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NOTIZIARIO del 06
marzo 2004
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Dubbi
sulle strategie terroriste I recenti attentati a Kerbala e a Bagdad vengono attentamente analizzati da esperti dell'Iraq e delle questioni religiose nel Medio Oriente. Secondo la BBC ci sono due scuole di pensiero. La prima fa capo al Dr Mustafa Alani, un esperto del Royal United Services Institute a Londra , che ha affermato: "Deve esserci un mente politica di primo piano; non si tratta di un gruppo di dilettanti. Si tratta di un gruppo molto bene organizzato, e credo che sia Al Quaeda o un gruppo ad esso affiliato". Il capo potrebbe essere Zarqawi , un militante giordano di origine, ricercato nel suo paese per aver tirato su un diplomatico americanoi nel 2002. Aveva combattuto in Afganistan contro i sovietici (come Osama) , era stato ferito e aveva perduto una gamba combattendo per i Talebani nel 2001. I sunniti di Saddam si sono rappacificati con questi militanti di Al Quaeda , e attualmente concordano con loro nel considerare nemici gli americani, i curdi, le forze di polizia irakene e gli sciiti. Diversa é l interpretazione del fenomeno secondo il Dr. Youssef Choueiri, che insegna come lettore di storia medio orientale alla Exeter University, il quale afferma che sono in molti ad essere interessati a creare disordini. C'é infatti una lotta in seno alla comunità Sciita tra esponenti laici e esponenti religiosi sulla dose di islamismo, che dovrà essere presente nel a Costituzione Mentre i Sunniti affermano che i leaders religiosi devono essere al servizio e non al controllo dello stato, gli Sciiti mettono l'accento sull'accelerazione della data alla quale si dovrebbero tenere le elezioni , anche perché sanno cdi poter contare su una consistente maggioranza. Il loro leader, l'ayatollah Sistani, é riuscito a far abbandonare al Governo provvisorio l'idea americana di rimandare la data della consultazione elettorale, alla fine del 2005. Gli attentati sono stati scatenati subito dopo che era stato raggiunto un 'accordo sulla Costituzione provvisoria che avrebbe dovuto consentire al governo temporaneo in carica di tenere le elezioni a giugno. In base a questa seconda ipotesi la situazione in Irak sta rivelando tutta la sua complessità , che esclude l'accelerazione pacifica degli eventi, senza conseguenze sanguinose per il paese. E' di ieri la notizia dell'attentato ad una importante centrale telefonica, segno ulteriore della determinata ostinazione con la quale si vuole rendere impossibile l'azione del governo provvisorio. In tutto questo appare molto opportuna la decisione dei senatori Falomi, Occhetto e De Zulueta di proporre una interrogazione parlamentare al governo sulle reali motivazioni della missione a Nassirya. Le domande sarebbero le seguenti: 1) il governo era a conoscenza del contratto che l'Eni aveva firmato con Saddam per lo sfruttamento dei campi di petrolio, in cambio della fine dell'embargo? 2) la scelta di Nassirya per la dislocazione dei nostri militari ha a che vedere con il contratto? 3) La missione americana ha confermato al governo italiano la validità dell'accordo stipulato tra l'Eni e Saddam? Fassino e Rutelli hanno dichiarato di voler inserire nella Costituzione Europea l'articolo 11 della Costituzione Italiana. Hanno infatti accettato la tesi di Oscar L. Scalfaro che ha sollevato un ' eccezione di incostituzionalità per la nostra missione in Iraq, mentre sono ambedue pronti a dire si a forze di pronto intervento Onu , per ristabilire l' ordine e la pace. Le ultimissime notizie di oggi, sabato 6 marzo,avvalorano questa tesi. L'Ayatollah Sistani ha fatto ancora slittare la firma alla Costituzione ad interim, probabilmente perché non soddisfacente dal punto di vista islamico. Nel frattempo 4 piloti italiani di elicotteri hanno firmato un rapporto nel quale hanno sottolineato che i mezzi a loro affidati per effettuare ricognizioni in Iraq, non sarebbero dotati dei necessari dispositivi di autodifesa come quelli americani, e che le loro vite sarebbero pertanto inutilmente esposte ai tiri del primo kalashnikov di passaggio. Sono stati deferiti alla procura militare "come "ottimi piloti ma cattivi soldati", avrebbero detto i capi. L'obbedienza cieca non é evidentemente più di moda, soprattutto nel quadro di una missione che é stata definita dal governo "umanitaria e di peace-keeping". La logica vorrebbe quindi che si dicesse un NO secco e deciso al rifinanziamento della presente missione, e si invitasse il governo ad accelerare al massimo il ritorno dell' ONU a Bagdad, per ristabilire la legalità internazionale , accompagnata dalla gestione internazionale delle risorse petrolifere irakene, secondo criteri di equità. Secondo il contratto intercorso, infatti , L'Eni avrebbe dovuto ottenere il 30 % del ricavato, mentre il 70% sarebbe spettato all'Iraq. Giustizia sarebbe allora fatta, anche in vista della ricostruzione del paese. * gia' direttrice dell'Istituto italiano di cultura di Marsiglia _____________ I
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