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NOTIZIARIO del 5 marzo
2004
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Come
il Boss dei Boss potrebbe stilare un rapporti sul revival della mafia Signore e Signori, ho il piacere di dar conto di un altro anno di progressi della vostra - cioe' nostra - societa'. Punti salienti sono stati il mio ottantesimo compleanno,il quarantesimo anniversario della mia decisione di rendermi latitante e il decimo anniversario dell'arresto del mio predecessore, Salvatore O'Curto Riina. E' un buon momemto per volgersi a considerare gli sviluppi a partire dal suo "pre-pensionamento". Alcuni sostengono che O'Curto si sia sopravvalutato nella sua lotta contro la Stato italiano, assassinando magistrati e seminando bombe sul continente. Essi dicono che, se solo le autorita' avessero beccato O'Curto un po' prima, noi ci saremmo risparmiati un mucchio di fastidi. Ma io dico: "Errare e' umano; perdonare e' divino". I capisaldi della nostra politica aziendale dopo l'arresto di O'Curto sono stati: un profilo piu' basso nei confronti dei media e una rinnovata attenzione nei confronti del core-business. Cio' in cui noi eccelliamo e' vendere assicurazioni (da noi stessi). Fui io a prendere la decisione di abbassare i premi per aumentare la nostra quota di mercato. Dieci anni dopo, la domanda per le nostre "offerte non rifiutabili", presentate con discrezione, ma in modo persuasivo, non e' mai stata cosi' forte. Lo stesso si puo' dire per le nostre consulenze nel settore dei lavori pubblici, che si sono sforzate di ottenere una completa integrazione verticale, incassando profitti ad ogni livello. Abbiamo ridotto le attivita' all'estero, ma i profitti risultanti dalle vendite di droga e armi hanno tenuto bene. E' nella natura del nostro business che vi sia una rivalita' forte, vorrei dire omicida, fra le filiali locali. Mi sono dato come priorita' il ridurre al minimo le dispute inutili. I risultati si possono vedere in un profilo mediatico che ben potrebbe adattarsi a quello di un produttore di accessori per l'idraulica. Nel 2003 La Stampa ha usato l'espressione Cosa Nostra 139 volte. Dieci anni fa la cifra era superiore di cinque volte. Lo scopo della mia "strategia di immersione" era in primo luogo quello di cullare i nostri avversari in un falso senso di sicurezza, migliorando cosi' l'ambiente del business in funzione di una nostra futura crescita. Come prova del nostro successo, faccio notare che la Commissione Antimafia del Parlamento Italiano non ha compiuto visite a Palermo negli ultimi tre anni. Il governo di Silvio Berlusconi, il cui partito, Forza Italia, ha vinto nel 2001 in tutti i 61 collegi siciliani, non ha purtroppo soddisfatto tutte le grandi speranze che in esso avevamo riposto. Non ha abolito il severo regime di "vacanza involontaria" cui sono sottoposti tanti dei nostri dipendenti. Tuttavia il Presidente del Consiglio, che ha di suo alcuni problemi con la legge, ha apportato delle modifiche che ci favoriscono. I nostri reparti addetti alla tesoreria e alle acquisizioni segnalano che e' molto piu' facile riciclare i profitti e mettere in piedi societa' fantasma ora che il Governo ha depenalizzato [ndt. Di FATTO] il reato di falso in bilancio. E l'atteggiamento ostile del Presidente Berlusconi ha aiutato a indebolire la magistratura, e cio' anche nell'opinione di quei nostri dipendenti che potrebbero essere tentati dall'idea di tradire i nostri segreti. Nel futuro dovremo confrontarci con nuove sfide. Il primo obbiettivo sara' quello di trovare il modo di sfruttare i contratti finanziati dall'Unione Europea, che contengono clausole volte ad evitare un nostro coinvolgimento. Un altro problema che dovremo imporci di risolvere e' quello connesso al nostro eccesso di dipendenza nei confronti della 'ndrangheta calabrese nella vendita all'ingrosso della cocaina. Ma la sfida piu' importante e' quella che ci vede impegnati a mantenere alta la reputazione del nostro marchio. Quasi tutti sanno che la Mafia siciliana e' la vera, autentica Mafia. Ma il basso profilo adottato potrebbe cullare potenziali clienti nell'illusione dell'inoffensivita'. E questa illusione potrebbe rivelarsi realistica se il nostro staff perdesse l'abitudine all'assassinio e alla tortura. Il Consiglio di Amministrazione e' al lavoro per trovare una soluzione a questo problema. Nel frattempo robusto cashflow, scarsa pubblicita' e crescente apatia, tutto ci induce a sperare in un prospero futuro. Come negli anni passati, non faremo donazioni ad istituzioni benefiche. Bernardo
