NOTIZIARIO del 31
marzo 2003
|
|||
La
Costituzione a pezzi Gentile Dott.ssa Guma, "la riforma di cui discutiamo parcellizza le forze dell'ordine e della sicurezza, rende incerte e precarie le competenze delle polizie, inventa polizie locali e polizie regionali dai profili indeterminati e velleitari" (...) "Parlamento, Governo Presidenza della Repubblica, Corte Costituzionale, tutto viene destabilizzato con indiscriminata virulenza eversiva come se il terrorismo, gli squilibri demografici e i flussi migratori, le trasformazioni dell'Unione Europea fossero lì in attesa che noi risolviamo le nostre risse provinciali". La dichiarazione non é del solito comunista, ma la dichiarazione di voto del Vice Presidente del Senato Domenico Fisichella, a mio parere unico vero politico dell'intero centro destra. Fini, in aperto dissenso con lui, ha dichiarato che la legge di cui si discute, è nell' "interesse nazionale"(da La Repubblica 26/03/2004). Le chiedo come pensano di giustificarsi i "politici" della cosiddetta CDL di fronte ai loro elettori, dopo lo scempio che stanno facendo della nostra Costituzione, ed ancora, Lei pensa, come Eugenio Scalfari: "in questo governo esistono personaggi capaci di tutto pur di non restituire al Popolo ciò che il Popolo gli ha incautamente affidato."? Caro signor Rocchino, lei tocca alcuni punti molto delicati e complessi, che cerchero' di affrontare schematicamente sperando cosi' anche di rispondere ai suoi interrogativi. IL FEDERALISMO
Oggi la maggior parte del prelievo fiscale viene indirizato all'amministrazione centrale, che in parte lo utilizza per autosostenersi, in parte paga le spese nelle diverse regioni (scuola, polizia, sanita'), in parte lo destina verso le regioni a statuto speciale o verso il cosiddetto mezzogiorno. Si determinano cosi' due principali effetti negativi: lungo un cammino cosi' lungo ci saranno mille dispersioni clientelari e concussive di questa enorme cifra, mentre i contributi alle regioni svantaggiate cadono a pioggia e senza controllo del risultato, alimentando a volte mafie varie. Lei, a Genova, non puo' attribuire al suo deputato o senatore la colpa per quanto si disperde lungo il cammino ne' per il mancato buon fine dei finanziamenti agevolati per il sud: egli non ne sara' il diretto responsabile, e sara' facile attribuire alla mafia, all'indolenza dei meridionali ed a mille altre ragioni il mancato frutto di fondi che invece sono finiti nelle tasche sbagliate e non hanno mai raggiunto la destinazione. Idem, i responsabili centrali di quegli ammanchi non avranno altro deterrente che i propri scrupoli. Un federalismo ben fatto invece, evita spese superflue per la gestione dei fondi, visto che il loro percorso e' molto breve, consente di controllarne il corretto utilizzo, attribuire la responsabilita' di errori o appropriazioni indebite ai diretti responsabili locali e punirli con il voto, quindi minimizzare i rischi di corruzione. Per quanto riguarda i fondi per le regioni svantaggiate, essi vengono stanziati sotto condizione, cioe' conoscendo gli obiettivi da raggiungere. Il primo anno, ad es. vengono dati alla regione X 100 miliardi per costruire una serie di infrastrutture. Alla fine dell'anno la regione dovra' presentare un rendiconto. Se avra' rispettato i patti pora' ottenere un nuovo finanziamento, solo che questa volta necessitera' di uno inferiore, avendo gia' migliorato la sua situazione. E cosi' via, fino al progresso definitivo. Se i governanti della regione X non si atterranno ai patti, saranno puniti col voto dal loro elettorato, oltre che probabilmente anche con sanzioni penali, essendo piu' immediato il collegamento fra soldi sprecati=soldi rubati. All'inizio ci sarebbe un periodo di rodaggio in cui la criminalita' potrebbe tentare di prendere il sopravvento, ma poiche' cio' porterebbe automaticamente alla poverta', e senza ricchezza non mangia neppure la mafia, la lezione sarebbe presto capita da tutti. Oggi invece, finche' c'e' flusso di soldi, tutti mangiano ed il consenso viene in molti casi irresponsabilmente dato come voto di scambio. Quanto alla polizia ed alle due Camere, in effetti lo Stato italiano ha un doppione di tutto, a differenza che in altri Paesi, dove ad una polizia nazionale o federale se ne affianca una locale, e ad una camera nazionale se ne affianca una federale. Non mi risultano secessioni in Svizzera, Stati Uniti, Canada etc etc, nazioni molto piu' prospere e/o potenti di noi, ad oggi. FISICHELLA Mi trovo comunque d'accordo con lui sul fatto che questa riforma sia pasticciata, ma se vogliamo attribuire correttamente le responsabilita', dovremmo guardare anche al centrosinistra, che ha avuto anni, dalla bicamerale e dal governo Prodi, per fare qualcosa di meglio in merito, ma non l'ha fatto, pur avendolo inserito nel programma dell'Ulivo. Un po' come accade per il conflitto d'interessi che vede protagonista Berlusconi, ma come corresponsabile l'Ulivo. Alcune regioni, compresi diversi milioni di oriundi meridionali che al nord hanno costruito qualcosa di concreto, cosi' come alcuni meridionali del sud che cercano una soluzione alternativa al centralismo paralizzante, attendevano da tempo una riforma in questo senso, anche se forse piu' equilibrata. PREMIERATO La presunta governabilita' che tale scempio raggiungerebbe e' di fatto gia' raggiunta col maggioritario - come dimostrano tutti gli atti di questo parlamento - per cui il desiderio di concentrare nel primo ministro tanti poteri senza controllo puo' avere solo l'effetto (e l'intento?) di favorire una dittatura, svincolando il presidente del consiglio dei ministri dal consenso della sua stessa maggioranza e ponendo di fatto il parlamento sotto ricatto del premier. Se a questo aggiungiamo la riforma della Corte Costituzionale, il quadro e' completo. Il premier decide, il parlamento avalla, la Corte Costituzionale non eccepisce, ed il primo che fiata viene rispedito a casa. Una dittatura costituzionale, inedita figura istituzionale. SCALFARI Pero' lei ha toccato un tasto importantissimo. Perche' cio' che e' stato incautamente dato e cio' che e' stato abilmente preso puo' essere ripreso. Occorrerebbe pero' sgombrare il campo dalle ideologie e pensare solo al bene nostro e del Paese. Pero' occorrerebbe anche trovare interlocutori coerenti, capaci e rappresentativi, nonche' anch'essi slegati dalle ideologie, e per quanto detto sopra, non so fino a che punto ci si possa fidare. Occorrerebbe un nuovo fronte nazionale compatto e finalizzato sui punti che uniscono tutti i cittadini, di destra e sinistra. La Costituzione non e' di destra ne' di sinistra, anzi nella sua prima parte riprende tutte le carte internazionali dei dirittti dell'uomo. Ecco perche' oggi la societa' civile ha un ruolo fondamentale, abbandonando i condizionamenti ideologici. Per le divisioni e i distinguo c'e' sempre tempo... Rita Guma ________________ I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE
|
per fare una domanda scrivi alla redazione fra le domande pervenute ne saranno scelte alcune per la pubblicazione, ma a tutte sara' comunque data risposta in tempi ragionevoli Non si terra' conto delle domande anonime, anche se si puo' chiedere di mantenere l'anonimato.
|