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NOTIZIARIO del 28
gennaio 2004
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Alla
democrazia serve piu' etica Un irresistibile PAOLO ROSSI ha chiuso in bellezza l'incontro "Crisi della Giustizia crisi della legalità", svoltosi ieri alla Camera del Lavoro di MIlano. "Vi ricordate la favole del lupo e dell'agnello? Ora i potenti non solo commettono soprusi ma ti fanno sentire anche in colpa. Non bisogna rispondere alle provocazioni e agli insulti, bisogna rilanciare e aggiungere sempre", ha detto tra l'altro il comico, che ha pure offerto qualche divertente esempio di come inveire senza ingiuriare,,, Per esempio: dire allo "spirito santo" faccia di c..., alla luce del recente lifting, non dovrebbe costituire reato. Una sala Di Vittorio piena di rappresentanti di quella società civile che negli ultimi anni ha fatto in tante occasioni sentire la propria voce, ma anche di magistrati e avvocati (tra gli altri i "padri nobili" Borrelli e D'Ambrosio) ha ascoltato con interesse i vari interventi, dell'avv. Roberto Pacchioli, del prof. Carlo Smuraglia, dei magistrati Piercamillo Davigo e Ilio Pacini Mannucci, dell'economista Salvatore Bragantini, di Don Luigi Ciotti. Il senso dichiarato della serata è stato quello di collocare la crisi della giustizia nel contesto più ampio della crisi della legalità e della moralità pubblica. Centrale da questo punto di vista la frase di Bobbio scelta dagli organizzatori per intitolare gli interventi meno "giuridici" (Ciotti e Bragantini): "La democrazia vive di buone leggi e di buoni costumi". "E' significativo", ha detto tra l'altro BRAGANTINI, "che la crisi Parmalat sia scoppiata in questo periodo: dà l'idea di un clima. Una falsificazione così grave va al di là dell'immaginazione anche di chi ha dimistichezza con i bilanci". E ancora: "C'è una perfetta consequenzialità fra scandali, leggi sbagliate e mancanza di controlli". Pur non essendo direttamente collegata al discorso Parmalat, per Bragantini, la modifica del reato del falso in bilancio ha fatto comodo a molti e non solo a Berlusconi. In un intervento di straordinaria intensità DON CIOTTI ha descritto l'ambiente sociale e culturale in cui la corruzione cresce. Sette sono le piaghe più gravi. Una è la crescita della cultura dell'individualismo, la seconda è il trionfo del disvalore (la furbizia, la raccomandazione, il favore), la terza è il declino della funzione di garanzia delle leggi, sempre più forti con i deboli e più deboli con i forti, la quarta è la schizofrenia fra proclami e pratica (per esempio si fanno leggi e proclami proibizionisti e poi si incentivano le dipendenze, come quella del gioco d'azzardo), la quinta è l'uso distorto della comunicazione (meno informazione uguale meno democrazia), la sesta è il rischio di considerare la legalità un valore in sè (il valore vero è la dignità delle persone), la settima è la perdità di valore nel sistema della formazione (quali ricadute avranno tutti questi cattivi esempi sui giovani?). L'incontro è stato moderato da Gianni BARBACETTO, che ha divertito ma anche fatto riflettere i presenti con una notizia di attualità: proprio in concomitanza con il dibattito la commissione giustizia della Camera si riuniva per discutere, su proposta dell'on. avv. Ghedini, la depenalizzazione sostanziale del reato di bancarotta fraudolenta (risate del pubblico, ma amare). Un altro
intervento spumeggiante è stato quello di DAVIGO (ormai padrone della
tecnica), che ha criticato lil disegno di legge di riforma dell'ordinamento
giudiziario, da poco passato al Senato e considerato punitivo per i magistrati
e dannoso per i cittadini dall'associazione nazionale magistrati. La indipendenza
è strettamente connessa all'imparzialità del magistrato, ed entrambe sono
garanzie per la serenità ed equità del giudizio, osserva Davigo. Il dottor
MANNUCCI ha passato invece in rassegna i molti casi di quotidiana ingiustizia:
non gli errori giudiziari, ma i tanti piccoli e grandi disservizi di un
sistema che avrebbe bisogno di maggiori risorse e di una più moderna organizzazione.
Il rappresentante dell'ANM di Milano ha inoltre citato una affermazione
di un collega di Roma, Luigi Scotti, che a sopresa ha destato uno scandalo
che si fa fatica a non considerare strumentale. Il Prof.
SMURAGLIA (ma lui ci ha tenuto a definirsi un avvocato "per dimostrare,
insieme al collega Pacchioli, che ci sono avvocati diversi da quelli che
servono i potenti calpestando i diritti") ha svolto una serie di considerazioni
più "politiche" entrando nel merito delle buone leggi e dei buoni costumi
da opporre agli esempi attuali che vanno in direzione contraria. E un compito di rilievo, accanto all'elaborazione dei tecnici del diritto, continuerà a spettare ai cittadini, alla loro capacità di vigilanza, come ha ricordato nella sua introduzione l'avvocato PACCHIOLI, anch'egli del coordinamento: da dieci anni migliaia di milanesi dimostrano di aver cura della giustizia, con tante iniziative. Per esempio partecipando alle inaugurazioni dell'anno giudiziario. Purtroppo quest'anno non è stato possibile. Motivo: inagibilità. Un altro, paradossale ed emblematico, segno dei tempi. by Bollettino Osservatorio _____________ I
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