NOTIZIARIO del 18 luglio 2004

 
     

Iran chiude il processo per uccisione Zahra Kazemi
di Carla Amato

Una corte iraniana ha bruscamente chiuso il processo per la morte di Zahra Kazemi, la giornalista canadese di origine iraniana che lo stesso Iran aveva riconosciuto essere stata uccisa per percosse e violenze in stato di detenzione.

Nel procedimento - ripreso ieri dopo mesi di fermo - era imputato Mohammad Reza Aghdam Ahmadi, un agente dell'intelligence accusato di aver ucciso la giornalista durante un interrogatorio.

Le autorita' hanno impedito a diplomatici e giornalisti stranieri di assistere al secondo giorno del processo. L'ambasciatore del Canada, Philip MacKinnon, il suo omologo olandese in rappresentanza dell'Unione europea e gli ambasciatori britannico e francese, giungendo in tribunale hanno trovato gli ingressi bloccati.

Hamid Reza Asefi, portavoce del governo iraniano, ha detto che le guardie all'ingresso hanno spiegato che, sebben il giorno prima fosse stato consentito l'accesso, le regole erano ora cambiate e non potevano essere ammessi stranieri.

I giornalisti iraniani sono stati invece ammessi nell'aula ed hanno riferito che i magistrati hanno giustificato la chiusura dell'aula con le pressioni internazionali tentate sul processo. "Zahra Kazemi era una cittadina Iraniana - ha detto il portavoce - e' assurdo che il Canada reclami ritenendola canadese... non ha alcun senso avere rappresentanti canadesi qui".

I magistrati non hanno chiarito il perche' dell'improvvisa conclusione del dibattimento. I legali hanno accusato le autorita' di voler occultare la verita', dicendo che il vero colpevole sarebbe un ufficiale di grado piu' elevato che si vorrebbe proteggere.

Il presidente riformista Mohammad Khatami, il cui fratello a suo tempo chiese un'indagine sulla vicenda della giornalista uccisa e sull'oprato dei magistrati - ha detto di credere che l'agente dell'intelligence sia innocente e che il tribunale dovrebbe provvedere ad individuare "la persona realmente colpevole".

Gli avvocati che rappresentano la famiglia di Zahra Kezemi, fra cui il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, hanno detto che le audizioni erano una farsa ed hanno rifiutato di firmare i verbali.

Shirin Ebadi - appena uscita dal tribunale di Teheran - ha detto che i magistrati non hanno davvero posto attenzione all'evidenza delle prove ed hanno invece annunciato la fine del dibattimento, ed ha commentato che il caso dovrebbe essere rivisto in un tribunale provinciale di maggior livello.

Un altro avvocato, Mohamad Ali Dadakhah, sostiene che la competenza del caso spetta alla Corte d'Assise ed ha aggiunto recentemente che nel caso sembra sia stato imputato anche un funzionario della prigione di Evine, gia' accusato dal partito del presidente Khatami, di aver partecipato all'assassinio di Zahra Kazemi in quanto avrebbe assistito agli interrogatori condotti dal giudice Mortazavi.

La fotogiornalista Zahra Kazemi mori' a 54 anni il 10 luglio del 2003 dopo essere stata catturata mentre faceva delle fotografie fuori ad una prigione della capitale iraniana. I rilievi medico-legali eseguiti dagli Iraniani hanno portato il governo ad ammettere che il decesso era avvenuto a seguito alle ferite riportate durante la detenzione.

Le autorita' non hanno pero' dato seguito ne' alle richieste della famiglia di rimpatrio del corpo per inumarlo in Canada, ne' alle successive richieste dei partenti di riesumare il cadavere per eseguire un'autopsia indipendente, tuttavia il 13 luglio e' stata istituita una commissione di inchiesta per stabilire le circostanze della morte della giornalista.

Sempre sul fronte della censura violenta ai giornalisti e' da registrarsi oggi a Mosca la morte per accoltellamento di Pail Aileloyan, direttore armeno di un piccolo settimanale in lingua russa dedicato alla comunita' armena moscovita. Le autorità non escludono la pista legata all'attivita' professionale.

Questa morte segue di una settimana l'uccisione nel centro di Mosca di Paul Klebnikov, direttore dell'edizione russa della rivista economica americana Forbes, scomodo per le sue coraggiose pubblicazioni sugli oligarchi russi e sulla situazione cecena.

by www.osservatoriosullalegalita.org

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