NOTIZIARIO del 14 novembre 2003

 
     

Insopportabile retorica

La retorica della "facce di bronzo" , insopportabile di fronte ad un tragico evento come quello occorso ai diciannove militari italiani in Iraq (ma anche di fronte alla morte di dozzine di soldati angloamericani avvenuta dopo la "proclamazione della vittoria"), gioca cinicamente sul fatto che le vittime di un evento bellico, ed i parenti delle vittime, o anche coloro che sinceramente compiangono gli uni e gli altri, sono tendenzialmente disponibili ad accettare il principio che la causa e cui sono stati sacrificati sia per forza una causa nobile e giusta.

E' sicuramente duro per un parente delle vittime accettare il principio che il loro congiunto è stato sacrificato ad una causa ignobile e sbagliata, perché lo farebbe sentire oggetto non solo del danno ma anche delle beffe.

E' più consolatorio pensare che i propri cari, o i propri compatrioti , siano morti per la patria, per la democrazia, per la pace, anziché per il petrolio, o per rilanciare il PIL.

Ribadire, in modo così mistificato, la natura nobile dell'impresa, è necessario per affermare che essa va continuata, a dispetto delle vittime presenti e - dio ci scampi - di quelle future.

E' una specie di perverso circolo vizioso, che bisogna riuscire a tuttii costi a spezzare, perché occorre che le vittime della guerra siano sempre e fin da ora alleati di quelli che la guerra non la vogliono a nessun costo.

Fausto Amodei

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