NOTIZIARIO del 18 febbraio 2004

 
     

Inadempienze berlusconiane:
lo sciopero di Giachetti

(da lettere al Corriere)

Le scrivo, caro Mieli, perché vedo che lei è da tempo tra i più impegnati sul tema del conflitto di interessi. Ho iniziato martedì 3 febbraio uno sciopero della fame per chiedere che il presidente Berlusconi mantenga le sue promesse elettorali, la maggioranza i suoi impegni politici, e il Parlamento concluda un iter inspiegabilmente infinito.

Conosco l'obiezione: neanche il centrosinistra è mai riuscito ad approvare una legge in materia. Non ho problemi a dichiarare che fu un errore madornale. Ma mi chiedo: cosa c'entra questo con la situazione di oggi, nella quale il presidente del Consiglio tutti i giorni si imbatte in situazioni di palese ed abnorme conflitto di interessi?

Roberto Giachetti Roma

RISPOSTA:

Caro Giachetti,

lei è un deputato della Margherita che con tecniche pannelliane si batte volta per volta per obiettivi che (purtroppo) lasciano indifferenti quasi tutti gli altri parlamentari, compresi molti del suo stesso schieramento. Le riconosco in ciò un grandissimo merito. Soprattutto adesso che, privandosi dell'alimentazione - eccezion fatta, credo, per un paio di cappuccini al dì - da due settimane, ci ricorda che quella benedetta legge sul conflitto di interessi non è mai giunta al traguardo.

«Ho preso l'impegno di risolvere il conflitto di interessi entro i primi cento giorni», furono le parole ripetute ancora poche ore prima del voto dal candidato Silvio Berlusconi nel corso di un Maurizio Costanzo Show del maggio 2001. Da allora di giorni ne sono passati più di mille, quasi mille dall'inizio della Legislatura, più di 850 da quando il testo Frattini è stato depositato in Parlamento, oltre 200 da quando la Camera dei deputati ha licenziato il testo per la seconda volta, più di 130 da quando il testo è stato definitivamente approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato.

E ancora non si intravede il traguardo. Il passaggio a Palazzo Madama doveva essere una pura formalità; invece il provvedimento sul conflitto di interessi presentato dal Governo (che pure io, come lei caro Giachetti, giudico assolutamente inadeguato) è sparito dal calendario dei lavori di Palazzo Madama. Il Presidente del Senato Marcello Pera assicura che la decisione dipende dalla Conferenza dei Capigruppo, il senatore Schifani dichiara solennemente che «il ddl non è messo al bando»; ciò nonostante quando la scorsa settimana il presidente dei senatori della Margherita Willer Bordon ha chiesto di calendarizzarlo, la maggioranza si è opposta e ha respinto la calendarizzazione con il voto in aula.

Pensare che quando vogliono - o qualcuno vuole per loro - i parlamentari della Casa delle Libertà sanno essere ben altrimenti solerti. Qualche lettore vuol sapere quanti giorni ha impiegato questa stessa maggioranza per approvare la legge Cirami? 119. Quanti ce ne sono voluti per approvare la legge sulle rogatorie internazionali? 93. Quanti per il cosiddetto «Lodo Maccanico-Schifani»? 69. Per il conflitto di interessi invece...

E perché sarebbe stato importante (ancorché non risolutivo) varare quel provvedimento? Se il disegno di legge Frattini sul conflitto d'interessi fosse stato approvato definitivamente non due anni e mezzo fa come promesso ma due settimane fa, oggi il presidente del Consiglio non avrebbe potuto porre la questione di fiducia sul decreto «salva Rete-Quattro», dal momento che tale voto di fiducia sarebbe stato in palese contrasto con l'art. 3 comma 1 della legge sul conflitto d'interessi, disegno di legge che peraltro prevede all'art. 6 comma 8 proprio per questo pesanti sanzioni.

Ecco perché, caro onorevole Giachetti, considero il suo digiuno dedicato a questa particolare questione uno dei momenti più significativi dell'attuale legislatura. Allo stesso modo in cui la mancata approvazione della legge sul conflitto di interessi mi appare, a questo punto, come un'indecenza.

Sì, una vera e propria indecenza.

da Corriere della sera del 18/02/04

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