NOTIZIARIO del 13 novembre 2003

 
     

Vittime designate

L'eccidio degli italiani in Irak mi induce a qualche riflessione piu' approfondita sulla situazione internazionale. Il fatto che le vittime parlassero la nostra lingua, vestissero divise a noi cosi familiari ce li rende ancor piu vicini e ci tocca nel profondo. Ecco dunque dei pensieri che nascono ora anche se nei mesi scorsi gli stessi iracheni, gli statunitensi e britannici e polacchi sono stati duramente colpiti.

Oltre ad esserci numerosissimi elementi di contrarieta alla guerra condotta dagli USA - e dai loro alleati della prima ora e... della seconda, come l'Italia - un aspetto lasciava increduli: l'insistere da parte di Bush che si trattava di una guerra al terrorismo e per esportare la democrazia.

Ora, non scopro io che e incredibile l'idea di imporre la democrazia a mano armata; eppure non era un'idea nuova: mi ricorda quel padre-padrone di molti decenni fa che prendeva regolarmente a calci un figlio che aveva la sventura di essere un po' tonto e storpio gridandogli "adesso ti raddrizzo io": era un padre piu ignorante che criminale ma sapeva benissimo di essere il padrone; come Bush.

Quello che non si capiva era come fosse possibile che USA & GB pensassero di combattere il terrorismo con una banalissima guerra. Banalissima, al di la' di tutte le sofisticatezze (... o sofisticazioni?) tecnologiche e di tutta l'ipertrofia di mezzi e anche di tutti i sofismi verbali dei loro Stati-appendice (sedicenti alleati).

Il fondamentalismo religioso di Bush e del suo entourage poteva spiegare l'idea di una guerra santa, ma non e sufficiente a spiegare l'idea di una guerra stolta proprio dal punto di vista militare, strategico: se il terrorismo per definizione non ha un territorio perche mai fare una guerra "territoriale", fisica? Per sfogare rabbia e frustrazione del governo di un popolo colpito al cuore da Al Qaeda?

Via, e' incredibile! Mettiamola cosi: i topi nelle nostre citta diventano un problema sempre piu preoccupante; e sacrosanto combatterli; e allora che cosa facciamo, potenziamo i corpi di polizia municipale che tanto bene hanno sempre operato per mantenere l'ordine nelle nostre citta? Ebbene, adesso che siamo stati colpiti cosi da vicino, nei nostri "fratelli" carabinieri, militari, cooperatori una cosa in piu la capisco.

La guerra al terrorismo siamo andati a farla in Irak, e prima ancora in Afganistan, non perche i terroristi sono necessariamente la, ma proprio perche i terroristi vanno dove ci sono quelli che essi considerano nemici, gli USA in primis e gli stati vassalli, che infatti dall'11 settembre 2001 non sono piu stati colpiti nei propri territori. Concentrare in un'area ben definita un grosso nucleo di Forze armate USA e alleate e un invito a nozze per la follia dei fanatici.

Eppure la storia (l'"histoire-bataille" vera e propria) ci ricorda che e una strategia antica quella di sacrificare, per proteggere la citta o il re o il castello, parte delle proprie truppe consapevolmente... beninteso, senza dirlo prima alle vittime designate. E se nel frattempo, prima di diventare vittime, riescono anche a portare in salvo il tesoro tanto di guadagnato.

In questo senso e' molto istruttiva la lettura del rapporto della conferenza di Madrid sulla ricostruzione: si conclude appunto con l'elenco della aziende irachene da dare in concessione agli stranieri. Chi le da' in concessione? Chi e come ne e divenuto "proprietario"? Questo e un indovinello; ma e facile facile.

E non vale rispondere: il governo iracheno provvisorio... Significa essere troppo maligni, mal informati o dietrologi se si pensa che Bush & c. non sono sprovveduti ma avevano messo perfettamente in conto - anche se non lo speravano - che le cose potessero andare cosi?

E se si pensa che la guerra propriamente detta non e ancora finita perche Saddam (dittatore malvagio certo, ma stratega non sprovveduto) ha, diciamo, fatto finta di essere sconfitto, ha evitato una battaglia impari e ha attuato un piano gia previsto - a partire dall'autosparizione - magari alleandosi proprio di fatto con quel terrorismo con cui non aveva mai avuto un gran feeling?

Massimo Mairate

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