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NOTIZIARIO del 21
marzo 2004
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La
manifestazione pacifista del 20 marzo Alla straordinaria manifestazione di ieri contro la guerra e contro il terrorismo hanno partecipato, oltre a un popolo italiano in festa, una delegazione di pacifisti americani, un'altra di pacifisti israeliani e palestinesi che si ispirano all'incontro di Ginevra, con scambio di bandiere arcobaleno, nonché larghe componenti dei comuni italiani, con i loro gonfaloni, reduci da quella del 18 sulla piazza del Campidoglio (che é stata un vero flop sul piano della partecipazione popolare), di Emergency e moltissime altre associazioni, dei sindacati e di tutti i partiti di centro sinistra. Sul palco c'era un'immensa riproduzione di Guernica di Picasso, molto commovente a memoria del passato e del presente di una nazione ed una musica allegrissima. Ho fotografato i cartelli della manifestazione più divertenti: ce n'era uno che rappresentava Fassino in veste di scolaretto alla lezione di spagnolo e titolava " L'Ultimo della classe". Il cartello di Rifondazione comunista, molto abile, diceva: CONTRO IL TERRORISMO SEMPRE, CON BERLUSCONI MAI. Ho trovato poi commovente un drappello di extracomunitari africani anche loro avvolti da bandiere arcobaleno, con uno striscione: Tiburtino III°. Quei manifestanti in "calzoncini corti ", metaforici, che hanno insultato Fassino costituivano, all'interno di un corteo, estremamente festoso e pacifico - oltre che pacifista - una frangia un po' idiota, e per fortuna, assolutamente minoritaria, erede di una tradizione di opposizione "musclée", di fine anni 70, che non trova oggi nessun riscontro nel radicalismo non violento, esplicitamente rivendicato tanto dalla stragrande maggioranza dei no-global quanto da Fausto Bertinotti. Infatti la novità poilitica é che anche lui é largamente influenzato dalla nuova sterzata critica degli attuali movimenti, nei confronti delle strategie sanguinose di lotta del secolo scorso. Luther King e Gandhi hanno ottenuto molto di più che non Lenin, Trotzki, rispetto agli obiettivi che si proponevano. Non é un caso che il nome di riferimento sia oggi Rosa Luxemburg , molto critica del leninismo nel lontano 1918. Non regge affatto quindi, a mio avviso, la tesi sostenuta da Stefano Folli, direttore del Corriere della Sera , nel suo editoriale di oggi, 21 marzo, che paragona l'incidente di ieri (molto contenuto per merito di alcuni intelligenti militanti DS) a quello di Lama, estromesso dall'Università nel 1977, per le sue posizioni sulla politica dei redditi. Il paragone storico é assolutamente fuori luogo, perché mentre il PCI era a quei tempi un leader della sinistra che si considerava indiscutibile, ( e Lama ne era la "cinghia di trasmissione"), il Fassino di oggi non si considera il detentore della verità in assoluto: dialoga con tutti, con la destra, con il centro e con la sinistra pacifista , nel tentativo disperato di affermarsi, agli occhi del prossimo elettorato di giugno, come il vero pacifista, di lotta e di governo. Aggiungerei: perché il gioco non vale la candela. Qual'é la candela? Il trivellamento dei pozzi , previsto dal contratto petrolifero ,sottoscritto dall'Eni con Saddam Hussein, é reso praticamente impossibile dagli attentati terroristici di Al Qaeda a Nassirya. Sarebbe interessante sapere come risponderà il governo all'interrogazione parlamentare di Achille Occhetto, su questo argomento, perché a Nassiryia sono morti 19 nostri carabinieri, in un contesto assolutamente indifendibile sul piano militare. Il prezzo del barile é già a 38 dollari (contro i 28 all'inizio della guerra), e questo rende difficile la posizione del nostro paese sul piano economico, con la sua politica energetica, petrolio-dipendente nella misura dell'80 %. Fassino non solo é solo colpevole di non dire le cose come stanno in realtà, ma anche di arrampicarsi sugli specchi di un dialogo bypartisan con un governo che, sulla attuale presenza italiana in Iraq, ha detto e continua a dire solo " bufale umanitarie". Inoltre gli incidenti di cui sopra, sono stati largamente ridimensionati da Agnoletto, che in una sua dichiarazione ha affermato di dissociarsi dalla provocazione " squadrista", (io direi estremista e infantile), perché "considera la presenza di Fassino nella manifestazione del 20 marzo una vittoria del movimento della pace, divenuto ormai un vero soggetto politico, di pari dignità con i partiti. La reazione della Quercia é stata, a mio avviso, eccessiva, rabbiosa, un evidente segno di debolezza, ed é la prova, se ce ne era bisogno, che Fassino é ancora un "apparatcik" , preoccupato di perdere voti a vantaggio della altra sinistra, poiché l'ha accusata di essere tra i mandanti del gruppuscolo (cosa peraltro in pieno stile ex-pci), mentre la sua base é per fortuna più abile e più simpatica di lui. Priva com'é di posti di potere da difendere, si muove responsabilmente, come noi cittadini, interessati ad una lotta coerente contro i metodi dell'attuale governo, dimostrando concretamente il dissenso, come hanno fatto gli spagnoli. Ci saremmo aspettati da un vero leader una maggiore coerenza, quella stessa coerenza che ha ispirato Romano Prodi, sostenitore incondizionato del movimento per la pace, che nella sua lettera indirizzata il 20 marzo al direttore di Repubblica ha privilegiato l'importanza della manifestazione, il suo carattere internazionale, a cominciare dai pacifisti americani. E in una dichiarazione successiva, pur esprimendo solidarietà a Fassino, ha evidenziato la scarsa dimensione dell'incidente rispetto ai due milioni (!?) di manifestanti accorsi da tutta Italia. Un'altra Europa, un'altra Onu e un altro mondo sono possibili. by www.osservatoriosullalegalita.org _____________ I
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