NOTIZIARIO del 27 marzo 2004

 
     

Il prezzo della vita e il prezzo del barile
di Mara Muscetta *

Terrorismo, fronte dei prezzi del petrolio , strategie di prevenzione e contrasto.

Non ci dovremmo mai stancare di ritornare su questi temi , perché essi sono alla radice dell'attuale scontro all'interno dello schieramento pacifista , ormai spaccato tra quello puro e duro della lotta per la pace "senza se e senza ma" , e quello di lotta e di (futuro?) governo.

Alla interrogazione parlamentare sui giacimenti di Nassiryia il governo ha fornito una risposta interlocutoria, giudicata poco soddisfacente, per cui é stato richiesto un supplemento di indagine.

La pacificazione e democratizzazione dell'Iraq sembra vista dal governo, e anche da una parte dell'opposizione, come lo scalino che permetterà di rilanciare le basi barcollanti dell'economia italiana, attraverso lucrosi contratti di appalto per le ditte italiane nello sforzo della ricostruzione.

Quindi ora si deve tornare al fronte dei prezzi del petrolio,che per il momento é motore ineludibile di crescita per tutta l'economia occidentale. Fino a quando? Ora il barile é a 38 dollari, e anche Bush é preoccupato. Il nodo fondamentale é su quali territori collocare gli investimenti per il nuovo sfruttamento di pozzi ancora vergini.

Tony Blair, malgrado la Gran Bretagna sia stata vittima dell'attentato libico Lockerbye, ha deciso di riaprire al Gheddafi pentito, il quale intende agire da nazionalista laico, in favore degli interessi economici del paese, con una decisa presa di posizione contro il terrorismo fondamentalista di natura religiosa.

L'interesse del giacimento libico é costituito dal fatto che si tratta di oli leggeri. Forse più facili da raffinare, e meno inquinanti? Rimane il fatto che in Libia lo sfruttamento sarebbe potenzialmente più tutelato rispetto ad azioni terroristiche.

Completamente diversa la situazione in Iraq, perché il contratto stipulato con l'Eni da Saddam nel 1998 e rinnovato nel 2001, é, allo stato attuale, vivacemente contrastato dalla instabilità del terrore, che prima della guerra non esisteva. Basterà" l'azione umanitaria " italiana per scoraggiare atti ostili nei confronti dell'Italia?

Nulla di più incerto. Secondo Emma Bonino, in visita nel Paese, essa rimane il fulcro della nostra presenza, soprattutto grazie alla riattivazione delle scuole e degli ospedali. Ma fino a quando?

Fra gli obiettivi della "cupola pensante" terroristica vi sono sono sempre i seguenti:

a) scardinare i regimi arabi moderati, favorevoli a prezzi del barile equo-sostenibili per le economie occidentali

b) una volta ottenuto questo risultato politico , innalzare il prezzo del barile per riequilibrare lo sviluppo economico tra Occidente e paesi dell'altra riva. Cosi' recitava uno dei proclami di Ben Laden.

Ricordiamo che l'8 aprile si vota in Algeria, paese devastato dal terrorismo islamico ben prima dell'11 settembre, e che già ieri l'altro 8 persone sono state di nuovo uccise: colpi di intimidazione e di ricatto. Non é sicuro che il presidente BoutefliKa esca vincente dalla competizione elettorale.

Sulla costa e ad Algeri forse si', meno sicuro per lui é l'interno, arcaico, ancora primitivo. I fondamentalisti islamici sono molto presenti invece con attività benefiche nei confronti delle popolazioni sfavorite, a cominciare dai soccorsi ai terremotati dell'ultimo gravissimo sisma, per i quali l'azione governativa é stata lenta e inefficace.

Quindi, se una azione coordinata europea contro il terrorismo é auspicabile, ed ha maggiori possibilità di attuazione, dopo la nomina durante il vertice dell'olandese Gijs De Vries, ex segretario di Stato dei Paesi Bassi, e se urge ratificare il mandato di arresto europeo, che oggi é veramente una misura necessaria, non va dimenticata la cooperazione sul piano economico, indispensabile per mettere limiti alla disperazione suicida e fanatica dei giovani, reclutati nelle Moschee, spesso privi di qualsiasi prospettiva di vita migliore.

Sarebbe necessario allora che le compagnie petrolifere prevedessero, all'interno della loro organizzazione amministrativa, una sezione dei diritti umani, civili, sociali ed economici, e inserissero nei loro contratti con i governi delle clausole speciali, per la giusta ripartizione degli utili a vantaggio di questi ceti poveri, soprattutto per quanto attiene alla scolarizzazione alla formazione professionale ed all'assistenza sanitaria.

by www.osservatoriosullalegalita.org

_____________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE