NOTIZIARIO del 20 settembre 2004

 
     

USA e Gran Bretagna : discriminazioni razziali e terrorismo
di Rico Guillermo

Dall'11 settembre 2001 le autorita' americane prendono sempre piu' di mira i soggetti basandosi sulla loro appartenenza etnica o religiosa.

E' la conclusione di un recente rapporto di Amnesty International che rivela come circa 32 milioni di persone hanno denunciato di essere state fatte oggetto di questo tipo di attenzione discriminatoria dagli attentati dell'11 settembre a New York.

Nel nome della "guerra al terrorismo" le procedure della polizia, dell'immigrazione, e della sicurezza negli aeroporti sono diventate ancor piu' "razziali". Negli ultimi tre anni le persone provenienti dai Paesi del Medio Oriente o dall'Asia del Sud o che sono (o sembrano) originarie di quelle regioni, come i Musulmani e i Sikh sarebbero stati fatti oggetto di attenzioni particolari da parte delle autorita' americane.

Se questo potrebbe essere comprensibile, dopo gli attentati, non si spiega come gli agenti che si impegnano con uomini arabi, musulmani e asiatici siano meno impegnati nella ricerca dei terroristi bianchi come il talebano americano John Walker Lindh, sottolinea il rapporto, frutto di analisi e colloqui durati un anno.

Inoltre - viene evidenziato - le persone prese di mira sono frequentemente umiliate. Cio' rafforza la segregazione residenziale, nutre la paura e la sfiducia, soprattutto nei confronti della polizia, con cui queste persone si rifiutano di cooperare. "In questi tempi di insicurezza interna il nostro Paese non si puo' permettere di tollerare pratiche e politiche che erigano muri fra individui o fra comunita', e questo perche' dobbiamo poterci proteggere tutti" afferma il rapporto di Amnesty USA.

E gli Stati americani non hanno ancora compreso la misura del problema. Ventisette fra essi non hanno ancora proibito la "profilazione razziale" e 46 la "profilazione religiosa". Solo sei Stati hanno una definizione di profilazione razziale applicabile. A meta' agosto 2004 progetti di legge sull'argomento erano stati presentati in 41 Stati e adottati in 29, ma solo 23 di questi ultimi bandivano di fatto i comportamenti discriminatori.

Marcia opposta per la Gran Bretagna, che - dopo aver inasprito le sue leggi detentive antiterrorismo ed aver imposto ai religiosi in ingresso nel Paese l'esame di lingua inglese - si accinge invece ad una riforma che apre la porta all'impiego ed al dialogo con le minoranze.

La polizia britannica potrebbe infatti cercare candidati che parlino correntemente lingue come Turco, Pakistano, Bangladeshi ed Indu' per reclutarli secondo uno schema di "discriminazione positiva" allo studio del Ministero degli Interni.

L'idea e' che un programma per reclutare agenti che parlino lingue straniere, preferendoli - a parita' di requisiti - ai candidati che parlano soltanto inglese, amplifichi il numero di agenti non-bianchi e migliori i rapporti con le minoranze.

Un funzionario preposto ai servizi di polizia del ministero dell'interno britannico, ha detto che si incontrano spesso "agenti di polizia che stanno interpellando la comunita' cipriota di Londra e sono alla disperata ricerca di persone che possano parlare la lingua". L'inconveniente ha un impatto notevole, dato che si traduce sulla possibilita' di questi agenti di combattere il crimine.

Potrebbe essere possibile pensare ad un piano per il quale entro il 1009 nelle forze municipali britanniche il numero di esponenti di minoranze etniche sia portato da 6.5% al 25%, cioe' 7500 agenti in cinque anni. La questione va ancora esaminata sotto il profilo legale, per trovare la forma lecita per introdurre questo orientamento nei sistemi di reclutamento.

L'idea potrebbe essere criticata da coloro che sostengono essa discrimini i Britannici bianchi ma il ministero - che ritiene vitale essere attento nel reclutamento per mantenere un consenso pubblico alla polizia - e' contrario alle quote di agenti multilingue, sebbene il sistema basato sul linguaggio sia stato usato con successo negli Stati uniti per reclutare agenti di minoranze etniche.

Si spera che in capo a cinque anni la situazione "razziale" non peggori proprio come quella USA.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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