NOTIZIARIO del 01 febbraio 2004

 
     

Alain Juppé, un delfino non amnistiato
di Mara Muscetta*

La sentenza del Tribunale di Nanterre che venerdi' scorso ha condannato Alain Juppé a 18 mesi di prigione , col beneficio della condizionale, e all'ineleggibilità delle cariche pubbliche per 10 anni ,in base alla legge 95-65 del 19-11-95) dice esattamente:

"M.Alain Juppé , vice sindaco della municipalità di Parigi , incaricato del bilancio e delle finanze, consentiva , attraverso le spese relative al reclutamento degli impiegati del municipio , l'assunzione di detti funzionari, sapendo che i nuovi titolari avrebbero esercitato una parte preponderante delle loro attività per il funzionamento del partito Rassemblement de la république, del quale egli era al tempo stesso segretario generale.

...Nella sua qualità di vice sindaco incaricato delle finanze della Città di parigi M.Juppé aveva un obbligo di controllo.Non poteva non sapere che persone stipendiate dal municipio esercitavano in realtà le loro funzioni in seno e a vantaggio di un movimento politico, del quale era segretario generale."

"Tutti i responsabili delle imprese , indagati e messi sotto esame, hanno riconosciuto di essere stati al corrente della situazione e di aver dato denaro e di aver agito cosi' solo allo scopo di proteggere la loro impresa dall'eventuale capacità del partito R.P.R. di danneggiarle in occasione delle gare d'appalto" . Numerosi testimoni sia del partito che delle stesse società indagate hanno riconosciuto poi tali impieghi al comune come fittizi".

Alain Juppé, attualmente sindaco di Bordeaux, era stato presidente del Consiglio nel 1995 , ma la sua politica liberista era stata vivacemente ostacolata da una serie di scioperi a catena che avevano compromesso la vita economica del paese, tanto da indurre il Presidente Chirac nel 1997 a sciogliere il parlamento e a indire nuove elezioni, per aver una nuova conferma da parte dei cittadini. Elezioni che si erano concluse col ritorno della sinistra plurale al potere.

Dopo lo scioglimento del R.P.R. Alain Juppé era stato nominato a capo della nuova formazione di destra, l'U.M.P., formazione che ha consentito alla destra francese di rompere con le divisioni, provocate dalla sconfitta elettorale del '97,conseguendo nell'aprile del 2002 , una nuova vittoria . Alla Presidenza del Consiglio era stato nominato il più rassicurante Raffarin.

Chirac non aveva voluto promulgare un'amnistia che avrebbe potuto lavare A.Juppé delle sue responsabilità nella gestione economico-finanziaria del Comune di Parigi e metterlo al riparo dalle procedure giudiziarie, che solo la sua immunità presidenziale gli aveva consentito di evitare.

In occasione di un'intervista del Nouvel Observateur del 14 novembre 2002 Juppé aveva risposto che "in caso di pena infamante avrebbe abbandonato la vita politica". "E' una questione di etica personale. Sono un appassionato , un ambizioso, ma non sono né Mellick né Balkany"(n.d.r. : finanzieri condannati per bancarotta fraudolenta). Alain Juppé ha ora fatto un ricorso in appello contro la sentenza, che il presidente del Consiglio Raffarin ha definito "provvisoria".

Nel frattempo Cathérine Pierce, presidente del Tribunale di Nanterre, ha dichiarato sabato al giornale "Le Parisien" che "i suoi uffici e quelli del procuratore della repubblica sono stati regolarmente visitati, i loro computers messi in esame, e i loro telefoni messi sotto controllo, e avendo costatato che molta gente voleva essere messa al corrente delle loro decisioni, hanno preso delle misure per garantire che tutti lo fossero, ma simultaneamente. Quindi non avevano memorizzato la sentenza nei computers del palazzo di giustizia perché non garantivano la confidenzialità del verdetto.

* gia' direttrice dell'Istituto italiano di cultura di Marsiglia

by Bollettino Osservatorio

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