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NOTIZIARIO del 04
novembre 2004
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Diritti
: i ciechi di guerra , battaglia per una vita normale I ciechi di guerra hanno espresso ieri a Roma la loro delusione per le decisioni prese in merito alla finanziaria che li penalizza severamente, non prevedendo l'assegno sostitutivo di accompagnamento, cioe' di un contributo finanziario statale che permetta loro di pagare un accompagnatore in luogo dell'accompagnatore militare che l'abolizione della leva obbligatoria ha di fatto eliminato. La questione era stata gia' portata all'attenzione dei parlamentari dei diversi schieramenti dal presidente dell'associazione Risorse Massimo Vita, salernitano impegnato nel sociale ed egli stesso gravemente lesionato in viso dall'eplosione di un ordigno bellico che lo ha privato della vista in eta' scolare. La richiesta, fatta in occasione della campagna elettorale per le europee, fu inviata anche ai candidati, sollecitando un segno concreto da chi si proponeva ai cittadini quale rappresentante dei loro interessi. Ma solo un pugno di candidati e di parlamentari prosise di interessarsi alla vicenda, e vi fu la presentazione di un'interrogazione. Anche la stampa, schierata o meno, non diede spazio alle richieste dei ciechi di guerra. Tornando alla carica dopo quasi un anno di difficolta' dovuta all'assenza di un accompagnatore, la delegazione di disabili gravi giunta a Roma ha presentato una lettera aperta diretta ai parlamentari, nella quale, oltre a lamentare la situazione attuale, si propone un emendamento alla legge in discussione. Secondo i presentatori della proposta, oggi "l'insufficienza e' duplice: non si possono soddisfare tutte le richieste degli aventi diritto; non bastano i fondi per permetterci di assumere una persona" che funga da accompagnatore che ci accompagni in luogo del militare". La proposta dei chiechi di guerra per la discussione nelle aule parlamentari e adesso alla Camera dei Deputati e' emendare l'art. 20 secondo le proposte degli onorevoli Marras e Brusco, che prevede un'indennita' sostitutiva di accompagnamento. I ciechi di guerra - che sperano di non essere costretti a restare per sempre chiusi in casa - si sono detti certi di ricevere una solidarieta' "non solo formale" dai parlamentari.
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