guerra statunitensi hanno bombardato la citta' sunnita di Falluja - nell'Iraq centrale - considerata la roccaforte dei guerriglieri fedeli al deposto presidente Saddam Hussein.

Colpi di mortaio invece hanno colpito il tetto dell'ambasciata USA a Baghdad. Un portavoce USA ha detto che due dipendenti della sede diplomatica sono stati colpiti in modo lieve, aggiungendo che John Negroponte - l'ambasciatore statunitense - e' fuori dall'Iraq per qualche giorno.

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