NOTIZIARIO del 19 gennaio 2004

 
     

Travagliati
di Rita Guma

Botta e risposta Travaglio-D'Alema in quello che sembra essere il caso della settimana.

Il primo ha posto domande imbarazzanti al centrosinistra nel suo intervento a Roma alla riunione dei movimenti del 10 e 11 gennaio, cui hanno partecipato esponenti dell'opposizione, il secondo ha reagito minacciando querele. Nel mezzo - e dentro la storia - giornali di destra e sinistra sui quali si consuma il dibattito.

I temi trattati - la liberta' d'espressione da un lato, la questione morale dall'altro - e le minacce di querela, ci autorizzano ad un intervento, premesso che siamo sempre intervenuti quando la liberta' di parola e' stata minacciata, ad ogni latitudine e con ogni colore.

L'attacco dei dirigenti dei DS e' stato basato essenzialmente su una frase che Travaglio ha ripreso da Guido Rossi, che defini' Palazzo Chigi all'epoca del governo ulivista una «merchant bank» in cui le persone che entrarono uscirono miliardarie. Travaglio ha domandato perché nessuno avesse ritenuto di replicare.

Inoltre si e' detto che D'Alema fosse stato personalmente oggetto di diffamazione.

Travaglio, in un intervento su L'Unita' di ieri, risponde: "....D'Alema non l'ho proprio nominato, né ho detto nulla di riferibile a presidenti del Consiglio, ministri, sottosegretari, interi governi. Tant'è che gli ex ministri e i dirigenti del Pds presenti in sala non si sono sentiti chiamati in causa. Forse perché avevano ascoltato le mie parole e non le interpretazioni interessate del giorno dopo."

Travaglio ha pero' anche chiesto al centrosinistra se pensasse, per il futuro, di evitare candidature di pregiudicati, per mostrarsi davvero riformista, aggiungendo una domanda su Mani Pulite: "fu un golpe e una «invasione di campo» dei giudici, come molti esponenti dello Sdi e non solo continuano a dire, o una doverosa indagine su un vastissimo sistema di corruzione, che coinvolgeva esponenti di tutti i maggiori partiti, incluso l'ex Pci? (...) Perché, quando l'Ulivo governava, votò con il Polo tante «riforme» contro la magistratura e non trovò il tempo, in cinque anni, per fare una legge anticorruzione? "

E, parlando di Tangentopoli, Travaglio ha anche commentato che "non si trovarono ex comunisti che si erano personalmente arricchiti; ma che «rubare per il partito» è, dal punto di vista politico e sociale, più grave che rubare per sé, visto che chi porta tangenti fa carriera nei partiti a scapito di chi non ha altro da portare se non le proprie capacità"

Capisco che dia fastidio il fatto che vengano ricordati questi precedenti (sono fatti storici testimoniati da sentenze e verbali parlamentari), ma le reazioni dei DS sono state a mio avviso scomposte ed esagerate.

Intanto, non si comprende perche' agitarsi tanto e minacciare querele a chi ha ripetuto la frase di Rossi che invece non si era ritenuto di querelare.

In secondo luogo e' vero, anche il centrosinistra ha mandato in parlamento persone inquisite e condannate e sembra strano che proprio il partito di Enrico Berlinguer reagisca negativamente di fronte alla richiesta di garantire gli elettori su questo punto per il futuro. Dopotutto su questo sono nati i movimenti di protesta, e su questo i DS e l'Unita' e gli altri partiti del centrosinistra hanno fatto tante volte le pulci a Berlusconi.

Non e' forse vero che si rimprovera al governo e la mancata soluzione del conflitto d'interessi ed il parto di leggi che di fatto favoriscono la criminalita' organizzata e non? Ma fu proprio D'Alema l'eroe della bicamerale, mentre fu un governo dell'Ulivo che varo' il "giusto processo", padre di tutti i disastri procedurali odierni, e non varo' invece una legge sul conflitto d'interessi.

E non e' forse vero che si sono fatte a Berlusconi domande ripetute su fatti non comprovati da alcuna sentenza, ma che generavano dubbi politici? Perche' non se ne possono fare al centrosinistra?

Ed ancora, non e' vero che giornali ed esponenti di centrosinistra hanno rimproverato a Berlusconi di non saper accettare questo tipo di domande e la critica politica, minacciando e sporgendo querele? Come mai si fa la stessa cosa con Marco Travaglio?

E come mai al giornalista sono state lanciate accuse su cose che non erano state effettivamente dette e su persone che non erano state citate? Nel racconto cadono infatti via via gli elementi di diffamazione, ma intanto la promessa di citare il giornalista e l'eventuale effettiva citazione fara' il suo effetto, indipendentemente da come andra' a finire.

E' una precisa tecnica di comunicazione e politica: per depistare l'uditorio dai quesiti scottanti che vengono posti, si concentra l'attenzione su cavilli, si riporta ingigantito quanto e' stato detto e si criminalizza il "colpevole", sollevando un'ondata di indignazione nei suoi confronti e di solidarieta' verso l'offeso, oltre che un messaggio trasversale a chi volesse emulare il destinatario della possibile querela (una condanna a risarcimento in sede civile puo' gettare sul lastrico, e puo' essere ottenuta anche se il malcapitato ha detto o scritto cose vere).

E' una tecnica spesso usata da Forza Italia, come visto quando Berlusconi, Ferrara e Bondi accusarono proprio L'Unita' ed il suo direttore Furio Colombo di montare una campagna d'odio e di essere mandanti morali di possibili attentati contro membri della maggioranza.

Solidarizzammo allora, solidarizziamo ora.

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la trascrizione dell'intervento di Travaglio