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NOTIZIARIO del 14
gennaio 2004
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Nunzio
D’Erme Sta senza dubbio accadendo qualcosa di nuovo e di grave in fatto di gestione dell’Ordine pubblico se si è deciso di arrestare preventivamente un consigliere comunale che siede in Campidoglio da otto anni e che è membro della Commissione Permanente Politiche Sociali. Probabilmente, gli attuali eventi di guerra e terrorismo che investono profondamente l’animo di tutti noi stanno già producendo danni nel nostro quotidiano facendo smarrire il senso dell’equilibrio e la visione delle sfumature della realtà che non è solo tinta di bianco e di nero. Va da sé che, agli occhi dell’opinione pubblica, provvedimenti giudiziari di questo tipo sminuiscono le grandi differenze che esistono tra la lotta politica di Nunzio D’Erme e dei giovani disobbedienti da quella clandestina ed omicida dei terroristi, ammassandoli inconsapevolmente in un unico calderone. E’ indubbio, dalle istruttorie sui fatti di Genova e Napoli, che eccessi ed errori possano esserci da ogni parte, Istituzioni comprese. Il successivo cambio di rotta nella gestione dell’Ordine Pubblico nella manifestazione del Social Forum Europeo a Firenze aveva dimostrato che la buona volontà e il buon senso di chi ricopre ruoli istituzionali possono portare benefici a tutta la Comunità, quella Comunità che le Istituzioni sono tenute a tutelare usando moderazione ed equilibrio. La “disobbedienza” è ormai pratica quotidiana nel nostro paese e bisogna riconoscere che spesso essa è stata ed è un efficace strumento per interrompere situazioni di grande ingiustizia frequentemente determinate da incuria, incompetenza e immobilismo della burocrazia e degli apparati pubblici. Se si applicasse estesamente quel concetto di possibile reiterazione del reato espresso nell’ordinanza della Procura a carico di D’Erme, dovremmo aspettarci una valanga di arresti tra gli autoferrotranvieri di Milano che “disobbediscono” al Prefetto, oppure tra gli allevatori che “disobbediscono” al Questore, oppure tra i cittadini di Scansano per la loro “disobbedienza” reiterata per decine di giorni in strada e sui binari delle stazioni. Su un altro versante ci sono tutti quei finanzieri, banchieri, palazzinari, industriali di Porto Marghera, industriali del farmaco che, pur inquisiti, vengono lasciati liberi di reiterare reati. In questi casi si tratta spesso di reati che non consistono in un goliardico bidone di letame, pur di dubbio gusto, davanti casa del Presidente del Consiglio, nè di occupazioni di case abbandonate per darle a famiglie senza casa, ma consistono in veri e propri atti criminosi i cui effetti ricadono rovinosamente sulla Salute delle persone e distruggono per sempre la vita di intere famiglie. In questa complessa realtà dove si condona l’evasione fiscale, dove si condonano i grossi abusi edilizi dei costruttori, dove si viola la Costituzione con decreti legge poi bocciati dalla Consulta, l’arresto preventivo di un consigliere comunale è un provvedimento, a mio avviso, grottesco che rischia di aumentare le tensioni nella gestione dell’Ordine Pubblico facendo inconsapevolmente il gioco di coloro che, sia all’interno delle Istituzioni, sia all’interno di organizzazioni terroristiche, spingono verso la militarizzazione delle dinamiche sociali. Per tutti questi motivi, mi auguro che i magistrati revochino l’ordinanza di arresto, convinto come sono che è proprio in questi momenti delicati che la libertà e i diritti delle persone debbano avere la massima tutela in tutte le sedi. _____________ I
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