NOTIZIARIO del 9 giugno 2004

 
     

Scuola, etica e legalita'
di Rita Guma

Le elezioni alle porte e le polemiche politiche ci stanno facendo dimenticare l'anno scolastico che termina. Alla scuola vengono dedicati si' paginoni nostalgici o con le dritte per gli esami, ma di rado sento parlare di legalita'.

Eppure il giorno degli scrutini dovrebbero emergere un po' di problemi etico-legali che nessuno richiama: siamo troppo abituati al lassez faire, al lasciar correre, e non dico che non denunciamo, ma non ci scandalizziamo nemmeno piu'.

Un collega che firma o timbra ma non e' presente genera solo fastidio perche' lavora meno di noi, ha la "faccia tosta" o e' raccomandato. Non ci pensiamo (ne' tantomeno ci pensa lui) al momento dello scrutinio finale, quando vota per bocciare un allievo rimproverandogli ne' piu' ne meno che quello che fa lui, cioe' essere assente quando dovrebbe essere presente, gabbare i professori come lui fa con gli allievi e con lo Stato.

Egli usa con gli allievi un metro piu' stretto di quello che adotta per se'. Sotto il profilo etico andrebbe tenuto conto che con simili esempi gli allievi non possono essere da meno e che essendo spesso assente non puo' giudicare onestamente.

Ma soprattutto quell'assenza puo' configurare un reato, anzi tre: abbandono del posto di lavoro, falso in atto pubblico e truffa.

Un altro aspetto- che riguarda maggiormente le scuole tecniche - e' quello degli acquisti scolastici. Molte scuole tecniche hanno scarse dotazioni di software o si materiale di consumo, salvo poi effettuare spese ingenti per fare la sala video o una seconda palestra.

E' ovvio che gli studenti privi di laboratori funzionanti non possono svolgere la parte applicativa del programma, e si demotivano (come anche alcuni insegnanti).

Come mai, se ci sono, i soldi vengono spesi male? Il merito e' dei decreti delegati, che hanno previsto una serie di organismi in cui pero' il controllato coincide con il controllore.

E' noto che un giravite, una lampadina, una licenza scolastica di software costano poco, per cui non si puo' fare la cresta sulla spesa con questi acquisti. Invece una batteria di computer o l'appalto per costruire l'ala nuova sono fonte di guadagni insperati per alcuni soggetti che intervengono nelle scelte. Dunque si punta su quelli, e per ottenere l'acquisto si opera nel seguente modo.

Uno o due docenti (A) firmano una richiesta, poi la sostengono nel consiglio d'Istituto di cui fanno parte (una seccatura non retribuita e svolta in orario serale, quindi poco ambita) e dove si trovano conniventi il dirigente scolastico, un paio di colleghi eletti a questo fine, il segretario (non dovrebbe essere presente, ma spesso c'e' e si schiera). I genitori ignari cosa possono fare di fronte a cotanti sostenitori? Votano a favore.

Poi l'ufficio tecnico (che puo' essere affidato ai suddetti soggetti A) chiede i preventivi ai potenziali fornitori. L'entita' e' tale che non va indetta una gara, ma la legge prevede minimo 3 preventivi. Dunque i furbi soggetti A ne chiedono solo 3, 2 ai piu' costosi del circondario, ed uno ad un loro amico disposto ad elargire la tangente.

Si torna cosi' in consiglio d'Istituto, dove i genitori oculati non posso che scegliere l'amico furbone. Chi paga e firma i pagamenti e' poi spesso la stessa persona che ha chiesto i preventivi o uno dell'allegra brigata, quindi una legge nata per la partecipazione alle scelte della vita scolastica e' gabbata, e studenti, genitori ed insegnanti onesti pure...

Cosa fare? Nel primo caso potete raccogliere le prove e fare una denuncia, ma il soggetto spesso fa parte di un "giro di amici" esperti nell'arte dello scambio dei favori, percio' cammina sicuro. Dunque le vostre prove devono essere ben solide. Una piu' o meno velata minaccia pero' fa spesso il suo effetto, ripristinando miracolosamente il codice morale del tapino...

Nel secondo caso la strategia e' piu' complessa. Se siete insegnanti cui viene chiesta una firma sotto richieste di preventivi irragionevoli, non firmate.

Occorre poi farsi eleggere in consiglio d'Istituto (meglio se in tanti) e poi proporre ogni volta altri fornitori con prezzi piu' ragionevoli. A quel punto l'imbroglio sara' palese se sara' scelto un fonritore "amico" con inevitabilmente il prezzo piu' alto.

Ovviamente un insegnante o un impiegato che si comporta cosi' rischia il mobbing: la mafia scolastica non perdona. Ma ricordate che dove c'e' mafia ci sono mille piccole illegalita', perche' lo scambio di favori si basa spesso proprio sul chiudere un occhio riguardo ad esse. E quelle illegalita' vi proteggeranno, se mostrarete di esserne a conoscenza.

Certo non e' piacevole vivere cosi' l'ambiente di lavoro, e ciascuno e' libero di scegliere come affrontare la cosa. Credo che il discrimine che ci induce ad intervenire potrebbe essere il danno che viene fatto agli studenti, i soggetti piu' deboli della catena.

In definitiva: fa' la cosa giusta!

by www.osservatoriosullalegalita.org

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