NOTIZIARIO del 02 marzo 2004

 
     

Scusi se rido, ministro Castelli
di Rita Guma

Leggo un'intervista di ieri al ministro Castelli su La Padania. Il ministro ci intrattiene sul mandato d'arresto internazionale paventando mostri giuridici, persecuzioni giudiziarie e limitazioni alla liberta' di espressione in tutta Europa.

Ma i singoli argomenti usati sono fonte di ilarita', e vorrei esaminarli uno per uno.

1) Castelli dice: il mandato d'arresto internazionale creerebbe problemi, perche' in molti Paesi europei il PM e' soggetto al potere politico e quindi sarebbe facile perseguitare una persona scomoda.

Rido perche' mi pare che tutta la riforma Castelli della Giustizia sia stata fin qui orientata a mettere i magistrati sotto il controllo del potere politico, aumentando l'incidenza dei membri laici nel CSM, proponendo la separazione delle carriere, ipotizzando una scuola della magistratura controllata di fatto dal ministero della giustizia, accentrando il potere decisionale e la possibilita' di interfacciarsi con la stampa nel procuratore capo, riducendo i margini della giurisdizione, cioe' dell'interpretazione della legge che la Costituzione conferisce al magistrato, etc etc. In questi giorni alcuni punti sembrano smussarsi, tuttavia questo era il disegno Castelli.

Se quindi il ministro ritiene che il controllo dei PM da parte dell'esecutivo sia fonte di rischio per le liberta' del cittadino, egli ammette che lo scopo della sua riforma della magistratura era controllare il cittadino, non l'operato dei magistrati accusati di inefficienza e partigianeria.

2) Castelli parla di liberta' di opinione e d'impresa che sarebbero a rischio a causa di questo famigerato mandato d'arresto.

Anche qui rido, e penso che dovrebbe prima cambiare alleati di governo, poi forse potremmo riparlarne. Infatti l'Italia e', denunce OSCE e vari altri dati alla mano, uno dei Paesi maggiormente controllati ed orientati sotto il profilo dell'informazione: la censura di governo non mette in galera i giornalisti e gli attori scomodi, ma impedisce loro di apparire in video e in voce, e le poche testate indipendenti e coraggiose sono attaccate periodicamente in modo violento e incrociato.

Per quanto riguarda l'impresa, non parlando di quelle in crisi, Berlusconi controlla direttamente ed indirettamente forti fette di molti settori, alcuni ministri hanno personali interessi indiretti in settori di loro competenza istituzionale e l'Italia e' stata piu' volte richiamata dall'UE per le sue normative in contrasto con le regole dell'Unione sul libero mercato, venendo deferita in qualche caso alla Corte di Giustizia Europea.

3) Infine, il non detto, che e' il vero motivo per cui questo mandato d'arresto ed una superprocura europea fanno tanta paura.

Qualcosa trapela - dal punto di vista leghista - quando Castelli fa riferimento ai reati di razzismo previsti dalle normative comunitarie. E' questa la libera opinione che si vuole poter esprimere?

Sotto un altro aspetto c'entrano i falsi in bilancio, il rientro dei capitali dall'estero, le rogatorie osteggiate e i trattati per la corruzione non ratificati. C'entra Telecinco, processo sospeso che aspetta Berlusconi in Spagna al termine del mandato da premier.

Non si vuole il mandato d'arresto europeo per evitare incidenti internazionali, dove, senza il monopolio delle TV e i giornalisti FEDEli, senza l'auspicato controllo sui "propri" magistrati, senza un parlamento concorde e protettivo, senza gli ostacoli frapposti a mille fra l'"eletto" e un tribunale, si potrebbe rischiare quel piccolo incidente che da anni si cerca di evitare.

Meglio giocare in casa.

by Bollettino Osservatorio

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l'intervista a Castelli