Provenzano --------- Originale THE ECONOMIST Italy's Mafia A capo's annual report Mar 4th 2004 | BAGHERIA, WESTERN SICILY >From The Economist print edition How the Boss of Bosses might report the Mafia's revival Signore, signori, I am pleased to report another year of progress for your?that is, our?corporation. Significant milestones included my 80th birthday, the 40th anniversary of my decision to go on the run and the tenth anniversary of the arrest of my predecessor, Salvatore ?Shorty? Riina. It is a good moment to look back at developments since his ?early retirement?. Some people say that Shorty overreached himself in taking on the Italian state, killing judges and bombing the mainland. They say, if only the authorities had caught up with Shorty earlier, we'd have been saved a lot of trouble. But I say: 'To err is human; to forgive, divine'. The pillars of our policy since Shorty's arrest have been a lower media profile and renewed concentration on core businesses. What we do best is to sell insurance (from ourselves). I decided to lower premiums to raise market share. Ten years on, demand for our discreetly, if persuasively, marketed 'unrefusable offers' has never been stronger. The same can be said of our public-works consultancy, which has striven to achieve full vertical integration, taking profits at every level. We have curbed foreign activities, but profits from sales of drugs and arms have held up well. It is in the nature of our business that there is vigorous?indeed homicidal?rivalry between local offices. I made it a priority to minimise needless disputes. The results can be seen in a media profile that would suit a plumbing-accessories manufacturer. In 2003 La Stampa used the words Cosa Nostra 139 times. Ten years earlier, the figure was five times as high. The aim of my ?strategy of submersion? was chiefly to lull our opponents into a false sense of security, so improving the business environment for our future growth. As evidence of our success, I note that the Italian parliament's anti-Mafia commission has not visited Palermo in the past three years. The government of Silvio Berlusconi, whose Forza Italia party won all 61 seats in Sicily in 2001, has not, regrettably, fulfilled all the high hopes we had for it. It has not repealed the strict ?involuntary vacation? regime for many of our employees. However, the prime minister, who has problems of his own with the law, has made certain changes that benefit us. Our treasury and acquisitions departments report that it is far easier to launder profits and set up bogus corporate vehicles now that the government has decriminalised false accounting. And Mr Berlusconi's hostile attitude has helped to undermine the judiciary, not least among any of our employees who might be tempted to betray our secrets. Going forward, we face challenges. One is to find a way to profit from EU-funded contracts that have conditions attached seeking to block our involvement. Another is our excessive dependence on the Calabrian 'Ndrangheta for wholesale cocaine supplies. But the biggest test of all is to maintain our brand's reputation. Most people know that Sicily's Mafia is the real Mafia. But our low profile could yet lull potential customers into thinking we are harmless. If the staff lose the habit of murdering and torturing, they might even be proved right. Your board is working on solutions to this problem. Meanwhile, healthy cashflow, negligible publicity and rising apathy all give hope of a prosperous future. As in previous years, we shall not be making donations to charity. Bernardo Provenzano Boss of Bosses ___________ I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
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