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NOTIZIARIO del 30
gennaio 2004
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Quando
l'etica fa bancarotta Su Repubblica del 26 gennaio Turani sollecita un commento sul da farsi per il falso in bilancio. Espone un quadro "romantico" di un imprenditore che, ben assistito, si dà alle operazioni di lifting dei propri documenti contabili. Io non credo che appartenga ad un'era geologica passata l'abitudine degli imprenditori di dilettarsi in compagnia dei commercialisti a falsificare i bilanci per nascondere materia imponibile al fisco e costituire fondi a San Marino, a Monaco o a Lugano. La finanza creativa così tanto citata negli ultimi anni ci dimostra che si fa tuttora. Cosa è cambiato allora? Che la finanza da brava sorella della capacità imprenditoriale è scivolata nella rincorsa di mete fuggevoli, ed addirittura si è prestata ad occultare gli scempi gestionali e la voglia di vivere al di sopra delle proprie possibilità. Nascondere una perdita poi non è avvertito come un atto grave, non c'è consapevolezza sufficiente nel pensare che quella cifra che fa quadrare è infida e pericolosa. Sono emerse nuove figure e nuovi provvedimenti. L'azienda è un colabrodo, o meglio ancora l'azienda è stata costituita per diventare un colabrodo: ci metto la classica testa di legno, faccio sparire le scritture contabili, sodalizzo con qualche professionista che magari fa il curatore fallimentare nella zona in cui verrà dichiarato il fallimento ed il gioco è quasi fatto. Se poi in quel foro sono leggermente di manica larga cosa voglio di piu'? Pensiamo solo alla necessità per la difesa di Tanzi di distogliere le indagini da Milano. Nulla togliendo a Parma, Milano con i suoi magistrati ultraspecializzati fa paura. Parmalat ha dimensioni galattiche, ma c'è un universo di "piccoli bancarottari" che prospera e cresce. A questo proposito sto redigendo un esposto al CSM, il cui titolo sarà Efficacia, Efficienza ed Etica della sezione fallimentare nel mondo imprenditoriale, alias "piccoli bancarottieri crescono". Torniamo ora alle banche, il loro ruolo in Parmalat è stato di occuparsi anche della collocazione dei prodotti "bacati" nel mercato, in molte altre realtà "ordinarie" giocano spesso a realizzare fondi fuori bilancio. Una grossa banca, in una procedura che seguivo, nel lontano 1989/90 erogò ad una serie di scatole vuote (società con un nome, una sede legale e null'altro) capitanate dal medesimo soggetto, la bellezza di sette miliardi di lire di allora. Probabilmente i responsabili della banca con il signor imprenditore si sono letteralmente divise il bottino, hanno realizzato riserve fuori bilancio, hanno aspettato cinque anni in modo tale da far prescrivere l'azione nei confronti dei funzionari ed attivato poi la procedura esecutiva. Procedura infruttuosa chiaramente, trattandosi di scatole vuote, quindi stralcio a perdita. Chi è stato derubato? I soci di quell'azienda bancaria, e se questo costume fosse piu' diffuso, saremmo condannati ad assistere all'intervento dei sistemi di garanzia del credito e risparmio, ed in caso di collasso di questi ad un nuovo 1929. Durante la mia esperienza di curatore fallimentare, in un'occasione mi sono dovuta misurare con magistrati che hanno persino autorizzato la difesa di "Mr Ladro" a visionare il fascicolo fallimentare ed avere notizia così delle mie ricostruzioni ed individuazioni di valore. La procedura cui faccio riferimento mi ha visto anticipare spese per milioni di lire e lavorare in modo molto impegnativo, ricostruendo una bancarotta notevole, un passivo di 14 miliardi. E dalle scritture non risultavano debiti e crediti, però - caso strano - due soggetti hanno chiesto il fallimento a seguito di procedure esecutive nulle. Mr Bancarotta ha avuto il coraggio di dire che il passivo del fallimento era opera del curatore fallimentare, animato uno spirito persecutorio, e dopo aver fatto copia delle relazioni "riservate" ha presentato un esposto a Brescia per ottenere il trasferimento del processo penale ormai giunto agli sgoccioli. Nel frattempo, con la modifica della legislazione, il bancarottiere ha beneficiato della normativa del patteggiamento allargato. Il penalista mi ha voluta consolare facendomi notare che Mr Ladro ha ammesso la paternità del danno, che non potrà permettersi di sgarrare avendo usufruito integralmente della condizionale, e non potra' ricoprire cariche amministrative. Ma ad uno che ha sempre usato teste di legno, cosa puo' importare non poter figurare come amministratore delegato o procuratore? Questo bancarottiere - come altri - si è preventivamente spogliato di tutto. La condanna a pena pecuniaria nella causa civile non sara' mai onorata, perche' egli risulta nullatenente e nullafacente, anche se ha un tenore di vita da miliardario. Patteggiando la pena ha anche bloccato la parte civile costituitasi nel procedimento penale ed infine ha impedito il pagamento del compenso al curatore fallimentare (che ha anticipato milioni per le spese), una cifra che va da 50.000 a 65.000 euro e che non sara' pagata perché i magistrati non hanno intenzione di fare nulla! Ho trovato le casseforti, e loro lo hanno informato in modo tale da svuotarle. Il Mr Ladro di cui sto raccontando non ha colpito il risparmio, ha in primo luogo evaso contributi e ritenute fiscali, consegnando cedolini paga e certificazioni ad hoc, cui non corrispondevano denunce e versamenti (piu' di venti dipendenti per quattro anni sconosciuti ad INPS ed Erario, un bel buco nella loro carriera contributiva, che equivale ad una forma di risparmio differito). In questo modo vengono mortificate le certezze dei cittadini e snaturata la consapevolezza di vivere in un tessuto sociale onesto e corretto. Turani sottolineava il fatto che i falsi in bilancio si uccidono sul nascere dentro le aziende, ma a parer mio è già troppo tardi. Ciò che manca è l'etica, il costume dell'operare onestamente. Non so che cosa avvenga in altri paesi, ma qui da noi se rubi sei intelligente, bravo, raccogli il plauso di chi ti circonda. Il dio denaro impera e ci compri i controllori compiacenti. Ipotizzando che i controlli vengano disposti da un soggetto esterno, non credo che cambierà molto. Ed occorre tener presente anche che oggi se qualcuno si azzarda ad indossare un codice etico interno viene aggredito ed isolato. Ed infine poiché non si potrà addivenire all'infusione di un principio etico a cura dello spirito santo, la valvola regolatrice somma sarà la legge, la sanzione esemplare, la certezza della pena e la volontà coerente di fare giustizia. *commercialista, revisore dei conti, membro del comitato tecnico dell'Osservatorio. by Bollettino Osservatorio _____________ I
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