NOTIZIARIO del 04 settembre 2004

   
     

Ossezia Iraq USA e terrorismo : un problema di etichette
di Rita Guma

Quello delle politica e della societa' civile oggi, di fronte alle guerre e al terrorismo e' un problema di etichette. Alla societa' civile ed ai movimenti pacifisti si chiede di condannare il terrorismo che ha prodotto alcuni degli ultimi vergognosi attacchi, tacciandoli altrimenti di connivenza.

Noi condanniamo il terrorismo in assoluto, condanniamo i terroristi (persone) che hanno condotto ogni specifico attacco, condanniamo ogni attacco, ma non possiamo condannare il terrorismo come ci chiedono di condannarlo, perche' altrimenti dovremmo dire "islamico", e sarebbe una condanna per un'intera civilta'.

Il modo scelto per presentare la catena piu' o meno coerente di attacchi terroristici prodotti da chi professa (o dice di professare) una fede islamica e' di etichettare a livello mediatico e politico il tutto come "terrorismo islamico".

A quel punto nell'immaginario collettivo, a livello piu' o meno subliminale, la parola terrorismo diviene aggettivo di islamico, ed ogni Islamico un potenziale assassino fanatico e crudele, ergo occorre combattere contro tutti coloro che professano una simile fede.

Altro problema di etichette sopravviene quando si fanno delle critiche all'amministrazione Bush: si viene subito classificati come antiamericani. Ma gli Americani di cui parliamo siamo noi: Inglesi, Francesi, Spagnoli ed Italiani trasferitisi li' in tempi lontani, madri e padri e lavoratori come noi, con in piu' l'orgoglio di essere una grande nazione (un orgoglio che alcuni di noi hanno anche per l'Italia, quando pensiamo alla sua arte, inventiva, cultura).

Si e' antiamericani condannando le illegalita', la violenza, le bugie usate per spingere intere nazioni alla guerra, le mistificazioni finalizzate all'odio, la vendita di armi ai bambini soldato o ai terroristi, le torture? No, si condanna Bush, e non gli Americani in toto, e coerentemente si condanna in altre occasioni Castro, il governo della Cina o altri prodotti del comunismo.

A proposito di comunismo, ecco un'altra bella etichetta da applicare a chi chiede di guardare dietro alle ragioni delle rivolte sanguinose, a chi critica lo sfruttamento criminale e crudele delle popolazioni indigene e dei territori altrui da parte delle multinazionali, chi si meraviglia dell'impegno attivo per l'Iraq e delle chiacchiere umanitarie spese invece in altri contesti travagliati da violenze e dittature dove pero' non ci sono fonti di arricchimento, chi vede nello sbocco per l'industria delle armi la necessita' di mantenere sempre vivo un nemico (magari finanziandolo o non scoprendone i covi pur con mille intelligence) per giustificare una guerra qualsivoglia.

Ed a proposito di "ismi", anche l'etichetta di antisemitismo e' applicata a sproposito a chi critica un singolo atto o la politica del governo di Israele.

Ricordo dopo la decisione sul muro della Corte internazionale de L'Aja, il commento di alcuni che lamentavano il fatto che i giudici non avessero "tenuto conto delle esigenze di Israele". Ma la decisione era stata presa sulla base della legge, non di considerazioni politiche, economiche, umanitarie, di sicurezza etc, proprio come si fa di solito in un tribunale: non si puo', non e' legale costruire un muro nel terreno del vicino impedendogli di far visita ai suoi beni o di andare al lavoro!

Invece con un'etichetta di antisemiti - magari agli stessi che in altri momenti denunciano i veri atti antisemiti o la "cultura" antisemita - si cancella ogni ragionamento ed orecchie e cervello si chiudono, generando il fanatismo opposto.

Ma queste etichette sono storture che fa comodo propagandare al fine di confondere le idee, zittire, mistificare, e purtroppo - grazie ad una facile generalizzazione ed alle dichiarazioni dei politici amplificate dalla stampa - si finisce con l'impedire a tanti di prendere posizione contro qualcosa di sbagliato per evitare che si venga fraintesi o peggio strumentalizzati.

Ed e' il peggior terrorismo che ci sia, un terrorismo mediatico e politico che stravolge la verita', imbriglia la liberta' di pensiero, condiziona la democrazia e produce tanto odio.

Esemplari invece le manifestazioni francesi contro il ricatto dei terroristi, in cui pero' non vi poteva essere ambiguita', dato che i musulmani marciavano a fianco dei non musulmani in un'unica scelta di civilta'.

Quale? La civilta' senza etichette...

by www.osservatoriosullalegalita.org

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