NOTIZIARIO del 23 aprile 2004

 
     

CAOS IRAQ

Cara Presidente Guma,

noi tutti, credo, ci siamo fatti un'idea di quello che significa la guerra personale, oltre che illegale, di Bush jr. Le sottopongo le mie riflessioni. Le sarei grato se volesse darvi una scorsa e dirmi cosa ne pensa.

L'assalto alla "diligenza Iraq" iniziata con motivi pretestuosi, sta rivelando via via quello che significherebbe perdere, per i partecipanti della coalizione, nel caso di ritiro dalle operazioni:

1)... per Bush, la possibilità di insediarvi una base permanente, e disporre delle risorse petrolifere, acquisendo di fatto, il controllo dell'economia mondiale;
2)... per Blair, un posto nella camera dei bottoni, per valersene in sede europea;
3)... per Berlusconi e gli altri rappresentanti, un posto al tavolo della spartizione degli appalti.

I più cordiali saluti,

Vincenzo Rocchino

Caro Amico,

gli antefatti della guerra e successiva occupazione, cosi' come dimostrano i tanti documenti sul nostro sito ed anche l'articolo odierno di Flavio Mobiglia, sono talmente complessi, ed in parte ancora da scoprire, che onestamente non penso sia facile farsi un'idea che non sia fondata essenzialmente su un'impressione complessiva.

E purtroppo temo che per molti sia andata proprio cosi', cioe' hanno "preso partito" a priori, e nei dati e fatti emersi successivamente hanno trovato - da ambo le parti - solo conferme alle proprie idee. Ovviamente non generalizzo, e non sto parlando dei lettori di questo sito e di coloro che preferiscono informarsi e documentarsi, prima di arrivare a conclusioni affrettate. Alla fine, comunque, la realta' potrebbe arrivare a superare la fantasia.

Passando allo specifico delle sue domande, solo la storia, col distacco della distanza temporale, e con il "senno di poi", e forse anche con la declassificazione dei tanti documenti oggi protetti da segreto di Stato, potra' dirci veramente come stavano le cose.

Per una persona che ritiene finalizzati a meri interessi personali o di gruppo o di Stato le scelte relative agli avvenimenti odierni, infatti, ve n'e' un'altra che la vede all'opposto, ritenendo i disordini e le violenze che traviano l'Iraq la dimostrazione della necessita' degli interventi fatti nella regione, che risultano quindi sacrosanti e in buona fede.

Noi dell'Osservatorio cerchiamo di fornire i documenti e le informazioni che non sempre si rinvengono altrove, per potersi formare un'opinione autonoma.

Tuttavia il punto essenziale della questione, a mio avviso, e' che e' stato violato il diritto internazionale, e questo e' un fatto, non un'opinione, un retroscena o un'ipotesi.

Non e' quindi opinabile che Bush, Blair e in ultimo Berlusconi abbiano condiviso un'avventura grave e con gravi conseguenze come quella irachena, ottenendo solo a posteriori una risoluzione ONU che prende atto della presenza delle forze in Iraq.

Un altro fatto e' che ministro della difesa USA Rumsfeld abbia confermato pubblicamente che si tratta di guerra, mentre invece i soldati Italiani e le altre truppe internazionali hanno ritenuto di andare a presidiare la pace.

A me bastano questi due fatti, gravissimi, inoppugnabili e non imputabili a mere coincidenze, per criticare questi interventi in armi, e non ho bisogno di sapere quali motivazioni abbia avuto chi li ha messi in atto.

Infatti qualsiasi fine, in una societa' civile - e regolamentata da leggi condivise - non puo' giustificare mezzi che eludano queste regole.

Rita Guma

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