NOTIZIARIO del 24 gennaio 2004

 
     

L'effetto neve e il riciclagio delle notizie
da Domenico Ciardulli, Comitati Roma Nord

Si vede che la neve deve aver bloccato i meccanismi virtuosi di produzione ed elaborazione delle notizie.

Roba da non credere quello che si legge oggi sulle cronache romane: una notizia già comparsa sui quotidiani un anno fa, esattamente il 4 gennaio 2003, quando fu inaugurato il Centro "Giaccone" per nuclei madre-bambino. Ci sembra di ricordare che la notizia dell'inaugurazione era già comparsa più di una volta.

In ogni caso, oggi, di nuovo, si scrive dell'inaugurazione del Centro "Giaccone" anche se il civico indicato sui quotidiani è "via Cassia 473" mentre quello di un anno fa era "via Cassia 472". Esisterà veramente un Centro "Giaccone" "gemello" al civico "via Cassia 473" ? oppure la numerazione diversificata è semplicemente una forzatura maliziosa? Una cosa certa è che per la Telecom il civico 473 non esiste.

Il comunicato stampa dell'Assessorato alle Politiche Sociali di un anno fa, 3 gennaio 2003, relativo al Centro Giaccone, lo trovate anche al seguente link: (ndr comune.roma).

Un'altra cosa colpisce sulle notizie "sociali" di oggi: La Comunità S. Egidio condanna come atto incivile lo sgombero avvenuto ieri del campo nomadi della Magliana, sotto la Roma Fiumicino. E l'Assessore capitolino alle Politiche Sociali da' ragione alla Comunità S. Egidio.

Eppure, ad un attento osservatore, non sfugge che lo stesso Assessore aveva adottato il "pugno di ferro" sgomberando questa estate il Campo nomadi della "Muratella" che si trovava a poca distanza da quello di ieri. L'effetto è stato che una parte degli abitanti di quel campo non sono andati nel villaggio della Solidarietà di Talenti, come avrebbe voluto l'Assessorato, ma si sono insediati a gruppi più piccoli in altri punti della città (Laurentino e Magliana).

Insomma qualcosa non funziona nella percezione obiettiva dei risultati politici di questo Assessorato se quanto predicato e comunicato ai mass media si discosta da quanto praticato.

Di fronte alle tragedie continue che riguardano gli immigrati, i senza fissa dimora, i minori rom, sulle sponde dell'Aniene e del Tevere, nei depositi ferroviari dismessi, al casilino 900, nei cantieri di lavoro e nei parchi del tuscolano, la risposta standard istituzionale dell'Assessorato che sentiamo e leggiamo sui media, da circa un anno, è sempre la stessa: il numero crescente di chiamate alla Sala Operativa Sociale.

Sinceramente vorremmo qualcosa di più, perchè la Solidarietà non è una Centrale operativa nè di "Polizia" nè di "Pulizia" con 10 unità mobili a controllo satellitare, nè può esserlo l'appello continuo ai cittadini a segnalare il vicino di casa che soffre.

La Solidarietà, a nostro avviso, si innesca creando nei quartieri e nelle periferie circoli virtuosi che partono dalle periferie stesse, non con le appariscenti auto del Pronto Intervento Sociale, ma attraverso la formazione e la valorizzazione delle migliaia di operatori sociali che già sono sul territorio, a contatto con tante famiglie e con un patrimonio di esperienze e di potenzialità oggi dilapidato da condizioni di lavoro penalizzanti, a causa della mancanza di controllo reale sugli enti affidatari di servizi.

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