NOTIZIARIO del 30 gennaio 2004

 
     

30/1 Cina: ondata di "suicidi" in seguito a condanne per corruzione

(di Giulia Alliani) I media cinesi hanno riferiito ieri che piu' di 1200 membri del Partito Comunista si sono uccisi e 8000 sono fuggiti all'estero nei primi sei mesi dell'anno passato durante un'azione di repressione della corruzione. taluni, come il britannico The Guardian sostendono che la campagna di pulizia abbia pero' scalfito solo la superficie del problema.

Si pensa inoltre che si siano spesso verificati incidenti nella gestione dei processi e che i suicidi siano in realta' omicidi mascherati. La famiglia di un deputato, condannato per una tangente, e lanciatosi da una finestra del carcere pochi mesi prima di venire rilasciato sulla parola, contesta la versione ufficiale del suicidio e sostiene che il deputato sia stato ucciso perche' non venissero alla luce particolari su illeciti compiuti da personaggi piu' importanti di cui egli era a conoscenza.

Mentre funzionari del partito di rango poco elevato sono stati condannati, gli inquirenti non riescono a sfiorare il bersaglio principale delle loro indagini, il ricchissimo Zhou Zhengyi, di Shangai, che e' in contatto con personaggi influenti e, si crede, anche con l'ex-presidente Ziang Zemin. Costui e' sempre riuscito a tenere le indagini alla larga dalla propria persona.

Durante i due decenni di riforme che hanno introdotto il libero mercato il partito ha mantenuto il proprio potere, ma ha perso la spinta ideologica, e l'idea di dover compiere una missione per il bene del popolo. La provincia dove imperversa la corruzione e' anche la piu' ricca, il Guangdong, da cui sono fuggiti ben 1240 membri del partito portando con se' intere fortune guadagnate in modo illecito. Molti di loro sono i figli e le figlie di importanti funzionari, che hanno sfruttato il potere dei loro genitori per acquisire beni di proprieta' dello Stato.

by Bollettino Osservatorio

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