NOTIZIARIO del 20 febbraio 2004

 
     

Mosca senza censura
di Giulia Alliani

In Russia il Cremlino non censura piu' gli articoli con l'inchiostro nero, in puro stile sovietico (ricordate le lettere di Melvyn Douglas a Greta Garbo in "Ninotchka"?) e non pone il veto alle trasmissioni delle tre reti nazionali.

'Questi metodi non sono piu' necessari', scrive il New York Times: le tre televisioni possedute o controllate dallo stato hanno imparato ad autocensurarsi per piacere ad un pubblico costituito da una sola persona, e questa persona si chiama Vladimir Putin.

Il fenomeno, certamente pericoloso per una nazione che vorrebbe liberarsi di un passato totalitario, viene giustificato in vari modi: i Russi hanno attraversato un periodo tempestoso e adesso ammirano la forza con cui Putin si e' imposto; non e' quindi il momento di seminare nuovi dubbi con troppa liberta' di critica. E poi anche Eltsin, grazie all'amicizia degli oligarchi, padroni dei canali televisivi, aveva goduto di commenti molto favorevoli.

Putin si e' liberato degli oligarchi ma continua a servirsi dei loro metodi per mantenere le televisione sotto controllo. Il resoconto della giornata di Putin costituisce la prima notizia nella edizione serale dei due telegiornali di stato. Se si sono verificati fatti fastidiosi o imbarazzanti non vengono sottolineati, come succede nelle televisioni occidentali, ma vengono tralasciati, e, invece di rivoltare il coltello nella piaga, le TV russe preferiscono concentrarsi sulla promessa di futuri successi.

Il terzo canale, NTV, era considerato il piu' indipendente, ma dopo gli ottimi servizi sulla guerra in Cecenia, e sui gas usati dall'esercito durante l'irruzione nel teatro di Mosca occupato dai terroristi, il direttore di NTV e' stato licenziato. Adesso il tono delle notizie di NTV si puo' classificare a meta' tra l'addomesticato e l'impaurito.

Giornali, siti Internet, e il canale radiofonico Echo Moskvy offrono un buon dibattito, qualche dubbio e una certa indipendenza, ma sono protetti dal fatto di avere un pubblico molto ridotto. Quanto dureranno? E' tempo di elezioni e, se dovessero rifare capolino gli istinti sovietici di Putin, la tentazione di mettere la sordina anche alle poche voci critiche potrebbe farsi forte.

Secondo il New York Times il potente presidente russo farebbe bene a incoraggiare almeno una TV libera, anche se non amica, perche' un metodo simile ha dato buoni risultati in tutto il mondo democratico. Tuttavia Putin potrebbe volersi rifare a metodi diversi da quelli suggeriti dal New York Times che, non di meno, vengono seguiti in paesi apparentemente democratici.

La sua amicizia con Silvio Berlusconi e' nota, e Putin sembra attirato da un tipo di approccio al mondo dei media piu' simile a quello berlusconiano che a quello anglosassone.

by Bollettino Osservatorio

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