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NOTIZIARIO del 18
novembre 2004
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Correzioni
a un terzista impreciso Su Stampa Web il 15 novembre si trovava questo articolo. L'ho corretto o commentato dove necessario (in corsivo). Un esercizio di semplice logica. OGGI A GIUDIZIO L'UOMO CHE DISSE «BUFFONE» AL PREMIER, UNA VICENDA DI BEFFE E PARADOSSI Insultò il Cavaliere, processo al «Puffone» 15 Novembre 2004 di Jacopo Iacoboni Aridatece er Puffone, e ce l'hanno ridato. Si (ri)processa oggi a Milano Piero Ricca, il tipo che un anno e mezzo fa diede del «buffone» a Silvio Berlusconi, e l'evento va registrato perché mette tragicomicamente a confronto due Italie che in tutta questa storia si sono prese molto sul serio, fino a scambiarsi le parti. Inizia il 5 maggio del 2003, ricordate?, quando un perfetto sconosciuto, nei corridoi del tribunale di Milano zeppi di telecamere in attesa del passaggio del premier dopo la deposizione al processo Sme, gli ruba letteralmente la scena per urlargli in faccia «Berlusconi buffone, fatti processare e rispetta la legge, sennò farai la fine di Ceausescu!». La frase è incompleta e imprecisa. Quindi il senso è alterato. Successe il finimondo. Il Cavaliere si indispettì, a dito teso intimò ai carabinieri «identificatelo». La notizia finì in testa ai tg. Il tipo, che nessuno sapeva come apostrofare, fu descritto in modi per lo meno imbarazzati dalle agenzie («un uomo» disse Apcom, «un cittadino», secondo l'Ansa, «a guy», un tale, per l'Associated Press). Si seppe poi che Ricca era a sua volta figlio di magistrato, e lui stesso studente fuori corso in giurisprudenza. Mio padre è un ex magistrato e io non sono uno studente fuori corso Il pomeriggio rilasciò un'altra dichiarazione che lì per lì parve un'imbarazzata e anche futile rettifica, «non gli ho dato del 'buffone' ma del 'Puffone'» (per dire della «non alta statura del presidente» e per «la sua vena affabile e allegra, che anche oggi ha dato prova di sé»), ma che è probabilmente quella che lo consegna agli annali linguistico-politici. Ci fu chi paragonò Ricca a un giacobino, e neanche mite, chi ne fece un proprio eroe girotondino, chi più lucidamente vide in lui la reincarnazione mediatica del leggendario Angelo Gallo, il dc calabrese che in chiesa s'avvicinò a Fanfani per tirargli le orecchie. Fotografato, allora la tv non si portava. Futile rettifica? Mai sentito parlare di satira? Poi tutto s'è fatto complesso, e la trasversalità postmoderna di questa storia è diventata quasi paradigmatica. Ricca dopo la semi-rettifica ri-rettificò: «La frase sul Puffone? Nessuna ritrattazione, piuttosto la voglia di satira per calamitare l'attenzione su un problema reale». C'è un tempo per la satira e un tempo per l'etica... Non bastò a evitargli una querela per ingiuria aggravata. Non era questo il fine Sei mesi dopo il pm aveva chiesto l'archiviazione della querela, quelle frasi potevano rientrare nel diritto di critica, ma il presidente del Consiglio ha presentato ricorso, e poiché il premier ritiene sia stata offesa la presidenza del Consiglio, a rappresentarlo è adesso l'avvocatura dello Stato. È a questo punto che la trama, già per sua natura fumettistica, rischia di apparire parodisticamente rovesciata. Fin qui tutto bene? come giudichi le notizie che dai nell'ultimo paragrafo... Accade questo: il Puffone (per metonimia, Piero Ricca) scrive una lettera, la fa circolare su Internet, chiama alla mobilitazione in suo favore davanti all'aula del giudice di pace, leggila bene, voglio soprattutto le persone che la pensano diversamente da me, le invito ad ascoltare, per farsi un'opinione stamattina alle 9,30, e si presenta come vittima di un abuso di potere consumato attraverso la giustizia. Mai fatto cenno di ciò. L'abuso è nelle cose. Vedi identità fra presidenza e querelante. E gli avvocati dello Stato in cuor loro lo sanno «C'è qualcuno, nell'avvocatura dello Stato, che avverte un leggero disagio per tutto questo? Me lo può comunicare, anche solo in forma privata? Mi farebbe piacere saperlo, perché la possibilità di riscatto è nel coraggio di chi sa pronunciare qualche no». Un'Italia sta con lui e si mobilita, Franco Cordero, Rita Borsellino, l'avvocato Umberto Ambrosoli, figlio del commissario liquidatore dell'Ambrosiano ucciso da Sindona e dalla P2, che difenderà il puffone oggi. Tu di questa Italia cosa pensi? Un'altra Italia, che ha fatto della battaglia all'ipetrofia giudiziaria un suo punto d'onore, si appella per una volta e paradossalmente ai giudici. Ipertrofia giudiziaria? non erano processi da annullare? voglia di farla franca insomma? Il Puffone giustizialista "giustizialista" perchè dico "Fatti processare"? Conosci il significato della parola "Giustizialista" vero? Argentina di Peron... si fa garantista. Il premier ultragarantista Quando sono fatti suoi vuole l'impunità, per gli altri la gogna, vedi Telekom e il resto. Che c'entra il garantismo? chiede massimo rigore. Non è il rigore lo scandalo: ma il fatto che il puffo lamenta l'offesa alla Presidenza del Consiglio, nella quale si incarna. Lo vedi anche tu vero? Le parti sono invertite, non è vero manca solo che stamattina in un oscuro corridoio di giustizia sia il Puffone a sentirsi dare del buffone. E lo accetterei, benchè l'etica sia l'esatto opposto della buffoneria. Ma io non sono permaloso. Per questo ti mando un sorridente saluto, anche se non ti conosco. Con l'invito a essere più preciso. Il diavolo è nei dettagli che ignori.
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