NOTIZIARIO del 16 luglio 2004

 
     

Kenya : ambasciatore britannico denuncia corruzione
di Carla Amato

L'alto rappresentante della Gran Bretagna in Kenya, Edward Clay, parlando in un convegno di investitori, ha stigmatizzato la resuscitata corruzione nel Paese africano, generando un vespaio di polemiche.

Certo le osservazioni di Clay sono state pungenti in modo sconvolgente ed hanno denunciato un danno di centinaia di milioni di dollari per una nazione non certo ricca che oggi gode di aiuti finanziari internazionali, potenzialmente compromessi da questo dato di illegalita' diffusa.

Nei commenti, pubblicati mercoledi' da un giornale diffuso nell'Africa orientale, Clay ha detto: "evidentemente gli attuali professionisti del governo hanno l'arroganza, l'isolenza e forse un senso disperato di panico che li porta a mangiare come maiali." Il suo ufficio ha confermato che Clay e' stato citato testualmente.

I creditori del Kenia, ha detto Clay, non attendono certo la corruzione "per essere truffati nottetempo". I creditori, inoltre, non vogliono continuare come prima dell'elezione - nel dicembre 2002 - del presidente Mwai Kibaki, che ha vinto in gran parte sulla base delle promesse di combattere il fenomeno criminoso, endemico sotto la gestione del suo predecessore.

Dopo la salita di Kibaki al governo la fiducia nel Paese e' risalita ed i donatori hanno ripreso a dare fondi al Kenia, ma Unione Europea, Stati Uniti e Giappone recentemente hanno avvertito la corruzione rinascente, anche grazie alle preoccupazioni espresse a maggio dai funzionari anticorruzione kenioti.

Il 5 luglio, otto ambasciate, compreso i creditori chiave del Kenya come Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, hanno invitato pubblicamente Kibaki ad intensificare gli sforzi anti corruzione, dicendo che i donatori "non possono prevedere di mettere i fondi monetari del loro contribuente al servizio del Kenia" se vi sono guadagni personali per gli alti funzionari kenioti. L'Unione Europea ha invece dichiarato che "la corruzione e' ancora un fattore importante nel cuore del governo del Kenia".

Non si sono fatte attendere le reazioni dei vertici kenioti alle accuse dell'alto funzionario britannico: il vice presidente Moody Awori ha denfinito le osservazioni "un errore", suggerendo a Clay di rivolgersi alla polizia se ha le prove della corruzione.

Il nuovo ministro degli affari esteri del Kenia, Chirau Ali Mwakwere ha detto: "siamo stati ingiuriati senza motivo" sottolinenando che il governo di recente si accinge a riformare l'ordinamento giudiziario. "Il governo continua ad accogliere favorevolmente ogni critica costruttiva, maggiormente dai soci di sviluppo" ha detto "ma le dichiarazioni recenti dall'alto commissario sembrano essere in disaccordo con questa pratica."

Anche se non ci sono valutazioni precise, secondo Clay la nuova corruzione portata da questo governo puo' valere intorno a 192 milioni di dollari.

Il problema delle corruttele - diffuse in alcuni Paesi africani, come rilevato da ricerche di ong per i diritti umani compiute sui conti correnti dei governanti - non e' solo e non e' tanto nella illegalita' che viene commessa, ma nel danno ingente e talora devastante portato alla popolazione, che si vede privata di fondi essenziali per lo sviluppo o per la stessa sopravvivenza.

by www.osservatoriosullalegalita.org

___________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE

 

 

Speciale Mani Pulite