NOTIZIARIO del 17 marzo 2004

 
     

La doppia radice del terrorismo,
la multipla strategia per combatterlo

di Mara Muscetta

Quando i media parlano di terrorismo hanno la deplorevole tendenza di marcarne l'inizio l'11 settembre , con l'attentato alle due torri, tralasciando un elemento fondamentale: i centomila morti e più che esso ha prodotto in Algeria, a partire dalla vittoria annullata dei fondamentalisti islamici.

La prime ripercussione in Francia, si ebbe all'aereoporto di Marsiglia nel 1995, che segno' il sequestro di ostaggi da parte di un Commandos di islamici , liberati poi da un efficace intervento delle teste di cuoio. Nel momento dell'attentato alle Torri l'intelligence in Usa era ben lonatana dall'essersi organizzata in modo analogo negli aereoporti, dove i servizi di controllo erano affidati a persone provenienti da paesi arabi, pagati male, e scarsamente operativi,come disse Loutvack in una famosa serata di Porta a Porta, nei giorni seguenti all' 11 settembre).

L'episodio di Marsiglia spinse il governo di destra, uscito appena vittorioso dalle elezioni, ad affrontare lo spinoso problema della prevenzione, con il famoso piano Vigi-pirates, in vigore ancora oggi, e tornato assolutamente necessario, specialmente dopo la richiesta ricattatoria al governo francese di un'ingente somma di denaro , per evitare in Francia un altro attentato analogo a quello di Madrid.

La tragedia algerina é ben presente agli occhi dei francesi, che hanno con il paese vincoli strettissimi, e di natura storica, economica e culturale, e che hanno fornito fin dagli anni settanta spazi occupazionali utilissimi per lo sviluppo dell'industria francese dell'auto.

Questi spazi hanno subito una colossale restrizione negli anni '80 e '90 , nel quadro della crisi europea del settore, determinando una disoccupazione cronica , particolarmente grave per tutti i magrebini, causa importante di quella regressione identitaria di natura religiosa, di cui il velo é anche espressione.

Secondo l'intelligente analisi di Foued Allam su Repubblica (16 marzo 2004), gli stessi elementi marocchini arrestati in Spagna ,a seguito della strage di Madrid, sono stati individuati anche come corresponsabili dell'attentato a Casablanca del 2002. Si potrebbe già tracciare un identikit generazionale degli attentatori: "les trentenaires enragés",quelli socialmente esclusi dalla modernizzazione in Marocco (ma anche in Algeria nel decennio precedente), che pur vedendo il trionfo di computers e telefonini, é ancora fortemente marginalizzata sul piano socio-economico, sia nella società francese che in quella spagnola.

La recente legge francese sulla proibizione dei segni manifesti religiosi troppo ostentati negli spazi pubblici avrebbe aggravato le tensioni, e già un avviso anonimo pervenuto alle redazioni de "Le Monde" minaccia punizioni forti anche per la Francia, menzionando proprio la legge contro il velo. Infatti esso segna fortemente il ripiego identitario della comunità islamica, in nome della libertà personale, quello stesso velo contro il quale si sono espresse le donne laiche algerine , che o sono state massacrate per aver sfidato i diktat degli integralisti sul territorio nazionale , o che sono state costrette all'esilio in Francia perché minacciate (Salima Ghezali, Asia Djebar, Horrya Saoui).

Le politiche restrittive dell'emigrazione rafforzatesi con i governi di destra hanno inciso sul fenomeno per cui trentenni nordafricani vanno ad ingrossare le fila della manovalanza del terrore, addestrandosi in parte nei campi afgani prima e oggi anche in quelli irakeni. Il loro reclutamento presuppone ingenti somme di denaro, che sono in parte reperibili attraverso il fiorente commercio della droga afgana, assicurato dalla criminalità organizzata indiana,( che ora anche la Cia ha finalmente identificato,) e che la presenza di truppe occidentali sul territorio afgano non ha affatto combattuto.

Ben diversa la connotazione socio-economica della cupola dirigente del terrore, controllata da ricchi sauditi e ricchi egiziani, acculturati ad Oxford e alla London School of Economics, o di Amburgo (come Mohamed Atta) i quali sono in grado di utilizzare gli strumenti conoscitivi loro forniti dalle grandi scuole occidentali , per mettere in opera una lucida e potente strategia di attacco economico , supportato dagli attentati: quella del prezzo del barile di petrolio greggio, che allo stato attuale l'Opec aveva fissato a 30 dollari e che loro vorrebbero portare a 140. Il loro obiettivo politico é di rovesciare i governi arabi moderati, allineati sul piano economico sulla piattaforma dei prezzi vantaggiosa per l'economia occidentale.

La seconda guerra all'Irak, decisa dalle teste d'uovo conservatrici in Usa, ben prima dell'11 settembre, é la premessa di questo braccio di ferro, e non la conseguenza dell'attentato alle due torri.

La strategia per combattere il terrorismo da parte dell'Europa oggi dovrebbe quindi a mio avviso articolarsi in modo diversificato:

1) rinunciare all'occupazione militare dell'Irak, sostituendola con quella , sotto egida ONU , di paesi che non hanno mai fatto la guerra (paesi arabi e intercontinentali, come Brasile, India), i soli che potrebbero contribuire alla stabilizzazione della regione, coadiuvati da:

2) Un piano coordinato e rafforzato di intelligence antiterrorismo (sul piano europeo e mondiale).

3) Una politica di concreti aiuti economici allo sviluppo (tipo piano Marshall) per tutto il Nord-Africa, compresa la politica di pacificazione anti-muro tra Palestina ed Israele, con forza Onu di pronto intervento per separare i contendenti.

4) una revisione radicale a 360 gradi delle politiche energetiche fin qui seguite , che vada nel senso del graduale abbandono del petrolio a vantaggio delle energie alternative.

by www.osservatoriosullalegalita.org

_____________

I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE COPIATI CITANDO E LINKANDO LA FONTE