NOTIZIARIO del 17 dicembre 2004

 
     

Unione Europea : Turchia sì , Turchia no , oggi si decide
di Mauro Giannini

Oggi si riuniscono a Bruxelles i capi di Stato e di governo dell'Unione Europea per decidere l'inizio formale dei negoziati per l'adesione della Turchia. Si prevede una decisione positiva, dopo il parere favorevole del Parlamento europeo espresso ieri con 407 voti a favore, 262 contrari e 29 astenuti.

Il giornale tedesco Des Tagesspiegel e' sorpreso dal numero dei parlamentari UE che hanno votato a favore delle trattative nel voto a scrutinio segreto, quindi nella massima liberta', mentre il Sueddeutsche Zeitung predice che "l'Europa decidera' a favore delle trattative d'ingresso perche' e' troppo importante perche'... non ha alternative da offrire." Il giornale commenta che un rifiuto in questa fase avrebbe "effetti incalcolabili" per la Turchia.

Nell'Unione vi sono ancora resistenze. Da un lato infatti vi sono paure per l'ingresso di un Paese islamico cosi' popolato nell'Europa a 25 dove molti Paesi o partiti nei singoli Paesi rivendicano l'identita' ebraico-cristiana. A questi timori risponde Recep Tayyp Erdogan, il capo del governo turco, che in un articolo comparso sul giornale tedesco Bild ha detto che l'Europa farebbe un errore se limitasse la sua identita' al solo cristianesimo, limitando una utile integrazione.

Dall'altra parte vi sono i timori per la questione dei diritti umani e del rispetto delle minoranze. Il presidente francese Jacques Chirac commenta che "serviranno ulteriori sforzi, che potranno durare dieci o quindici anni, prima che la Turchia adotti le nostre regole, i nostri valori sui diritti umani e l'economia di mercato", anche se "sul piano della sicurezza, della stabilita', della pace, avere oggi questo grande Paese con noi e' estremamente positivo". Il quotidiano francese Le Figaro parla di "una pubblica opinione e un governo a maggioranza ostile" che il presidente Chirac vorrebbe rassicurare.

La posizione contraria e' e' espressa in modo crudo ma efficace dal giornale cecoslovacco Hospodarske Noviny, che parla di "spettro della Turchia" che si aggirerebbe sull'Europa, dato che si tratta di "un Paese con troppa popolazione, troppi Musulmani, troppi poveri e con uno sviluppo difficile da predire".

Ma vi sono timori anche da alcuni Paesi che dell'Unione non fanno parte. Il giornale Novyye Izvestiya di Mosca commenta che l'adesione di Ankara avra' conseguenze anche sulla Russia, dato che "se la Turchia aderira' all'UE gli uomini d'affari turchi dovranno seguire le regole economiche europee e non potranno importare i materiali russi, i semilavorati e gli equipaggiamenti per la piccola e media industria nella stessa misura di oggi".

In Italia si e' detta contraria all'ingresso di Ankara la Lega. Il presidente di turno dell'Unione Jan Peter Balkenende e il capo della Commissione Europea Jose' Durao Barroso sono entrambi favorevoli, tuttavia fino all'ingresso definitivo nell'Unione un terzo degli stati membri, o la Commissione stessa, avranno la possibilita' di bloccare i negoziati. Fra questi si teme possa farlo la piccola meta' di Cipro che aderisce all'Unione.

La divisione di Cipro, argomento che, insieme al genocidio deglI Armeni, sara' toccato durante le future trattative, e' infatti un'ostacolo all'adesione di Ankara. Poco prima dell'ingresso nell'Unione della parte greca dell'isola, e' fallito il piano di Kofi Annan per la riunificazione, a causa del rifiuto dei Greco-ciprioti, mentre i Turchi avevano votato si' durante il referendum. Dunque il presidente greco cipriota Tassos Papadopoulos potrebbe esercitare il suo diritto di veto per impedire l'apertura dei negoziati con Ankara.

Intanto la Forza di Pace delle Nazioni Unite ha iniziato l'eliminazione delle mine dalla zona cuscinetto di Cipro. "Ogni mina tolta lascia spazio ai mattoni che segneranno il cammino verso la pace e la riconciliazione", afferma il responsabile del progetto, Zbigniew Wlosowicz, che ha ringraziato l'UE per la collaborazione affermando "tra non molto vedremo una simile cerimonia d'inaugurazione in uno dei campi minati delle forze turche".

Speciale Europa


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